Diritti
Macron. Stato di Diritto in Europa, Stato di Polizia in Francia
La legge si chiama “Sicurezza Globale”. Prevede il divieto per qualunque cittadino, stampa inclusa, di filmare la polizia in azione. Nei fatti, impedisce la raccolta di prove di eventuali abusi, non rari durante operazioni di sicurezza alle manifestazioni, anche autorizzate.
La legge consente anche alle polizie, compresi i corpi municipali, l’utilizzo di telecamere, bodycam e droni per filmare le manifestazioni pubbliche e trasmettere in tempo reale i dati alla centrale, per l’analisi e il riconoscimento biometrico dei partecipanti. I poliziotti sul campo possono quindi ricevere istruzioni seduta stante sugli individui in piazza da “attenzionare”, e non sulla base di quello che hanno fatto ma delle valutazioni di pericolosità formulate dall’algoritmo. Viene autorizzata poi l’installazione di telecamere di sorveglianza anche all’interno degli edifici privati – ripeto: edifici privati – ovvero nelle parti comuni, compresi androne, scale, ascensore.
Questa legge non è stata pensata dal Partito Comunista Cinese, non è stata scritta da Putin, non viene nemmeno da Ungheria e Polonia. Questa legge, denominata Sécurité Globale, è francese ed è stata presentata all’Assemblea Nazionale lo scorso 10 ottobre dai deputati della République en Marche, il partito di Emmanuel Macron. Il 4 novembre la proposta è stata approvata, con una inedita procedura d’emergenza che ne ha affrettato l’iter. La legge è passata quindi al Senato, dove è attesa la discussione a Gennaio 2021.
Il signifcato e le implicazioni della misura non sono passati inosservati in patria, dove per settimane ogni sabato sono scese in piazza decine di organizzazioni, comprensibilmente preoccupate per una legge che mina in un colpo solo libertà di informazione, diritto alla riservatezza, libertà di manifestazione.
Il 12 novembre 2020, il Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite ha inviato una lettera alle autorità istituzionali in cui si denuncia preoccupazione per i diritti fondamentali degli individui e, dunque, i fondamenti stessi della democrazia.
Macron e i partiti di governo non sembrano esserne però rimasti colpiti. Mentre la Sécurité Globale prosegue il suo corso accelerato verso l’approvazione bicamerale, il 2 dicembre il Governo si affretta ad emanare non uno ma tre decreti, tutti legati alla “Sicurezza Pubblica”, e una settimana dopo, il 9 Dicembre, arriva in Parlamento un’altra legge securitaria, ispirata dall’omicidio di matrice islamista dell’insegnante Samuel Paty. La Loi Separatisme inasprisce le misure a disposizione delle forze di polizia nella lotta al fondamentalismo religioso e introduce, in un articolo, le stesse prescrizioni sulle manifestazioni pubbliche già contestate nella Sécurité Globale. E se la sorveglianza biometrica di massa non può entrare dalla porta, che entri dalla finestra!
Non è chiaro cosa spinga Macron ad inseguire un modello di sicurezza pubblica basato sulla cinesizzazione del controllo di polizia e la repressione di massa. Secondo La Quadrature du Net, una delle associazioni francesi più attive contro questa stretta securitaria, l’obiettivo di Macron è scoraggiare la contestazione di piazza che lo insegue senza sosta da quando è all’Eliseo, e nello stesso tempo ingraziarsi la polizia, messa sotto attacco proprio per l’uso improprio (e spesso razzista) della violenza, denunciato grazie ai video postati da cittadini e giornalisti. Esattamente l’attività di informazione libera che le nuove Loi si propongono di impedire.
La Francia per fortuna è ancora uno Stato di Diritto, con le sue istituzioni giuridiche e i suoi contro-poteri istituzionali ancora in grado di intervenire a tutela dei Diritti fondamentali. Il coordinamento di associazioni unito sotto l’insegna #StopLoiSecuriteGlobale si predispone quindi con una certa fiducia a continuare la battaglia presso le alte corti della Repubblica, qualora la legge passasse.
Intanto una vittoria giuridica è stata incassata.
Il 22 dicembre, il Consiglio di Stato ha giudicato illegale l’uso dei droni da parte della polizia a Parigi. Il caso era stato sollevato proprio dalla Quadrature du Net, che aveva raccolto prove dell’impiego di droni della polizia, senza che nessuna legge ne autorizzasse l’uso. Anche per questo Macron ha fretta di far approvare il suo pacchetto di leggi che, sostengono i sostenitori, serve a garantire la sicurezza durante i Giochi Olimpici di Parigi del 2024.
Telecamere sul pianerottolo di casa, divieto di informare e denunciare gli abusi della polizia, schedatura biometrica dei partecipanti a una manifestazione: sarà pure Parigi ma sembra Pechino.
L’Unione Europea ha reso più stringente il vincolo del rispetto allo Stato di Diritto da parte dei paesi membri. Questa regola è vincolante per tutti, non solo per Ungheria e Polonia. E vale sempre, non solo quando la deviazione dai principi democratici fondamentali, oltre che attuata, viene anche mediaticamente rivendicata, come nei casi di Orbàn e Morawiecki. Raccontarsi democratico liberale, ma agire da autoritario, come fa Macron, non esime la Francia dalla vigilanza sulla Rule of Law nei paesi membri che gli organismi istituzionali europei hanno deciso di attivare.
Su Eumans.eu intervista Podcast a La Quadrature du Net e riferimenti per approfondire.
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