Diritti
Nasrin Sotoudeh: il mondo si mobilita per il rilascio dell’avvocata iraniana
“Basta violazioni dei diritti” è l’appello unanime dei giuristi che chiedono di liberare l’ennesima donna vittima di violenze e reclusa in carcere
I giuristi di tutto il mondo, avvocati e magistrati, facenti parte di più di trenta organizzazioni internazionali, si sono mobilitati nelle scorse ore, per richiedere il rilascio dell’attivista iraniana, Nasrin Sotoudeh, avvocata da sempre in prima linea per la difesa dei diritti umani. Tantissime sono state, infatti, le adesioni alla call for action indirizzata alle Nazioni unite, al Consiglio d’Europa, alla Commissione e al Parlamento d’Europa, al Governo italiano e alle Istituzioni europee, al fine di sollecitare un intervento urgente per la scarcerazione immediata dell’attivista, reclusa in carcere da domenica scorsa dopo essere stata picchiata, per aver partecipato al funerale di Armita Garavand, la ragazza di 16 anni, ridotta in coma dalla polizia morale per non aver indossato l’hijab.
“Le autorità iraniane devono liberare immediatamente e incondizionatamente Nasrin Sotoudeh, far cadere tutte le accuse contro di lei e smettere di perseguitarla per i suoi sforzi volti a proteggere, tra l’altro, le donne dalle discriminazioni e dalle umiliazioni a cui sono sottoposte, in violazione del principio di civiltà sancito dall’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ratificata dall’Iran nel 1948, secondo il quale “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”, dove la dignità viene ancora prima dei diritti”, è quanto si apprende nell’appello rivolto alle istituzioni .
Ad ogni modo, lo scopo essenziale di questa mobilitazione internazionale, è quello di intavolare un dialogo serio e costruttivo con l’Iran, condannando in maniera ferma “tutte le forme di violenza, comprese le esecuzioni, le discriminazioni e le persecuzioni, riconoscendo le libertà di pensiero, di coscienza, di religione, di espressione, di riunione e di associazione, nonché il diritto a un processo equo, come fondamenti del vivere civile“.
Dunque, il mondo forense, dei magistrati e delle organizzazioni non governative, e della società civile, sono decisi a denunciare senza più abbassare la testa, “queste violazioni dei diritti e delle libertà fondamentali e nel sostenere i difensori dei diritti umani. Non vogliamo altri martiri da piangere, ma eroi il cui esempio possa essere seguito“.
Occorre per tale ragione, impegnarsi per porre fine alle “persecuzioni giudiziarie” verso Sotoudeh, condannata nel 2018 in contumacia a 33 anni di carcere e a 148 frustate, per riunione e collusione contro la sicurezza nazionale; per aver diffuso propaganda contro il sistema e per appartenere ai gruppi scissionisti illegali e pericolosi per la sicurezza pubblica, “Defenders of Human Rights Centre”, “Legam” e “National Council of Peace”, nonché per favoreggiamento della corruzione dei costumi e prostituzione, per essersi presentata senza l’hijab, prescritto dalla Sharia, nei locali dell’ufficio del magistrato ed avere così, turbato l’ordine pubblico e la sicurezza.
Coloro che hanno firmato la petizione per chiedere la scarcerazione dell’avvocata iraniana, hanno richiamato i principi della Dichiarazione delle Nazioni Unite riguardo i difensori dei diritti umani e i principi fondamentali delle Nazioni Unite circa la figura degli avvocati. “Se non difendiamo i difensori dei diritti umani, chi difenderà i diritti umani?“, si legge nell’appello. Immediatamente dopo l’arresto, era stato il Cnf a condannare pubblicamente la cattura di Soutodeh, chiedendo alle autorità iraniane “l’immediato rilascio e la garanzia che i diritti previsti dalle convenzioni internazionali e i principi del giusto processo le siano garantiti oltre a tutte le cure mediche necessarie“.
Anche gli avvocati dell’Unione camere penali italiane, hanno aderito alla Call for action. “La ferocia del regime iraniano, che uccide le donne che rivendicano i loro diritti o che semplicemente non indossano il velo, continua a colpire anche le avvocate impegnate nella difesa dei diritti umani. Ci lega a Nasrin una solidarietà profonda e la vicinanza per il suo concreto impegno in difesa delle donne iraniane e dei diritti del suo popolo”, si legge in una nota ufficiale.
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