Diritti
Unioni civili. L’amore vince
Le unioni civili in Italia sono finalmente una solida realtà.
Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 22 del 27 gennaio 2017 dei decreti legislativi nn. 5, 6 e 7 del 19 gennaio 2017, che entreranno in vigore l’11 febbraio 2017, si conclude definitivamente il percorso di attuazione della legge sulle unioni civili. La travagliata storia della suddetta legge inizia nella lontana primavera del 2013 con l’illustrazione da parte della senatrice PD Monica Cirinna’ del disegno di legge. Tra sospensioni e proposte di emendamenti si giunge nel Luglio 2015, dopo il parere positivo di Governo e Commissione di bilancio per la copertura finanziaria del provvedimento, alla votazione delle ormai centinaia di emendamenti. L’11 maggio 2016 il ddl Cirinnà intitolato “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”, dopo mesi di discussioni e polemiche, ottiene il sì definitivo alla Camera divenendo Legge 20 maggio 2016, n. 76. La nuova legge riconosce legalmente le coppie omosessuali e regolamenta le convivenze al di fuori del matrimonio, sia gay che etero. La legge sulle unioni civili estende alle coppie dello stesso sesso i diritti previsti dal matrimonio civile. Per contrarre l’unione bisogna essere maggiorenni e dello stesso sesso e bisogna fare una dichiarazione pubblica davanti ad un ufficiale di stato civile alla presenza di due testimoni. La dichiarazione viene registrata nell’archivio dello stato civile. Non possono contrarre unioni civili le persone che sono già sposate o parte di un’altra unione civile; quelle interdette per infermità mentale; quelle imparentate; quelle condannate in via definitiva per l’omicidio o il tentato omicidio di un precedente coniuge o contraente di unione civile parte; quelle costrette all’unione con la violenza. Inoltre, il matrimonio contratto all’estero da persone dello stesso sesso produce in Italia gli effetti dell’unione civile, ma questo vale solo per i cittadini italiani mentre per lo straniero continua a valere la legge del suo Stato. Particolare menzione merita la sentenza n. 2487 del 31 gennaio 2017 della Corte di Cassazione che ha confermato la decisione della Corte d’Appello di Napoli che ha ordinato la trascrizione del matrimonio francese tra la cofondatrice dell’associazione Famiglie Arcobaleno Giuseppina La Delfa e sua moglie Raphaelle Hoedts rappresentate dell’avv. Alexander Schuster, “precedente importante per la lotta per l’uguaglianza e la libertà di movimento delle persone nell’UE” come afferma la Cirinnà.
Le modifiche apportate al testo originario del disegno di legge Cirinnà sono state però numerose e non sono mancate le accuse di anticostituzionalità. Ad esempio è stato stralciato l’articolo 5 sulla stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner, da sempre oggetto di critica di molti politici, ed eliminati numerosi riferimenti al matrimonio come l’obbligo di fedeltà, con l’emersione di effetti collaterali sul codice penale (vedi l’ammissione di bigamia e di omicidio senza aggravante). Nonostante le unioni civili siano state nell’ultimo anno un tema altamente discusso e nonostante si sia ottenuta una legge storica per la civiltà ed i diritti nel nostro Paese, c’è molto ancora su cui lavorare. “Abbiamo bisogno – continua la Cirinnà- di una vera rivoluzione culturale… per far capire alle persone che dove si integra e dove arriva l’uguaglianza non c’è più discriminazione”.
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