Diritti
Wikileaks e Julian Assange, una storia di segreti informatici
C’è un gruppo di persone che sta camminando in una polverosa strada di Baghdad. Due di loro sono videoreporter dell’agenzia di stampa Reuters. Siamo nel 2007. Dalle immagini che Wikileaks ha diffuso si vedono le riprese aeree fatte da un elicottero Apache. Sono momenti concitati, dopo alcune inquadrature ravvicinate le forze militari USA sparano uccidendo 15 persone e ferendo 2 bambini. I militari sorridono appena dopo aver sparato. Credevano che in quel gruppo di persone ci fossero pericolosi terroristi armati di lanciarazzi e fucili AK-47. Il documento video diffuso dall’organizzazione internazionale di Julian Assange è soltanto uno dei tanti materiali che nel corso degli anni Wikileaks farà uscire pubblicamente in Rete affidandosi a fonti coperte da anonimato, verificandone l’autenticità.
L’avventura di uno dei “siti di notizie” più famosi del mondo parte nel 2006 quando viene messo in rete un documento che prova un complotto per assassinare i membri del governo somalo. Nel 2007 però aumenta il numero dei volontari e gli esperti hacker dedicano sempre più tempo all’intercettazione di conversazioni online anche grazie all’utilizzo del browser TOR, che garantisce una navigazione anonima all’interno del web. Nel giro di un anno, Assange riesce a pubblicare oltre 1 milione di documenti riservati che riguardano diversi paesi in diverse aree del mondo, dal Kenya alla guerra di Afghanistan, trattando argomenti che vanno dall’evasione fiscale e dal riciclaggio di denaro sporco sino alla gestione, manuali secretati, del carcere di Guantanamo Bay.
Quali sono le notizie più importanti filtrate attraverso Wikileaks? Vediamone alcune, oltre alla già citata confusa azione militare definita Collateral Murder.
Nel 2008 Wikileaks pubblica i nomi, gli indirizzi e le cariche di 13.500 membri del Partito Nazionalista Britannico di estrema destra. A far parte della lista ci sono ufficiali di polizia, ufficiali dell’esercito, medici e professori. Alcuni di loro vengono rimossi dal proprio posto di lavoro dopo aver accertato la partecipazione al movimento politico.
Nel 2009 viene pubblicato dal Guardian un documento interno dell’azienda petrolifera Trafigura che riguarda una consulenza ricevuta sulle conseguenze dello scarico di rifiuti in Africa. Dalle carte risulta una gestione a dir poco “amatoriale” da parte della società, che avrebbe avuto ricadute enormi sulla pelle delle popolazioni limitrofe, qualcosa come bruciature fin dentro ai polmoni, ulcera permanente, danni alla cornea, perdita di coscienza e morte. Trafigura riesce a bloccare inizialmente le pubblicazioni del Guardian ma Wikileaks, che ha fornito la documentazione informatica, pubblica tutti i file relativi all’argomento rendendo vane le difese dell’azienda.
Nel 2010 vengono rilasciati i cosiddetti War Diaries che comprendono 400mila resoconti della guerra in Iraq dal 2004 al 2009. Tra i file troviamo anche il video del Collateral Murder di cui abbiamo parlato all’inizio. Grazie a questi documenti è stato possibile ricostruire molti interventi militari dell’esercito statunitense, all’interno delle pagine vengono narrate uccisioni di civili, occultamenti di cadaveri, intrecci tra compagnie petrolifere e governi occidentali. Wikileaks rilasciò i War Diaries al New York Times, al Der Spiegel e al Guardian che li descrisse come “il devastante ritratto del fallimento della guerra”. Tra gli informatori venne rintracciato il soldato Bradley Manning, reo di aver fornito un’enorme mole di documenti e materiali riservati. Manning è stato condannato a 35 anni di carcere, ma Barack Obama, nel 2017 ha ridotto la pena fino a farla terminare il 17 maggio 2018. Manning, detenuto nella prigione militare di Fort Leavenworth, durante gli anni di carcere ha cambiato sesso, diventando Chelsea Manning. Il suo arresto risale al 2010 e fu seguito da oltre un anno e mezzo di totale isolamento, atto dovuto, secondo il governo USA, per evitare il rischio di suicidio. La detenzione di Manning però ha fatto molto discutere, soprattutto per la condanna a 35 anni cui inizialmente venne sottoposta. In carcere tentò comunque di togliersi la vita, iniziò uno sciopero della fame per potersi operare e cambiare genere e venne sottoposta ad un duro regime carcerario. Lo scorso maggio però Manning è tornata in carcere per essersi rifiutata di testimoniare davanti a un gran giurì in una indagine su Wikileaks e Julian Assange.
Sempre nel 2010 vengono messi allo scoperto cablogrammi diplomatici che coprono un arco di tempo molto lungo, dal 1966 al 2010. Si tratta di milioni di file che vengono pubblicati in tutto il mondo e mostrano le opinioni dei capi della diplomazia USA e le istruzioni ai loro delegati per spiare politici stranieri. Il documento viene definito Calblegate.
