Diritti
“Sgomberate il campo profughi di Moria”: allarme delle Nazioni Unite in Grecia
La vera emergenza sbarchi e accoglienza ora è in Grecia. L’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite ha lanciato l’allarme e ha chiesto di evacuare la struttura di Moria sull’isola di Lesbo. Un appello ripreso principalmente dalle testate inglesi, con il Guardian come capofila.
La struttura al collasso è sottoposta a ulteriori stress perché continuano ad arrivare dal mar Egeo rifugiati e richiedenti asilo.
Sono più di 42 mila gli uomini, le donne e i bambini che si trovano nelle strutture di Lesbo, Samo, Chio, Lero e Kos. Solo il campo di Moria ospitava 5 mila persone lo scorso luglio, ma ora il numero è salito a 20 mila.
Il portavoce dell’Unhcr UNHCR Andrej Mahecic ha dichiarato ad Hariett Grant del Guardian: “Più di 36 mila richiedenti asilo ora alloggiano nei centri di accoglienza in cinque isole, progettati originariamente per circa 5 mila persone. Siamo seriamente preoccupati per l’accesso limitato ai servizi sanitari nei centri di accoglienza, aggravato dalle difficili condizioni di vita”. Proprio Hariett Grant aveva già lanciato l’allarme sul dramma di Moria con un reportage pubblicato dal Guardian nel gennaio scorso.
Esiste un’emergenza sanitaria che i sanitari denunciano: i bambini, riferiscono i medici, soffrono di malnutrizione, e la scarsità di acqua a disposizione impedisce di garantire l’igiene personale e di lavare i vestiti: per questo motivi ci sono persone che stanno indossando gli stessi abiti da sette mesi. “Ogni giorno – racconta un medico al Guardian – visito 20 persone e trovo 20 storie orribili da raccontare”.
Un dramma che era stato ripreso anche da Human Right Watch nel dicembre scorso con un video dove ci si concentrava in particolare sulle condizioni di disagio che stanno vivendo donne e ragazze proprio a causa delle carenze igieniche dovute al sovraffollamento.
Una struttura, quella di Moria, nota anche per il fenomeno dei suicidi tra i giovani rifugiati, anche in questo caso raccontato dal Guardian e ripreso in Italia da ValigiaBlu. Mentre un anno dopo, Al Jazeera aveva definito Moria, il luogo dalla violenza invisibile.
Oggi cosa sta accadendo.
Con l’inverno e le temperature registrate in questo periodo si moltiplicano i malanni da raffreddamento, col rischio, in un caso di così forte affollamento di favorire la diffusione di una pandemia. La situazione, infatti, ricorda quella che favorì il diffondersi dell’influenza spagnola, un morbo che causo milioni di morti in Europa alla fine degli anni Dieci del Novecento.
La scorsa settimana un funzionario della regione ha paragonato la situazione di Lesbo a una “bomba pronta ad esplodere”. Kostas Moutzouris, governatore del Nord Egeo, ha dichiarato: “È fondamentale che venga dichiarato lo stato di emergenza”.
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