America
Sudamerica: “Las Patronas” e il coraggio che donano ai migranti in cerca di vita
Da quasi 30 anni, in Messico, ad Amatlan de los Reyes, 12 donne aiutano i tantissimi disperati che ogni giorno salgono sui vagoni del treno “della morte”, lungo il pericoloso tratto ferroviario de ” la bestia”, nella speranza di raggiungere gli Stati Uniti d’America. Queste donne, ribattezzate “Las Patronas”, riescono a donare a quei migranti, il necessario per sopravvivere durante il viaggio della speranza
Dal lontano 1995, ogni anno, in Messico, circa 500 mila persone, salgono sui vagoni del treno soprannominato treno “della morte”, lungo i binari de “la bestia”, considerata una delle reti ferroviarie più pregne di disperazione del mondo. Treni merci su cui vengono caricati generi alimentari e di qualsiasi altro tipo, come come mais, cemento e minerali, che partono da sud a nord in direzione Usa.
Su quei vagoni carichi di merci e di dolore, si aggiunge un carico non meno pesante di miseria dei tantissimi migranti in cerca di un futuro dignitoso, che provengono dai posti più disastrati dell’ America Latina tra cui: Honduras, El Salvador, Guatemala, per citarne solo alcuni, ed anche molti cittadini messicani. Una tratta umana illegale, naturalmente, essendo lo stato messicano un punto nevralgico di snodo per approdare al centro nord del continente americano, insieme ad un, seppur minimo, concentrato di immigrati africani.
Di questo mezzo milione di persone che partono, sognando di poter avere accesso ad istruzione, assistenza medica, stabilità economica e libertà sociale, a causa di un altissimo tasso di violenza registrato in quelle parti del mondo, molte di esse, pur di riuscire a salire su quei treni, si accontentano di compiere una vera e propria traversata degli orrori, mettendo a serio repentaglio la propria incolumità, arrivando a stiparsi sul tetto, rischiano di precipitare o di rimanere feriti in modo grave. Ancora, si espongono a rimanere vittime di furti, rapine, aggressioni e reati a sfondo sessuale, nonché ad essere sottoposte a sfruttamento, ad opera della criminalità organizzata locale che sale apposta su quei convogli per compiere atti di sciacallaggio morale.
Tutti ciò, per evitare la procedura prevista presso le 48 strutture di detenzione del Messico, dove si tenta di reprimere e arginare i flussi migratori. Sostanzialmente, si viaggia in modo assolutamente anonimo.
Per prestare l’aiuto necessario a questi uomini, donne e bambini, in fuga verso l’ignoto, Norma Romero e sua madre, hanno fondato il collettivo “Las Patronas”, per rievocare il significato della parola patrona che, in lingua messicana, vuol dire donna che incute rispetto, per merito della cura che dona agli altri. Attualmente sono 12 le Patronas che portano cibo, acqua e tanto coraggio ai migranti in viaggio sui binari de “la bestia”. Un gruppo a cui si uniscono, a volte, altri volontari. Queste donne, giornalmente, preparano circa 300 colazioni che lanciano dai margini delle vie da cui transitano i treni e che le persone sporte dal finestrino, cercano di afferrare al volo. Un piccolo kit di sopravvivenza durante la traversata.
La stessa Norma, è riuscita ad adibire la propria abitazione a rifugio essenziale per i migranti, andando oltre il semplice pasto caldo da offrire, ma dispensando un barlume di speranza a cui aggrapparsi con tutte le forze.
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