Diritti

Quell’omofobia che fa di un figlio un bastardo

22 Gennaio 2016

Il popolo e le plebi dei social network si sono divisi per due giorni abbondanti sulla lite tra l’allenatore del Napoli, Maurizio Sarri e quello dell’Inter, Roberto Mancini. Sul caso hanno già scritto in molti e mi guarderò bene dal continuare a farlo, semplicemente perché penso che non sempre gli eventi mediatici debbano esser presi come indicatori degli umori di una comunità che ormai è (purtroppo) assai malleabile, specie quella sua parte più assuefatta dalla rete. Per chiudere in bellezza l’annosa questione: ieri il “mostro” era Sarri, per quel “frocio” rivolto al suo collega durante una lite in campo, oggi tocca a Mancini che diede a sua volta del “frocio di merda” a un giornalista un po’ di anni fa. Verrebbe da dire che chi di “finocchio” ferisce…

Ma passiamo all’omofobia, quella vera. Perché nel frattempo, mentre i più erano distratti e impegnati a parlare di Sarri e Mancini, l’ala “cattolica” del Partito Democratico presentava un emendamento al ddl Cirinnà a firma Gianpiero Dalla Zuanna, che recita testualmente: “chiunque, al fine di accedere allo stato di madre o di padre, fruisce della pratica di surrogazione della maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con una multa da 600 mila a un milione di euro. Chiunque organizza, favorisce o pubblicizza la pratica di surrogazione della maternità è punito con la reclusione da sei a dodici anni e con una multa da 600 mila a un milione di euro”.

Traducendo in parole povere, un omosessuale che vorrà fruire della stepchild adoption per divenire genitore del figlio del suo compagno, dovrà assicurarsi che quel figlio non sia venuto al mondo attraverso forme di maternità surrogata. Escludendo l’intervento dello Spirito Santo, si presume che quel figlio dovrà necessariamente nascere da un rapporto eterosessuale tra uno dei due e una donna, pena la prigione e una multa da 600 mila euro in su. La pena varrà anche per chi si recherà all’estero dove è legale quello che volgarmente viene definito “utero in affitto”. E quel figlio? Che domande! Sarà tolto al genitore per finire in un ridente orfanotrofio. Passasse un emendamento così non ci sarebbe da meravigliarsi se la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo avesse qualcosa da obiettare.

Chiaramente si tratta di un ennesimo tentativo per impedire alle coppie gay di metter su famiglia, lasciando “bastardo” quel figliastro a meno che non sia nato da una precedente vita “etero” di uno dei membri della coppia. Volendo estremizzare, ma neanche troppo, si chiede a degli uomini gay che non sono mai stati eterosessuali di avere rapporti con delle donne per poter adottare un figlio. “Che sarà mai un piccolo strappo alla regola? Che poi magari potrebbe persino piacergli e prenderemmo due piccioni con una fava”, avrà pensato fra sé e sé qualche senatore cattodem. Nel caso delle coppie lesbiche, lo stato di polizia che uscirebbe fuori con l’approvazione dell’emendamento Zuanna chiuderebbe invece un occhio, forse grazie ai racconti di un noto libro di favole dove a un certo punto a una donna viene praticata una fecondazione assistita e il donatore è un personaggio molto influente. Ho scritto volutamente la parola “bastardo”, un termine assai meno accattivante rispetto alle espressioni anglosassoni che tanto vanno di moda di questi tempi, ma che rende meglio l’idea e forse – per usare una frase fatta abusata in queste ore – potrebbe aiutare a “squarciare il velo di ipocrisia” che si è creato sull’argomento.

Doverosa puntualizzazione. Ovviamente il divieto al ricorso alla maternità surrogata vale anche per le coppie eterosessuali che non possono avere figli, ma in quel caso nessuno vieta loro di ricorrere alla normale adozione, cosa che per le famiglie omosessuali resta impossibile.

Insomma, mentre mezzo belpaese litigava su un “frocio” scappato ad un rozzo allenatore di calcio, che per quanto bravo a far giocare la sua squadra tutto resta fuorché un intellettuale, un gruppo di senatori della Repubblica Italiana presentava un emendamento alla legge sulle Unioni Civili dove c’è scritto che un gay che vuole metter su famiglia deve fare l’etero. Forse gli italiani sul concetto di omofobia hanno le idee un po’ confuse.

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