Diritti

L’ingegnere Fracassi: dai respiratori anti Covid alle protesi per l’Ucraina

15 Novembre 2022
Dopo lo scoppio della pandemia, l’ingegnere bresciano inventò un respiratore con una maschera da sub, per le persone affette da Covid, nel periodo di maggiore criticità per gli ospedali italiani. Oggi è riuscito a dare vita a protesi low cost da inviare nella martoriata Ucraina, dove vi sono oltre 3 mila persone che hanno subito l’amputazione delle gambe a causa della guerra

 

 

Ancora una volta si torna a parlare piacevolmente dell’ ingegnere di origini bresciane, Cristian Fracassi, divenuto famoso durante le fasi più complicate della pandemia da Covid-19, per aver inventato un respiratore, adattando una maschera da sub e trasformandola in un prezioso dispositivo medico, atto a ventilare meccanicamente pazienti in difficoltà polmonare, diffondendo poi il progetto in rete, perché potesse essere agevolmente replicato. Bene, oggi è riuscito a brevettare delle vere e proprie gambe artificiali, ad un prezzo ragionevole, da inviare agli oltre 3 mila reduci di guerra in Ucraina, che si ritrovavo ad aver subito l’amputazione degli arti inferiori in conseguenza del conflitto.
Ill primo nome che, nel marzo del 2020, Fracassi diede alla valvola rivoluzionaria che permise di agganciare ai ventilatori polmonari, maschere della Decathlon, fu Charlotte: “L’ospedale di Chiari, in provincia di Brescia, ne aveva bisogno per 120 pazienti, ma disponeva solo di 20 pezzi. Tentammo di rintracciare la multinazionale che le produceva, ma non vollero fornici i disegni. Poco male: li replicammo con una fresa da gioielliere e in quattro ore il primo pezzo era pronto. Era nata la valvola Charlotte. In una giornata 52 ospedali da tutta Italia ne fecero richiesta: servivano 15 mila pezzi. Andai nel panico. Decisi di sfruttare la rete, chiedendo di far passare un messaggio rivolto a chiunque nel mondo avesse una stampante 3D: noi avremmo caricato gratuitamente il file, loro avrebbero dovuto aiutarci a stampare. In una giornata due milioni di download e 186 mila valvole in 72 Paesi del mondo”, racconta l’ingegnere lombardo.

 

Attualmente, il prototipo originario di Charlotte, è custodito nella collezione permanente del Victoria & Albert Museum di Londra.

Cristian Fracassi, è stato premiato dal capo dello Stato Sergio Mattarella, e non smette di portare la sua storia in giro per tutta l’Italia, promuovendo il nuovo e importantissimo progetto di Letizia, il primo esemplare di protesi artificiale degli arti inferiori, validato grazie ad una ragazza di Lumezzane, Letizia Bonomi, che ha perso una gamba da bambina.
Anche in questa fattispecie, la squadra di professionisti coordinata da Cristian Fracassi, ha raccolto la richiesta di aiuto lanciata in Rete, così come tiene a precisare: “Siamo stati contattati dalla Onlus Intermed che opera in Siria e in Ucraina a supporto dei medici locali. Una protesi oggi costa dai 5 mila agli 80 mila euro. Noi siamo riusciti a svilupparne una che costa meno di 500 euro e abbiamo deciso di non mettere margine al prodotto come con Charlotte. Con il materiale già in dotazione sono stati finanziati già ben 43 prototipi di arti, composti da un piede in poliuretano, con una struttura in alluminio ed un rivestimento in plastica, stampata in 3D. Mentre, la coppa sulla quale il moncherino aggancia la protesi è un tutore sportivo modificato“.
Le operazioni di prototipazione di Letizia hanno richiesto “Un mese e mezzo e cinque diversi modelli. Abbiamo proceduto a forza di togliere, semplificando, ma oggi la protesi è stabile e sicura, pronta per essere prodotta e spedita in Ucraina.

 

Quando si è depositari di un sapere, di una competenza capace di cambiare le sorti di tantissime persone segnate dai vari vuoti della vita, alcuni molto tragici, condividere nella forma più diretta possibile, assume i tratti  del miracolo.

Un miracolo che contiene ancora tutto quanto di buono è capace di provare il genere umano, in mezzo ad una aridità che ci viene infusa ad una velocità impressionante.

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