Diritti
Lo sfregio della Giornata della memoria a Cinisello Balsamo
Giovedì 4 febbraio nella mattinata, per la Giornata della memoria, sono stati organizzati tre eventi per le scuole di Cinisello Balsamo sotto il titolo LO ZAINO DELLA MEMORIA.
Non è riuscito a concludere l’ultimo incontro per un attacco hacker il professor Raffaele Mantegazza, docente di pedagogia generale e sociale all’università Bicocca di Milano, appassionato formatore sui temi della memoria e della pace.
Durante il terzo incontro il professore ha raccontato di aver sentito distintamente frasi inneggianti al Duce, parole ingiuriose contro gli ebrei, bestemmie e insulti. «Anche gli insegnanti erano basiti e impotenti come me. Non potevamo fare niente, era davvero impossibile riuscire a parlare anche perché avevano messo musica ad altissimo volume. A quel punto l’unica cosa possibile era interrompere immediatamente l’incontro. Sono certo che fossero voci di adolescenti, forse una decina. Erano organizzati perché sapevano esattamente cosa fare. Il loro scopo era proprio quello di far saltare l’incontro e ci sono riusciti, coperti dall’anonimato del web. È proprio questa la cosa che più mi amareggia e che mi preoccupa: il fatto che un simile episodio sia successo dentro una scuola. È verosimile pensare che fossero studenti, e questo è davvero inquietante, significa che è ancora tanto il lavoro da fare, soprattutto con i giovani. Sporgerò denuncia per quanto è successo. È un fatto gravissimo che non può passare sotto silenzio. Non è una bravata, è qualcosa di ben più serio: la volontà di pochi di impedire il dialogo e la conoscenza».
Il silenzio invece va registrato da parte del sindaco di Cinisello Balsamo, Giacomo Ghilardi. Sempre impegnato sui social con selfie e dichiarazioni autocelebrative, ancora non ha trovato il tempo di dire alcunché.
Ahimè la memoria dei cinisellesi non può non andare al triste 25 aprile 2019.
Alla commemorazione in piazza, giovani del locale centro sociale protestano armati di fischietto.
Subito parte l’indignazione di dichiarazioni e post sui social. E immediata arriva la risposta dei giovani che ripostano su facebook immagini di qualche anno prima, messe sul social da un consigliere della Lega.
Post inneggianti a Mussolini e uno persino ai forni di Hitler che dovrebbero riprendere l’attività.
Seguono abborracciate scuse in consiglio comunale (roba vecchia, non la penso più così, sulle mie pagine solo foto di auto e modelle [sic]).
Senza nessuna vergogna, il consigliere si era piazzato, in grisaglia, sul palco accanto ad un ebreo che aveva preso la parola per giustificare la presenza della Brigata ebraica per la prima volta al 25 aprile in piazza a Cinisello (l’oggetto del contendere con i giovani del centro sociale venuti a difendere la causa palestinese).
“Noi siamo la nostra memoria, noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti, questo mucchio di specchi rotti.” (Jorge Luis Borges).
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