Diritti

Sindaco Sala, perché due mamme sì e due papà no?

28 Settembre 2018

Il Comune di Milano ha deciso di non registrare un atto di nascita con due padri gay.

Soltanto nel mese di giugno, il sindaco Beppe Sala aveva scelto di registrare formalmente e pubblicamente come genitori alcune coppie di donne. Così, nove bambini in tutto, figli di quattro coppie di donne che erano riconosciuti soltanto dalle loro madri biologiche, da giugno sono registrati all’Anagrafe di Milano come figli di entrambe le madri.

«A Milano, nel rispetto di tutti, si può essere tutti uguali», affermava Sala celebrando un momento importante per quelle famiglie e per chi ha a cuore i diritti civili. Non mancarono le critiche all’amministrazione e qualcuno esortò il sindaco a ragionare sul tema e sul “riconoscere la genitorialità” anche a coppie costituite da due uomini.

Oggi però, come riporta il Corriere, l’amministrazione milanese ha bloccato la registrazione all’anagrafe di due papà di due gemelline nate a dicembre per mezzo della gpa negli Stati Uniti. «Mentre sul loro passaporto americano sono registrate come figlie sia mie che di mio marito, in Italia non hanno genitori» spiega uno dei papà, alla giornalista Elena Tebano. Quindi, le bambine non sono cittadine italiane e avranno difficoltà ad accedere ai servizi sanitari e agli asili nido.

Dal Comune spiegano che purtroppo il Ministero dell’Interno non ha ancora detto la sua sulla tematica oggetto delle istanze di trascrizione degli atti di nascita con paternità omosessuale e ha invece interessato l’Avvocatura di Stato.

All’inizio dell’anno però il Comune aveva riconosciuto i figli nati grazie alla gestazione per altri all’estero di almeno due coppie di padri gay milanesi. Quella di Milano peraltro non è l’unica amministrazione che in Italia ha deciso di riconoscere formalmente bimbi nati da coppie omosessuali. La prima è stata Torino. Di fronte alla mancanza di una legge in materia giudici e sindaci (discrezionalmente) si trovano infatti a dover scegliere come tutelare questi minori.

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