Diritti
Multa a Cedric Herrou per aiuto ai migranti. E se fosse successo in Italia?
“Ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste” quei gesti che, secondo il Vangelo di Matteo, rendono beati, nell’Europa di oggi condannano, se non alla prigione, sicuramente al pagamento di una multa più o meno salata: li chiamano “reati di solidarietà”. E’ quanto accaduto a Cedric Herrou, contadino francese della Valle del Roya, sotto processo proprio per aver aiutato i migranti decisi a valicare il confine tra Italia e Francia. La storia di Cedric ha avuto una certa risonanza nei media francesi e internazionali, ma già in Europa e in Italia altre persone hanno dovuto fare i conti con la giustizia per aver aiutato i migranti a superare i confini. Madre di tutte queste sentenze delle varie magistrature è stata la direttiva 90/2002 del Consiglio dell’Unione Europea che intimava agli Stati membri di punire non solo “ogni persona che aiuta intenzionalmente una persona […] a entrare o transitare attraverso il territorio di uno Stato”, non rispettando le leggi che regolano l’ingresso di stranieri ma anche chi “per guadagno” offre assistenza a uno straniero per risiedere all’interno dello Stato. In Italia, però, lo spirito e le disposizioni della direttiva europea avevano trovato già spazio nella nuova legge sull’immigrazione (la cosiddetta “Bossi-Fini”) che il governo Berlusconi aveva approvato alla fine di luglio 2002 e tuttora in vigore: chi “promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l’ingresso”, si può leggere, oltre a pagare una multa di 15000 €, rischia di dover passare in cella tra gli uno e i cinque anni con pene aggravate se gli immigrati sono più di 4. Chissà quanti ne avrebbe dovuti scontare Cedric Herrou, che ha permesso a decine di stranieri di passare indenni il confine italo-francese, nelle galere italiane.
L’ordinamento italiano, però, prevede al secondo comma dell’art 12 del Decreto Legislativo 286/98 che “non costituiscono reato le attivita’ di soccorso e assistenza umanitaria” per i migranti in condizione di bisogno. Anche per venire incontro a una norma nazionale come questa, la direttiva europea 90/2002 ha riconosciuto la cosiddetta “clausola umanitaria”, secondo cui ciascun Stato può decidere di non perseguire chi aiuta i migranti in modo disinteressato, solo per “prestare assistenza umanitaria”. Se, a prima vista, una norma del genere sembra prevenire che casi come quello di Cedric Herrou possano avvenire in Italia, bisogna riconoscere che, nonostante quanto è scritto nel dispositivo della legge, qualcosa di simile è già avvenuto. L’anno scorso, a Udine, due ragazze e un traduttore sono stati indagati dalla Procura per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver accompagnato i migranti alla Caritas e aver fornito loro informazioni dettagliate per ottenere lo status di rifugiato. Se le armi della magistratura italiana ordinaria, grazie alla “clausola umanitaria” formalizzata nella Turco-Napolitano e mai abolita, appaiono spuntate nel perseguire i cosiddetti “reati di solidarietà”, l’impegno di attivisti e solidali a fianco dei migranti, in città di frontiera come Como o Ventimiglia, ha spesso messo in agitazione la Pubblica Sicurezza. Per questo spesso i questori hanno fatto ricorso ai cosiddetti “fogli di via”: istituiti nel 1956, quando ministro dell’Interno era Tambroni, e riproposti nel 2011 dal Governo Berlusconi, sono semplici atti amministrativi, senza un dibattimento pubblico se non in caso di ricorso, tesi a limitare la libertà di spostamento, imponendo l’allontanamento e vietando il ritorno, pena la galera, nel territorio di un certo comune, a persone considerate “socialmente pericolose”. Tra queste figurano anche coloro che “mettono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica”: dal 2002, in Italia come negli altri paesi europei, aiutare i migranti significa anche questo e alcuni, in primis Cedric Herrou e tanti altri attivisti in tutta Europa, ne stanno già pagando il prezzo.
Un ringraziamento a Francesco per le consulenze in ambito giuridico
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