Diritti
La muffa dell’ignoranza
Cucù Bambino è un’idea geniale perché, effettivamente, Gesù è venuto a fare cucù al mondo dal nulla. Il padre fittizio gli è stato affibbiato d’ufficio, in quanto una ragazza madre, in quella società arcaica, non avrebbe avuto abbastanza assistenza: i diritti delle donne non esistevano allora, anzi diciamo che le donne, secondo le favole che si spacciavano per Storia, erano foriere di peccato. Più avanti nei secoli furono addirittura spacciate per streghe, ritenute cause di catastrofi e perseguitate. Anche questo andrebbe raccontato ai bambini.
Alla fine se le maestre dicono ai bambini che Babbo Natale non esiste, scioccandoli, dovrebbero anche spiegar loro perché e quindi tutta la storia infinita di san Nicola di Myra (conosciuto anche come san Niccolò, san Nicolò, san Nicolao e varianti) e di tutti i vari travestimenti di cui l’hanno caricato nei secoli, con servitori oscuri tipo l’orrendo Krampus. Sarebbe un bel gioco, effettivamente, far indagare i bambini e far loro scoprire come tutto questo sia una frode commerciale, alla fine. Niente di male a scambiarsi i regali, lo si faceva già nel mondo antico, ma che li porti Babbo Natale, proprio no.
Stessa cosa per la Natività, andrebbe raccontata la storia così come sarebbe, ossia la scarsezza delle fonti, il sincretismo di varie religioni orientali, il Sole Invincibile, Mitra e tante altre favole mediorientali che, sovrapponendosi, hanno creato il Cucù Bambino, che non sarebbe neanche nato il 25 dicembre. Questa sarebbe una vera lezione di Storia mentre quella di Cucù Bambino è fantastoria.
L’unico errore che hanno fatto quelle maestre in Veneto è che in una canzone dedicata non si può cambiare il testo scritto a piacimento. Altrimenti dovremmo cambiare tutte le invocazioni alle muse dei poemi classici, gli inni, le lodi, eccetera. Sono quelli, basta, sono nati così perché si sono sviluppati in base alla dottrina. Se si decide di cantare Tu scendi dalle stelle, lo si deve fare secondo i crismi e il testo che c’è, o se devi cantare il Messiah di Händel non puoi cambiare i nomi: For unto us a cuckoo is born, non funziona proprio. Salvo, poi, appunto dimostrare coi fatti che è una canzone poetica e simbolica che non ha niente a che vedere colla realtà dei fatti poiché è pura superstizione religiosa. Così si formerebbero le classi giovanili del futuro, già allertate che nella vita bisogna stare attenti alle bufale e a chi le propone, imparando a discernere senza bersi qualsiasi baggianata.
Questa è la fede! Appunto, bambini, è proprio la fede che accieca, perché non è razionale ma è magia, illusione, artificio. Non sarebbe una bella conquista per i nostri giovani in erba rendersene già conto in tenera età? Non si toglierebbe alcuna poesia, anzi, al contrario si potrebbe mostrare loro l’immensa poesia della natura e dell’universo senza inferni, purgatori e paradisi. Tanto, successivamente, avranno tempo di studiare poemi epico-cavallereschi e divine commedie con maggiore consapevolezza.
Ovviamente, all’apparire del Cucù Bambino, i genitori cattolicissimi e col paraocchi incorporato hanno protestato perché le ragioni che le maestre hanno portato per la loro causa era la non discriminazione degli altri bambini non necessariamente cristiani. Che, da un certo punto di vista, è un atteggiamento sano, in quanto rispetterebbe la diversità ma il punto è che la religione dovrebbe proprio star fuori da una scuola laica come la nostra dovrebbe essere. Il Natale, poi, è una festa religiosa, come dice il papa, e non consumistica. Che lo sia diventata da un paio di secoli a questa parte è un’altra faccenda e che sia diventata un’arma del consumo compulsivo e dello spreco è ancora un altro aspetto da approfondire. E che la scuola italiana, dove un crocifisso appeso al muro era fino a poco tempo fa il decoro più ambito in una classe scolastica, più di una carta geografica, sia vassalla del cattolicesimo a causa del Concordato, è un’altra cosa da tenere presente. Così come è da tener presente la quantità di miliardi di credito che lo Stato ha nei confronti del Vaticano e che non ha ancora riscosso, tartassando invece gli italiani con nuovi tagli e nuovi balzelli.
La mistificazione del cristianesimo (non parliamo dell’islamismo e dell’ebraismo che pure sono altre, colossali, mistificazioni che annebbiano la mente e che sono causa di guerre sante ancora oggi), apparentemente innocuo e portatore di pace e bene, è servita, in realtà, per prendere il potere e sostituirsi ad altre religioni nel territorio dell’antico Impero Romano, per giungere fino a noi, che ormai viaggiamo sulla Luna e sappiamo come funziona l’universo, scoprendone ogni giorno qualche mistero in più. Se era per la fede, il Sole ruotava ancora intorno alla Terra.
La sede della Trinità, nell’Empireo, da qualche parte nei cieli, non riesce a vederla nemmeno il telescopio spaziale James Webb, così come i radiotelescopi non hanno captato la minima melodia angelica in lode del creatore, e, se non ci riescono loro, state tranquilli che proprio non c’è, a dispetto delle canne che si dev’essere fatto Dante per descrivere così accuratamente le schiere degli angeli nella luce perenne, poi dipinte, in seguito, su cupole e volte di chiese barocche.
Continuare a insegnare le favolette religiose ai bambini, almeno in paesi moderni e democratici come il nostro dovrebbe essere, è una delle ragioni dell’arretratezza culturale di un Paese dove la religione è più importante delle scienze. Nei paesi del Terzo Mondo è così, così come nei paesi islamici dove la visione del mondo è teocratica.
Inoltre, mentendo, si causerà uno choc ai bambini in quanto si chiederanno sicuramente perché i grandi li hanno ingannati con una bugia se poi Babbo Natale non esiste, e rifletteranno che, se i grandi hanno già mentito una volta, sicuramente lo faranno ancora. E infatti, i grandi, gli adulti, che siano i familiari o che siano i nostri governanti, come per esempio Salvini, che, ricordiamolo, diceva qualche anno fa di avere negli italiani sessanta milioni di figli, non fanno altro che mentire spudoratamente di continuo ai loro infanti. E gli infanti creduloni ci cascano senza sosta perché accettano le fole propinate dai politici, nell’atmosfera più paternalista possibile, in quanto, forse, abituati da bambini ad aver fede.
Non mi stancherò mai di citare Ignazio Buttitta, poeta di Bagheria, che diceva sempre: “Nella mente bisogna fare entrare il Sole, che asciuga la muffa dell’ignoranza.”
Io con sgomento ho appreso dell’esistenza dell’ora di religione alla scuola materna, nella quale a bimbi di tre, dico tre, anni si racconteranno le favole bibliche, dando immeritata credibilità alla superstizione cattolica, da sempre vettore di intolleranza verso donne, gay e non credenti… E di evasione fiscale.
Chi non vuole, può fare uscire il proprio figlio dalla classe… Di fatto rischiando l’esclusione/stigmatizzazione da parte della classe che ascolta le innocenti fiabe…
La superstizione religiosa va assolutamente tenuta fuori dalla scuola, per il bene della società civile