Alcuni anni dopo, nel 2016, si viene a scoprire che l’NSA (Agenzia per la Sicurezza Nazionale) statunitense ha intercettato i telefoni della cancelliera tedesca Angela Merkel e dell’ex segretario ONU Ban Ki-Moon, rubato documenti della diplomazia italiana per conoscere quanto detto tra l’ex premier Silvio Berlusconi e il presidente israeliana Netanyauh, ha spiato le comunicazioni tra i ministri di Unione Europea e Giappone, il tutto con lo scopo ultimo di accumulare dati per potersi avvantaggiare nel sistema geopolitico mondiale.
Nello stesso anno vengono pubblicate anche 44mila email del Comitato Nazionale del Partito Democratico americano che evidenziano il tentativo di sabotaggio da parte di Hillary Clinton contro Bernie Sanders. 30mila di queste email risalgono al periodo in cui Clinton è stata Segretario nell’Amministrazione Obama. Sono state rintracciate prove del ruolo giocato nel golpe in Honduras, degli affari corrotti della fondazione Clinton ad Haiti e piani per intervenire nella guerra in Siria. Molti ritengono che questi file abbiano decretato la caduta della Clinton nella corsa alla casa Bianca e un buon investimento per il successo da parte di Donald Trump.
Nel 2017 viene resa pubblica Vault 7 che risulta essere la più grande pubblicazione di documenti della CIA fino ad oggi. Si tratta di materiali che mettono in evidenza come l’intelligence USA sia in grado di penetrare computer, telefoni e “internet delle cose” (IOT), ma anche di come sia possibile spiare gli utenti tramite smart tv della Samsung. Anche computer considerati fino ad allora inviolabili, come quelli Apple, entrano nella lista dei terminali controllabili e spiabili. I file contenuti nella pubblicazione sono molto tecnici e rivelano veri e propri manuali su come violare le protezioni dei vari devices. Una delle particolarità dimostrate in Vault 7 è che la CIA ha le capacità di manomettere protocolli che proteggono le comunicazioni personali. Come accadde per Collateral Murder anche in questo caso è stato individuata la fonte dietro la fuoriuscita delle informazioni, un ventinovenne di New York che ha lavorato 6 anni per la CIA nel reparto dedicato allo sviluppo di software. Joshua Adam Schulte, il nome della fonte, è stato indagato per pedopornografia e rischia qualcosa come 135 anni di prigione. Secondo il pubblico ministero della Corte Federale di New York, Schulte avrebbe reperito le informazioni direttamente e le avrebbe consegnate con una cadenza regolare a Wikileaks. Al momento non è possibile dire se abbia agito da solo o se ci siano altri colleghi implicati nella faccenda, così come non è chiaro se Schulte sia davvero implicato o sia solamente un capro espiatorio individuato per altri suoi crimini di carattere informatico.
Dietro a Wikileaks c’è la mente di Julian Assange, un uomo che rifugge a qualsiasi tentativo di catalogazione: giornalista, programmatore, attivista, hacker. Nel 2010 la Svezia ha emesso un mandato di arresto internazionale per alcune accuse che lo riguardano: aggressioni di carattere sessuale. Assange ha negato l’accusa ed ha subito denunciato che il suo arresto poteva solo essere il tentativo degli USA di estradarlo per metterlo di fronte agli scandali suscitati da Wikileaks.
A metà 2012 Assange si rifugia presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra e chiede asilo politico in quanto perseguitato, status che gli viene concesso nell’agosto dello stesso anno. 5 anni dopo la procura svedese archivia l’accusa per stupro che verrà prescritta nel 2020. L’Ecuador dopo aver concesso all’attivista la cittadinanza ecuadoriana la sospende nel 2019.
Ed è proprio quest’anno che la vita di Assange cambia totalmente. L’11 aprile viene arrestato a Londra in seguito alla revoca dell’asilo politico, passa in mano alle autorità britanniche e viene rinchiuso nel carcere di massima sicurezza HM Prison Belmarsh, da molti ritenuto come la Guantanamo britannica. Gli USA chiedono nuovamente la sua estradizione che, se concessa, potrebbe costare ad Assange 175 anni di carcere o addirittura la pena capitale. Anche la Svezia decide di riaprire il caso sui reati sessuali e chiede a sua volta l’estradizione. Nel frattempo le condizioni del fondatore di Wikileaks sono sempre più preoccupanti, il padre – che è riuscito ad incontrarlo per poco tempo – racconta che le autorità britanniche hanno negato a Julian di entrare in ospedale per effettuare controlli, sottoponendolo ad una catena di abusi, offese e violazioni. In una intervista al TPI il padre di Assange si è detto molto preoccupato con “serie preoccupazioni” che il figlio possa morire in carcere.
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