Diritti
Varese, razzismo al supermercato: «Non voglio essere servita da un negro»
Varese, ottobre 2018. L’aria “della Padania” si respira ancora, solo che è un pochino più pesante del solito.
Alla cassa di un supermercato Carrefour di via Corridoni si concretizza il luogo comune della Varese intollerante, (possiamo dire leghista forse?). Prima erano i “terroni” il problema oggi sono i “negri”.
«Non voglio essere servita da un negro. Non mi va proprio». Sono queste le parole di una signora poco più che quarantenne che abbandona la spesa sul nastro trasportatore della cassa e torna fra le corsie del supermercato, pur di non dover interagire col giovane cassiere di colore, che in quel momento (sono le 12.30 di giovedì) è l’unico cui i clienti si possono rivolgere.
A raccontare l’episodio è la giornalista Silvia De Bernardi, sul quotidiano La Prealpina, che ha raccolto la testimonianza del cassiere.
«Quella cliente bionda- racconta Emanuel, che da più di dieci anni vive e lavora nel Varesotto – aveva già mostrato insofferenza nei miei confronti nei giorni scorsi ed evitava con cura di presentarsi alla cassa se c’ero io. L’altro giorno purtroppo ero da solo, non ha potuto evitarmi».
La donna, peraltro, avrebbe continuato a insultare il ragazzo, avanzando la pretesa di essere servita da personale italiano e «quando ha sentito che io e la collega stavamo per chiamare i carabinieri – continua Emanuel -, ha lanciato con rabbia verso di me le lattine di birra che aveva intenzione di acquistare, andandosene in tutta fretta».
Ora la signora dovrà rispondere di quel che ha detto e fatto, perché Emanuel e i suoi colleghi hanno sporto denuncia consegnando ai carabinieri le registrazioni delle telecamere interne del supermercato, oggi pubblicate da il Fatto Quotidiano. L’episodio merita di essere chiarito.
Di positivo c’è che il ragazzo racconta che è la prima volta che si trova a dover affrontare una situazione del genere. Emanuel a Varese si trova bene e preferisce pensare all’accaduto come a un episodio circoscritto e particolare. In queste ore ha ricevuto anche la visita del sindaco della città giardino, Davide Galimberti, che si è recato proprio al supermercato per dimostrargli solidarietà.
«Varese è una città tollerante e accogliente – afferma il sindaco – e ho voluto incontrare il giovane che ha subito questo brutto episodio per mostrargli la mia vicinanza».
Ma chi è nato e cresciuto in provincia di Varese sa perfettamente che c’era, c’è e ci sarà ancora molto lavoro da fare affinché quella cultura, molto spesso sottaciuta e un pò razzista, venga finalmente arginata.
Secondo l’associazione Lunaria, che pubblica report e rapporti basati sulle segnalazioni di aggressioni razziste e xenofobe comparse anche sulla stampa, in Italia tra l’1 Gennaio e il 31 marzo 2018 sono complessivamente 169 i casi di violenza verbale e fisica, i danni alla proprietà e le discriminazioni di matrice xenofoba o razzista. I dati sono di sicuro parziali ma vale comunque la pena tenerli in considerazione.
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