Diritti
Resistenza ucraina e nuove forme di nazismo
“Difficile e fruttuoso è il piccolo lavoro quotidiano,
il segreto e tenace annodare
la rete del partito davanti
ai fucili puntati dei proprietari
parlare, ma
nascondere chi parla”
Sono bastati pochi giorni dagli iniziali proclami nel suo lungo discorso di attacco alla responsabilità della Nato, che Putin ha mostrato il suo volto. Non si è limitato a sostenere la proclamazione dell’indipendenza delle due repubbliche separatista di Donetsk e Lugansk, ma ha subito esteso la sua offensiva con operazioni militari nella Bielorussia e a sud sul fronte marittimo del Mare Nero, nonché sulla capitale.
La mattina dell’attacco si è parlato di forti esplosioni udite a Odessa e vicino Mariupol, quest’ultima molto vicina a Donetsk. Mariupol è una città strategica e rappresenta una delle chiavi del conflitto scatenato da Vladimir Putin; già nota come uno dei poli metallurgici dell’Ucraina, è il principale porto ucraino sul Mar d’Azov, specchio d’acqua fondamentale per Mosca quanto per Kiev. Il Notam inviato dalla Russia per evitare di avvicinarsi a questo mare potrebbe essere il preludio a un’operazione anfibia e non solo missilistica.
Putin proclama di voler liberare il Donbass dai nazisti, mentre anche l’occhio meno esperto lo coglie in palese flagranza di nazismo.
Vladimir Putin ha scatenato una guerra totale, più feroce di qualsiasi conflitto visto finora: una terribile sincronia di armi tecnologiche e manipoli d’assalto, di pressione psicologica e disturbi elettronici. In poche ore i capisaldi della difesa ucraina sono stati spazzati via dalla pioggia di trecento cruise, che hanno raso al suolo 74 tra comandi, centrali di comunicazioni, aeroporti, radar, basi navali.
Un tentativo di resistenza, quello ucraino che fa venire in mente la strenua resistenza opposta da de Gaulle che rifiutò l’armistizio chiesto da Pétain alla Germania nazista. Da Londra lanciò, attraverso la BBC, l’appello del 18 giugno al popolo francese alla resistenza e a raggiungerlo nelle Forze francesi libere.
Dopo aver dichiarato che l’Ucraina non ha una vera tradizione di nazione e che oggi è una marionetta nelle mani degli Usa, che a loro volta, con l’espansionismo della Nato puntano solo a contenere la Russia, Putin ha lanciato un ultimatum: L’Ucraina deve rinunciare al suo desiderio di entrare nella Nato. I 27 Stati hanno espresso all’unanimità il proprio appoggio alle misure proposte dall’Alto rappresentante Borrell contro Mosca e i separatisti del Donbass.
In foto: Marcello Dudovich
Ritratto di Tito Ricordi e donna
Franca Florio
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