Giornalismo
Cecilia Sala, Natale in cella, riportiamola a casa
Come ogni settimana ecco i fatti più importanti dei giorni passati
A gennaio il governo punta a riprendere i trasferimenti dei migranti verso l’Albania. Forte anche della sentenza della Cassazione del 19 dicembre che “ci ha dato ragione” e del vento di destra che soffia in Europa, spingendo verso la difesa dei confini esterni. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, da Saariselka, nella Lapponia finlandese, annuncia di aver convocato “una riunione sul tema per capire come procedere”. Tra una sentenza e l’altra, dunque, la Premier tira dritto dopo aver promesso pochi giorni fa che “i centri funzioneranno, dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano” (HuffPost)
L’assoluzione nel processo Open Arms apre un nuovo fronte dialettico all’interno della maggioranza. Matteo Salvini, dopo la gran rinuncia fatta a ottobre di due anni fa, proprio a causa del fascicolo giudiziario aperto su di lui a Palermo, si muove sul terreno delle possibilità, senza escludere nulla sul proprio futuro. «Sicuramente occuparsi della sicurezza, del futuro, della tranquillità e della serenità di milioni di italiani è qualcosa di bello, non c’è più l’alibi del processo, ma in questo momento sto bene dove sto». (Il Giornale)
Tutto pronto per il Giubileo, in piazza San Pietro Papa Francesco spingerà i battenti su cui è rappresentata la storia dell’umanità e, per primo, varcherà la soglia. Dietro i rappresentanti dei cinque continenti. Su una delle Porte più famose del mondo, è scolpita la storia della Redenzione. Dal male compiuto da Adamo ed Eva, fino a Cristo Risorto. Spingendo i battenti si apre ufficialmente l’Anno Santo ordinario. (Avvenire)
Oltre a Panama, Donald Trump vuole controllare anche la Groenlandia. “Ai fini della sicurezza nazionale e della libertà in tutto il mondo, gli Stati Uniti d’America ritengono che la proprietà e il controllo della Groenlandia siano una necessità assoluta”. Queste le sue dichiarazioni in un post recente. Forte interesse anche verso la riconquista del canale di Panama. “Le tariffe addebitate sono ridicole, c’è il rischio che Pechino possa prendere il sopravvento sul canale.” (HuffPost)
Nuove dichiarazioni di Putin, la guerra si può chiudere, negoziamo in Slovacchia. Il Leader parla dopo i 170 missili e droni lanciati sull’Ucraina nel giorno di Natale: “Vogliamo chiudere questa guerra non congelarla”. Lavrov: “La Francia ci ha contattati” ma Parigi smentisce. Il Kursk da riconquistare resta prioritario prima di ogni trattativa, e intanto si aspetta Trump.(Corriere della Sera)
Medio Oriente raid israeliano vicino a un ospedale a Gaza, quasi 50 persone sono state uccise, tra cui cinque medici, dopo che le forze israeliane hanno lanciato attacchi aerei su un edificio vicino all’ospedale Kamal Adwan a Gaza. Lo ha affermato il direttore dell’ospedale ad Al Jazeera. Non c’è al momento nessuna reazione da parte dell’Idf. (Repubblica)
Milano città senza fumo, dal primo gennaio 2025 nel capoluogo lombardo sarà vietato fumare sigarette in tutte le aree pubbliche all’aperto. Lo prevede l’articolo 9 del Regolamento per la Qualità dell’Aria, approvato dal Consiglio Comunale nel 2020. Il divieto in città sarà esteso a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico all’aperto, incluse vie e strade. Sarà possibile fumare solamente nelle aree isolate rispettando la distanza di 10 metri da altre persone. (Il FattoQuotidiano)
Cecilia Sala arrestata in Iran. Da nove giorni la giornalista, redattrice del quotidiano Il Foglio e autrice di podcast per la testata Chora news, è rinchiusa nel carcere di Evin a Teheran, in una cella di isolamento. I motivi del fermo non sono ufficialmente noti, contro di lei non è stata formalizzata alcuna accusa specifica, tranne generici riferimenti a «comportamenti illegali». Giovedì 12 dicembre la giornalista è partita per Teheran, doveva rientrare in Italia una settimana fa. (Corriere della Sera)
Aereo caduto in Kazakistan, aumentano le domande su un possibile coinvolgimento della Russia nell’incidente. L’aereo passeggeri partito da Baku, in Azerbaigian, e diretto a Grozny, in Cecenia, precipitato in Kazakistan vicino alla città di Aktau, la mattina di Natale, ha subito “interferenze esterne fisiche e tecniche”. È quanto ha comunicato l’Azerbaijan Airlines, secondo una prima indagine sull’incidente, in cui sono morte 38 delle quasi 70 persone a bordo, come riporta la CNN. (Fanpage)
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