Diritti
Lunga vita a Liliana Segre!
Giorni impegnativi per la senatrice Liliana Segre.
Prima gli insulti con l’augurio di morire da parte di un no vax, cui ha replicato con elegante ironia: “Rimango sempre un po’ sbalordita che ci sia qualcuno che ancora oggi mi augura la morte. Perché avendo io 91 anni, penso che abbiano poca pazienza…”.
Poi giovedì 28 ottobre lo straordinario incontro con la ministra della giustizia Cartabia al memoria della Shoah a Milano.
Una visita voluta proprio da Liliana Segre che si è svolta dapprima in silenzio come proposto dalla stessa senatrice.
E poi ha proposto un dialogo tra queste due donne testimoni entrambi di una ricerca di giustizia.
La senatrice così ha spiegato: “Anche se il Memoriale invita al silenzio, certe parole sono necessarie per rimettere la giustizia al suo posto. Non bisogna avere mai paura delle parole”.
E così ha espresso la sua convinzione il ministro: “Quando mi capita di incontrare persone offese, vittime – e mi capita spesso in questa fase di vita da ministra -, il bisogno più grande è che quell’ingiustizia a cui non puoi porre rimedio – quei nomi bianchi sul muro del Memoriale [il nome di chi non è sopravvissuto ai campi di sterminio] – sia però riconosciuta. Io credo che il bisogno della giustizia sia innanzitutto un bisogno di riconoscimento, di verità, di memoria, che cioè non si disperdano la coscienza e la conoscenza di quello che è successo”.
Non è stato un dialogo ispirato solo da belle intenzioni.
La ministra ha tenuto a ricordare quanto sta facendo perché cresca anche in Italia la pratica della giustizia riparativa, quella per cui gli autori di reati rimedino alle conseguenze della loro condotta attraverso un percorso di incontro e di riconciliazione con le vittime e la società.
“L’intera società è ferita da qualunque ingiustizia, indipendentemente dall’entità del male compiuto. La possibilità di ricucire – quantomeno attenuare quelle ferite, perché alcune restano indelebili – permette di guardare al futuro, a un futuro di libertà, e dipende anche dagli strumenti della giustizia. Ecco perché abbiamo voluto inserire nella riforma del processo penale un capitolo sulla giustizia riparativa per incamminarci in quella direzione. E alla giustizia riparativa sarà dedicato anche il vertice dei ministri della giustizia del Consiglio d’Europa, sotto la presidenza italiana, a dicembre a Venezia”.
Liliana Segre ha ribadito il suo impegno (a 91 anni, ebbene sì) come presidente della Commissione parlamentare contro l’istigazione all’odio. “Spero, bisogna sempre sperare fino all’ultimo che sia utile, che serva, che qualcuno si renda conto. Temo l’utopia. Non perché l’utopia non mi piaccia, ma se questa Commissione diventasse utopia allora sarebbe nata invano”.
Lunga vita a Liliana Segre. Proprio in questi giorni in cui lo scontro sociale su come affrontare l’emergenza della pandemia tracima nell’odio e nella violenza.
L’intero dialogo tra Marta Cartabia e Liliana Segre è stato pubblicato su Letture, il settimanale culturale del Corriere della sera di domenica 31 ottobre ed è disponibile in un video sul sito del Corriere.
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