Diritti
L’antisemitismo a sinistra esiste: solo che quello di destra non è “residuale”
Il caporedattore del quotidiano La Verità Francesco Borgonovo interviene spesso sul tema dell’antisemitismo facendosi alfiere di opinioni che mi sembra importante discutere. Nel registrare comunque la presenza di espressioni d’odio e più precisamente di antisemitismo, Borgonovo muove delle critiche molto precise all’indefinito mondo della sinistra accusandola di strumentalizzare il tema dell’antisemitismo a fini politici. L’analisi che propone nell’editoriale scritto sabato 9 novembre descrive una ipotetica parabola politica che avrebbe visto negli ultimi decenni i partiti di sinistra sostituire la loro attenzione verso la difesa dei diritti dei lavoratori in Europa in direzione di una maggior sensibilità verso le minoranze. Sarebbe questa, a suo giudizio, la ragione principale della perdita di consenso nelle periferie urbane a favore delle più abili formazioni nazionaliste, pronte a mietere voti in queste consistenti fasce sociali rimaste orfane. La conclusione di questa involuzione della sinistra sarebbe, a giudizio del giornalista, lo sviluppo di una politica fondata sull’antirazzismo, ideata per colpire i diritti dei cittadini italiani e della nazione. Questo è il contesto nel quale Borgonovo inserisce il tema dell’antisemitismo, e per essere coerente all’impalcatura virtuale della sua analisi giunge a una doppia conclusione: 1) l’antisemitismo espresso dalla destra estrema sarebbe “residuale” e sostanzialmente poco pericoloso. 2) La sinistra eviterebbe accuratamente di dire che il “vero” antisemitismo pericoloso è quello islamico, e non lo citerebbe perché in definitiva la sinistra tende a favorire l’Islam con le sue politiche pro migrazioni.
Poiché è piuttosto semplice di questi tempi muovere critiche alla sinistra, il disegno proposto da Borgonovo può sembrare coerente e gode di indubbie simpatie negli ambienti di destra, anche quelli ebraici. Il problema è che il discorso fa acqua da tutte le parti; scrive cose che mancano di una seria analisi e che sono anche molto ideologiche (il giornalista mette subito in chiaro a quale tipo di verità intende piegare la realtà fattuale), e sorprendentemente evita invece di affondare il coltello in una piaga incisa nella storia della sinistra, ferita aperta e ancora ben presente. L’antisemitismo, infatti, non è un linguaggio politico utilizzato solo dalla destra o nel mondo islamico. Si tratta di un prodotto multiforme, ben visibile anche nella tradizione cristiana, nei nazionalismi europei e naturalmente anche nella lunga tradizione politica della sinistra. Borgonovo lo sa bene. Che ci sia antisemitismo a sinistra è cosa nota e ampiamente dibattuta. E allora perché, se l’obiettivo è attaccare la sinistra sull’antisemitismo, il giornalista preferisce parlare d’altro? E soprattutto perché, nel parlare d’altro, dice delle falsità? Perché è oggettivamente falso (ma funzionale alla propaganda politica di cui il suo giornale è campione) che l’antisemitismo della destra sia “residuale”. Tutte le statistiche e le rilevazioni di dati sull’odio in rete dicono esattamente il contrario. L’antisemitismo è un tema centrale nella propaganda della destra e in alcuni casi recenti è transitato direttamente in azioni violente, con attacchi terroristici di sovranisti bianchi ultras di una cristianità mal digerita a sinagoghe e centri di cultura ebraici in tutto il mondo. E se è vero che l’antisemitismo di matrice islamista è allarmante e pericoloso, è falso che non ci sia una islamofobia radicata e profonda che va combattuta con decisione.
Saremmo di fronte a questioni di lana caprina, ma purtroppo dobbiamo fare i conti con fenomeni reali, con attentati, morti e feriti. Borgonovo si crea una realtà virtuale in cui la sinistra preferisce trastullarsi nella difesa delle minoranze straniere perdendo di vista le classi lavoratrici. Forse potrebbe provare al contrario a riflettere sul processo di deindustrializzazione, sulla fine delle classi sociali, sul crollo delle ideologie, che sono cause ben più misurabili a cui attribuire oggi la debolezza di quella componente politica. Purtroppo, nella realtà gli ebrei in Italia sono effettivamente minacciati sul web, e le sinagoghe devono essere presidiate dall’esercito per difenderle dalle minacce terroristiche provenienti da ambienti diversi, dalla destra estrema come dal fondamentalismo islamista. Non vedere questo pericolo nella società italiana, non leggere i dati che ci parlano di 7 milioni di antisemiti “puri” nella Penisola (analizzati anche per simpatie politiche se Borgonovo si prende la briga di leggere i sondaggi), non capire che l’istituzione della commissione d’inchiesta al Senato è un atto istituzionale di rilievo per ragionare sui reati d’odio in questo paese (e non solo di antisemitismo), significa – in definitiva – non fare un buon servizio all’informazione.
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