Diritti

‘Non siamo pesci’, siamo solo umani

29 Gennaio 2019

RomaUna folla compatta ed eterogenea davanti alla Camera per sostenere i migranti bloccati sulla ong: non siamo pesci’


La pioggia non ha fermato nessuno. Eravamo circa un migliaio al presidio nonviolento in Piazza Montecitorio convocato da Radicali italiani e dall’associazione A buon diritto. Cittadini adulti e bambini, associazioni, politici, artisti, intellettuali scesi assieme a manifestare la propria vicinanza ai 47 migranti a bordo della Sea Watch, bloccata al largo di Siracusa da undici giorni. Tra i volti noti, per citarne solo alcuni, Luigi Manconi e Sandro Veronesi, Gad Lerner, Antonio Pennacchi, Nicola Fratoianni, Laura Boldrini, Vittoria Puccini, Anna Foglietta, Michela Murgia. Un sit-in pacifico ma combattivo: «aprite i portifateli scendere!», erano solo alcune delle parole che si levavano a chiara voce dalla folla coperta dagli ombrelli. Ad oggi, infatti, il Governo non ha alcuna intenzione di lasciar sbarcare la nave, olandese di bandiera; “i porti sono e resteranno chiusi” è il mantra del Ministro dell’interno Salvini. Eppure, forse, qualcosa si sta muovendo.

«Abbiamo avuto l’adesione di tantissimi artisti e intellettuali, un risultato incredibile. Ma più di tutto, questa sera dovevamo vedere la gente e la gente era tutta qui» ci dice Sandro Veronesi, promotore della manifestazione sotto il nome “Non siamo pesci”. «Abbiamo fatto il nostro dovere – prosegue lo scrittore – abbiamo messo su un semplice movimento di reazione a situazioni paradossali e intollerabili che si stanno verificando in mare. Perché c’è poco da girarci attorno: i salvataggi non vengono attuati, le persone sono abbandonate a loro stesse e tutto questo avviene in una forma vergognosamente gratuita. Insomma, non se ne può più di vedere ogni giorno come prima notizia questa sofferenza infernale». In più è stato reso noto dalla Capitaneria di Siracusa, sotto ordinanza del Ministro Salvini, il provvedimento per il quale si vieta la navigazione a mezzo miglio dalla nave dell’ong, nonché  la balneazione e l’attività di pesca. «Mi sembra non sia servita a nulla l’ordinanza. D’altronde mi pare che a bordo della Sea Watch ci sia una delegazione del Pd, no? Uno può dire tante cose, ma se poi queste cose non hanno valenza, muoiono nel momento esatto in cui nascono» conclude pungente Veronesi, mentre si allontana sorridendoci.

Insomma, il senso di rabbia e frustrazione è percepibile ed è sulla bocca di tutti. Chiediamo a Martina – una ragazza di 27 anni anni che è qui con il suo papà – cosa rappresenta lo striscione che ha in mano intitolato ‘restiamo umani’, nota frase dal libro del giornalista Vittorio Arrigoni che sta facendo, in particolare negli ultimi mesi, il giro del mondo sui social, sui muri delle strade, sulle bacheche universitarie. Martina ci spiega che restare umani, per lei, è la condizione necessaria per fronteggiare l’indifferenza dilagante che ci sta avvolgendo.  «Poteva essere mio figlio, o il tuo» chiude secca. Così, con la pioggia che a poco a poco si esaurisce sopra le teste della folla, la manifestazione si conclude con un applauso scrosciante e con una sensazione piccola di liberazione interiore. Andiamo avanti.             Non restiamo muti.

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