Diritti
Le parole sono importanti
Il generale Vannacci può pensare quello che vuole, naturalmente. Può anche scriverlo. Ma scrivendolo in un libro e dicendolo pubblicamente si espone anche al contraddittorio e anche allo sberleffo. A volte delle cose che si pensano è meglio non dirle, per varie ragioni.
In genere per opportunità. Meglio non dire sporco negro quando sei circondato dai negri, per esempio. Anche perché si potrebbe obiettare che lo sporco sei tu mentre i negri sono pulitissimi.
Dire che gli omosessuali non sono normali è una solenne minchiata perché, in primis, definire la normalità è impossibile, soprattutto in ambito sessuale. Il generale Vannacci è semplicemente una persona assai disinformata, diciamo ignorante, e non conosce bene la lingua italiana. Probabilmente è un bene che sia stato destituito da un istituto così importante come quello Geografico Militare, ma sarebbe anche meglio degradarlo e destituirlo di qualsiasi potere, anche perché non sappiamo come colui si potrebbe comportare con un soldato dichiaratamente omosessuale, dal momento che lo considera anormale. Potrebbe risultare pericoloso.
La sua crociata per la normalità probabilmente parte da visioni ormai obsolete, visioni di una società dove ciò che è normale è riferito a una visione della Natura piuttosto limitata. Sono gli aficionados di Dio, Patria e Famiglia, di cui anche il signor Meloni e il presidente della camera Fontana sono dei fanatici fan. Infatti basterebbe solo considerare che se l’omosessualità esiste in natura significa che ne fa parte e che quindi è naturale, nonostante il generale blateri ingenuamente che se fossimo tutti omosessuali la stirpe umana scomparirebbe e basta questo per considerare l’omosessualità anormale. Poveretto. Proprio un ignorante. Si sarà sentito forte e spalleggiato da un governo di estrema destra che in quanto a sessismo e razzismo ha già fatto sentire le sue voci sgraziate.
Ci si stupisce di chi lo abbia promosso al più alto grado possibile in un esercito, quindi in grado di decidere delle sorti del battaglione che comanda. Una persona che dichiara simili cose non è solo un povero ignorante ma anche un pericolo pubblico, in quanto il pregiudizio può influenzare le sue decisioni. Meriterebbe di essere condannato non per i suoi pensieri ma per le sue parole, e costretto a svolgere lavori sociali all’interno di una comunità gay per vedere chi sono realmente gli omosessuali e cosa fanno. Infatti colui non sembra conoscerli, parla per pregiudizi. Perché non è vero che chiunque può dire qualsiasi cosa in una democrazia, ci sono anche cose che, proprio perché siamo in una democrazia, non si possono e non si devono dire.
Chissà se il generale è al corrente che l’invincibile battaglione sacro tebano era composto da 150 coppie di soldati omosessuali, perché si riteneva che il forte legame affettivo tra i soldati li spingesse a combattere anche per difendere il proprio amato. Anche a Sparta era così. Ma, certo, è roba di 2400 anni fa. Il generale Vannacci è figlio del suo tempo, tutto supervirile perché è “normale”. Il testosterone che deborda dalla sua persona ne fa un maschio alfa inequivocabile, militare poi! Anche se…
In genere, se qualcuno disprezza una categoria di persone, è perché o ne ha paura o perché vorrebbe essere come loro, e per autoconvincersi di non esserlo proclama di essere all’opposto, ossia di essere “normale”. Senza rendersi conto che l’anormale, nella nostra società, è proprio lui. Lui parla di minoranze che condizionano la vita dei “normali”, dettando legge. Mentre non c’è nessuna legge che dica che gli omosessuali siano superiori agli eterosessuali, al contrario la nostra Costituzione racconta che siamo tutti uguali e che abbiamo tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri. Evidentemente, la parola “diritti” non spetta a coloro che non sono “normali” secondo l’ottica di colui. I doveri, certo, i doveri sono invece scontati. Devono pagare le tasse, gli anormali, anche per mantenere un parassita e da colui sentirsi insultati. Anche in questo il nostro generale non sembra ben informato. Non rendendosi conto, paradossalmente, che i militari sono una minoranza all’interno della società. Povera stella. Manca di basi logiche. Chissà chi glielo ha scritto quel libro.
Può darsi che tutto questo terremoto suscitato dal libro sia un preciso calcolo per uscire da una carriera militare arenata per approdare, ormai con un seguito di fans, alla politica. È una tattica da influencer la sua, c’è un prodotto, un libro e tanti commenti, su amazon, per esempio, assolutamente inneggianti ai contenuti di quel libro. E Forza Nuova, rivoltante gruppuscolo di estrema destra, si è fatta avanti per eventuali candidature del generale alle elezioni. Questo mi spaventa ancora di più perché un elemento simile col potere in mano di legiferare o di amministrare diventa pericolosissimo e va fermato in tempo.
Il governo si è ufficialmente distaccato dalle parole usate nel capolavoro letterario del generale ma non abbastanza.
Infatti, il libro, che continua a essere in vendita su amazon, è addirittura acquistabile attraverso il Bonus Cultura e la Carta del Docente, perché evidentemente “Il mondo al contrario” di Roberto Vannacci è un’opera fondamentale nell’educazione dei giovani. Soldi miei, e vostri, che finanziano queste schifezze e le fanno prosperare. L’italia, colla minuscola, ha preso una brutta deriva psicofascista che sarà il caso di correggere.
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