Diritti

L’ONU all’Italia: “Salvare vite non è un crimine”

18 Febbraio 2023

Mary Lawlor, Relatrice Speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani alle Nazioni Unite, oggi ha condannato la criminalizzazione e la repressione degli operatori umanitari coinvolti nel soccorso marittimo in Italia.

“I procedimenti in corso contro gli operatori umanitari delle ONG impegnate nelle attività di ricerca e soccorso sono un’ombra che oscura l’impegno dell’Italia e dell’Unione europea per i diritti umani”, ha affermato Mary Lawlor, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani.

Nel maggio 2022 presso il Tribunale di Trapani si è svolta l’udienza preliminare di un procedimento avviato dalla magistratura italiana contro 21 persone, tra cui quattro membri della squadra di ricerca e soccorso imbarcata sulla nave Iuventa e gli operatori umanitari di altre imbarcazioni civili, per presunta collaborazione coi trafficanti di esseri umani. Sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in relazione a diverse missioni di salvataggio effettuate nel 2016 e nel 2017.

Prima del suo sequestro, avvenuto nel 2017, la nave Iuventa era stata coinvolta nel salvataggio di 14.000 persone che si trovavano in mare in condizioni di. “Sono stati criminalizzati per il loro lavoro a tutela dei diritti umani. Salvare vite non è un crimine e la solidarietà non è una forma di contrabbando”, ha affermato Lawlor.

Il procedimento è stato afflitto da violazioni procedurali, tra cui l’assenza di interpreti che assistessero gli imputati non italiani e la mancata traduzione di documenti chiave. In data 19 gennaio 2023 la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Interno hanno presentato istanza di costituzione di parte civile in giudizio, chiedendo il risarcimento dei danni che si presume siano stati causati dai presunti reati.

“Gli Stati che rispettano i diritti umani promuovono il lavoro dichi difende i diritti umani”, ha affermato la Relatrice speciale. “La decisione del governo italiano di cercare di partecipare alla causa lede in modo esplicito questo principio ed è un segnale molto preoccupante”.

Di fatto col nuovo governo di estrema destra la lotta ai migranti è diventata ancora più esplicita. Le pratiche del governo vanno contro ogni forma di diritto internazionale, vietando il soccorso a chi è in difficoltà in mare e legittimando letteralmente la morte dei migranti in mezzo al Mediterraneo. Lo Stato italiano si trova davanti a un’impasse non solo di fronte alle leggi internazionali, ma anche davanti alle semplici regole della morale: siamo davanti a un nuovo fascismo?

Nel frattempo il procedimento contro l’equipaggio della Iuventa è proseguito nell’ambito delle nuove restrizioni imposte dalle autorità italiane alla ricerca e al soccorso di civili.

Dal dicembre 2022 le navi delle ONG sono state costantemente istruite a sbarcare le persone soccorse nei porti dell’Italia settentrionale e centrale, a diversi giorni di navigazione dai siti di soccorso nel Mar Mediterraneo centrale.

Questa pratica è stata accompagnata dall’introduzione di nuove norme per la ricerca e il salvataggio di civili introdotte dal decreto legislativo 2 gennaio 2023. In base alle nuove regole ai capitani delle ONG è di fatto vietato effettuare più salvataggi nel corso di una missione e devono navigare verso il porto di sbarco indicato senza indugio, pena una severa sanzione.

In Italia salvare una persona che sta annegando in mare è diventato praticamente illegale.

“Nuove leggi e istruzioni sui porti di sbarco stanno ostacolando le attività essenziali delle navi di soccorso civile”, ha affermato Lawlor. “Stanno ampliando le distanze da coprire nelle operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, mettendo in ulteriore pericolo vite e diritti. La normativa è incompatibile con gli obblighi dell’Italia ai sensi del diritto internazionale e deve essere abrogata”.

I relatori speciali

I Relatori Speciali fanno parte delle cosiddette Procedure Speciali del Consiglio dei Diritti Umani. Procedure speciali, ossia il più grande organismo di esperti indipendenti nel sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite, è il nome generico dei meccanismi indipendenti di indagine e monitoraggio del Consiglio che affrontano specifiche situazioni nazionali o questioni tematiche in tutte le parti del mondo. Gli esperti in Procedure Speciali lavorano su base volontaria; non sono personale delle Nazioni Unite e non ricevono uno stipendio per il loro lavoro. Sono indipendenti da qualsiasi governo o organizzazione e servono a titolo individuale.

La signora Mary Lawlor è la Relatrice Speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani dal 2020. Attualmente lavora come professore associato di Affari e Diritti Umani al Trinity College di Dublino. È stata la fondatrice di Front Line Defenders, la Fondazione internazionale per la protezione dei difensori dei diritti umani. In qualità di direttore esecutivo dal 2001 al 2016 ha rappresentato Front Line Defenders e ha svolto un ruolo chiave nel suo sviluppo. Inoltre in precedenza era stata direttrice dell’ufficio irlandese di Amnesty International dal 1988 al 2000, dopo essere diventata membro del consiglio di amministrazione nel 1975 ed esserne stata eletta presidente dal 1983 al 1987.

La dichiarazione di Mary Lawlor è sostenuta da Felipe González Morales, relatore speciale sui diritti umani dei migranti. Morales è Professore di Diritto Internazionale presso l’Università Diego Portales, a Santiago del Cile, dove è anche Direttore del Master in Diritto Internazionale dei Diritti Umani. È stato Commissario e Relatore sui Migranti tra il 2008 e il 2015 presso la Commissione Interamericana per i Diritti Umani, di cui è stato Presidente dal 2010 al 2011.

 

Articolo pubblicato nella NewsLetter di PuntoCritico.info del 17 febbraio 2023.

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