Diritti
le donne di sardegna danno scacco matto elettorale
Abbiamo inchiodato la politica sarda, così si esprime la Prof.ssa Carla Puligheddu, presidente dell’Associazione donne sardiste e componente della segreteria del Coordinamento 3 – Donne di Sardegna ( nella foto).
Con una votazione del 21 novembre, il Consiglio Regionale Sardo ha introdotto nella Legge Regionale Elettorale la doppia preferenza di genere. Non solo le donne sarde ma tutti coloro cui sta a cuore la piena attuazione della Costituzione hanno ottenuto una vittoria epocale e non solo per la Sardegna. Introdurre la doppia preferenza significa anche attuare in pieno la Costituzione e dare parità piena di genere. Una vittoria ottenuta con una determinazione senza eguali. Io le ho conosciute, alcune almeno, di queste epigone, autentiche Marianne da combattimento in una terra che facile non è.
Un precedente del quale non si potrà tenere conto, nel futuro, anche ai fini dei prevedibili ricorsi sulla legge elettorale vigente. Felice Besostri è già al lavoro e speriamo che le prossime revisioni tengano nel conto dovuto questa novità che la stampa nazionale ha tenuto “ molto riservata”.
Nella sua riflessione dopo il voto, così si esprime la Puligheddu
“Grazie a chi ha creduto nel valore dell’unità ed ha saputo rappresentare tutte le donne della Sardegna, eredi di Eleonora pioniera delle pari opportunità, in questa faticosa e tenace battaglia di civiltà che per affermarsi, ha dovuto costringere un’assemblea, deputata dal popolo, ad applicare la Costituzione e trovare soluzioni sostenibili e plausibili ai bisogni emersi della comunità. La cenerentola delle riforme, archiviata da un’assemblea indifferente ai 14 anni di rivendicazioni femminili; tiepida nella riproposizione perché rassegnata all’irrisolvibile ostilità dell’onorevole antifemminismo; all’indomani del voto in aula, si è trovata d’incanto, tanti padri e tante madri. Chi l’avrebbe mai detto. Nell’esultare per il tassello di democrazia e legalità, situato quale pietra angolare di un sistema autonomistico, carente nella rappresentanza istituzionale, ritengo fondamentale ripristinare la memoria per conferire dignità all’iter che ci ha condotto fin qui. Affinchè la storia non venga occultata, iniziamo noi donne a riconoscere le “madri” di questo processo emancipativo. Quelle che in tempi “oscurantisti” hanno avuto il coraggio di introdurre nell’agenda politica, questioni di democrazia paritaria. Non siamo dunque partite dall’anno zero, le battaglie fatte in quegli anni hanno tracciato la nostra strada e illuminato il traguardo. Il pressing femminile, decollato trasversalmente e dal basso, ha sviluppato un imponente movimento di opinione che ha inaspettatamente inchiodato la politica sarda costringendo il presidente Pigliaru ed un estremo sussulto e ad un preciso monito: votare per esistere, approvare per sopravvivere. La norma è passata con 50 voti a favore e 2 contrari! Le donne sarde hanno scritto una bella pagina di storia! Grande momento! Grande emozione, ma questo é solo l’inizio di un progetto per una Sardegna protagonista. La visibilità mediatica conquistata dalle donne, la capacità di non mollare mai la presa, l’avere contrastato e smontato, una dopo l’altra, le mosse dei giocolieri, sono state fondamentali per ottenere il voto favorevole. Un lavoro efficace, quello delle donne, concreto, trasparente, duro ma giusto, intelligente, equilibrato e onesto. Soddisfazione dunque per la straordinaria determinazione dei movimenti femminili ed per un consiglio regionale che, davanti alla concreta possibilità di perdere tutto, ha preferito perdere l’illusione di qualcosa di cui, comunque non aveva alcuna certezza. Daremo forza e sostanza a questa conquista con l’auspicio di trasformare in azione politica la nostra energia, con la sincera volontà di assumere le responsabilità che ci aspettano. La nostra presenza sarà tangibile, forte e chiara, tesa a costruire insieme. Da oggi, il patto sociale avviato con la dpg, guarderà verso la tutela dei diritti di cittadinanza attiva che impone di modificare l’intera legge elettorale sarda, lesiva dei principi di rappresentanza dei territori e delle minoranze. Rivolgerà lo sguardo alle crepe del welfare, alla carenza dei servizi, al bisogno di misure preventive e strutturali contro la violenza. E poi contrasterà gli stereotipi, promuoverà forme innovative di istruzione, ambienti di apprendimento qualitativamente efficaci, economia della cultura, tutela del territorio e dell’ambiente, lingua. La battaglia delle donne corale, con punti di vista e apporti differenti ha vinto contro i luoghi comuni. E adesso, arriva il bello!!!”
http://www.sardegnadies.it/doppia-preferenza-di-genere-abbiamo-inchiodato-la-politica-sarda/
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