Diritti
Leggi infami: a 80 anni dalle Leggi Razziali ha senso parlare di Fascismo?
Il 5 settembre 1938 venivano promulgate le Leggi Razziali in Italia.
Stamattina in televisione trasmettevano un servizio durante la puntata odierna del programma Agorà Estate in cui si parlava delle leggi razziali, della cui promulgazione oggi ricorre l’80° anniversario.
Subito dopo un video riassuntivo di un minuto o due, è cominciato un confronto tra una giornalista di Libero Laura Tecce e Moni Ovadia.
Leggi razziali: Video di Euronews
Entrambi hanno rilevato fatti veritieri, eppure nessuno dei due mi ha completamente soddisfatto nella presentazione della propria visione sul punto.
Proviamo a fare una sintesi sul punto:
- Le Leggi Razziali sono state una triste pagina della nostra storia, le dobbiamo al Duce, come sapete.
- Non occorre ricordare che anche le Foibe sono state un’atrocità per lungo tempo (ora non più, per fortuna) passata sotto silenzio.
- Nemmeno occorre ricordare che sono state compiute nefandezze sia dai fascisti sia dai partigiani, come noi erano persone fallibili e ugualmente mentre alcuni di questi sono stati eroi coraggiosi, altri sia da una parte che dall’altra invece si ricordano come meri approfittatori delle circostanze.
Malgrado le critiche della Tecce però, la sensazione è che si voglia in certa misura svilire ciò che di buono hanno fatto molti durante quella che è stata la “guerra civile italiana” ; cosa che sarebbe ingiusta e un insulto alla memoria di chi ha sacrificato anche la vita per stare da quella che la coscienza gli diceva di essere la parte giusta.
Sdoganare, come pare si stia sommessamente cercando di fare ultimamente, l’ideologia filofascista come socialmente accettabile, considerando il Fascismo un fenomeno anacronistico nei tempi moderni (come sostenuto dalla giornalista) appare come una lettura quantomeno superficiale se non miope rispetto all’intento di chi la perpetra nei toni, nei modi e nei sottintesi, nei sottaciuti…
Parimenti d’altra parte si denota che continuare a perpetrare come in un loop la retorica eroica dei “partigiani tutti eroi” (non si può negare storicamente che ce ne siano stati tanti) e ignorare il fatto che si siano verificati soprusi a danno della popolazione da parte di chi si proclamava partigiano, ma di fatto approfittava e prendeva ogni cosa senza nemmeno chiedere, come se fosse tutto dovuto (purtroppo si tratta di accadimenti storicamente avvenuti) non fa altro che acuire l’attuale rigurgito di simpatia per l’ideologia fascista (filofascismo o neofascismo).
Ricordiamo che la nostra è una Costituzione fondata sull’Antifascismo e che non furono solo i comunisti a battersi contro il Fascismo in Italia. Anche se a molti piace pensarlo.
Ricordiamo infine che il Fascismo, al netto di alcune migliorie effettuate da Mussolini come l’arcinota bonifica delle paludi, sempre citata dai simpatizzanti del Duce, si macchiò di crimini orribili come la deportazione di uomini, donne e bimbi italiani in campi di lavoro e di sterminio (ebrei, ma sempre italiani) e precedentemente l’espulsione di questi dall’attività lavorativa e dall’accesso all’istruzione.
Per concludere: rendiamoci conto non solo delle responsabilità che allora abbiamo avuto nell’attuazione di leggi inique, recependo la propaganda razzista, ma anche di quelle che gravano sulle nostre spalle oggi, perchè non si ricada in vecchi schemi, di tenere alta la memoria.
Una memoria che in Italia non è stata mai elaborata, ma piuttosto nascosta e offuscata.
Rendiamoci conto che continuare a crogiolarsi nel mito “italiani brava gente” come afferma Ovadia è irrealistico perchè:
“La brava gente non è tale in quanto italiana, ma è trasversale, c’è in ogni gente e in ogni popolo. C’erano molti bravissimi italiani ora come allora ma il paese non reagì: per opportunismo, per servilismo, per indifferenza come dice giustamente Liliana (si riferisce a Liliana Segre, Senatrice a vita ndr) e lasciò che si espellessero bambini di 6/7 anni dalle scuole senza battere ciglio”
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