Diritti

La Grecia condannata dalla Corte Ue dei diritti dell’ uomo

20 Marzo 2023
Ad Andreas Georgiou ex capo dell’ufficio statistico (Elstat) è stato negato un processo equo. E, la Corte di Cassazione, ha rifiutato in maniera immotivata la richiesta di rimettere il caso alla Corte di giustizia europea

 

La Grecia, viene condannata dalla Corte di Giustizia Ue, per non aver consentito all’ex capo dell’ufficio statistico (Elstat), Andreas Georgiou di essere sottoposto ad un processo equo e, per di più, con il rifiuto immotivato da parte della Corte di Cassazione, di rimettere il caso alla competente autorità giurisdizionale in materia di diritti umani per i Paesi membri della Unione. Georgiou, aveva diretto l’ufficio statistico per cinque anni, precisamente dal 2010 al 2015, di fatto, conducendo la revisione al rialzo del deficit e del tasso di debito pubblico nel periodo in cui si erano verificate falsificazioni dei conti ad opera delle varie istituzioni.

Quello che mi appassiona e che perseguirò fino alla fine è la mia piena riabilitazione giuridica e morale ,che devo a me stesso, alla mia famiglia e agli altri statistici in Grecia, nell’Unione Europea, ma anche in tutto il mondo, che devono poter lavorare esclusivamente sulla base dei principi dell’etica statistica per la produzione di statistiche affidabili”. Queste le parole con cui lo stesso Andreas Georgiou, ha commentato la sentenza della Corte europea dei diritti umani, che ha condannato la Grecia per avergli negato in modo preordinato di accedere ad una celebrazione processuale equa.

Negli anni della crisi economica e finanziaria più bui e profondi per lo stato greco, con la crisi del debito sovrano e  il “salvataggio” portato a termine dalla Troika, l’ex capo dell’Elstat, è stato additato dalle forze politiche tutte, sia al Governo che all’opposizione, come unico colpevole del fallimento monetario, rivolgendogli un vero e proprio trattamento persecutorio a livello giudiziario e, quindi, processuale, che non ha mai tenuto conto nemmeno dei numerosi appelli lanciati da autorevoli società scientifiche o premi Nobel, dai toni assai accorati per l’angoscia di vedere il diritto di informazione manipolato e minacciato, specialmente per i professionisti del settore statistico operanti nella Ue.

Georgiou, da quel momento, vive negli Stati Uniti, a seguito anche di pesanti minacce ricevute, dopo essere stato condannato in secondo grado, nel 2017, per violazione del dovere d’ufficio, diffondendo informazioni circa il deficit fiscale del 2009, senza la previa autorizzazione dell’Elstat. Lo statistico, dal canto suo, ha sempre spiegato come, il suo agire, fosse conforme alla condotta richiesta dal principio di indipendenza professionale regolata dal Codice europeo di statistica, secondo cui, spetterebbe al solo capo dell’Elstat, la responsabilità esclusiva di decidere se diffondere tali informazioni. Dunque, i legali di Georgiou sono ricorsi in Cassazione, chiedendo un pronuncia in via pregiudiziale alla Corte Europea di giustizia. Ma, la Corte di Cassazione, ha rigettato l’istanza non fornendo alcuna motivazione. Quindi, la Cedu, si è espressa, negli scorsi giorni, condannando la Grecia, per violazione del diritto ad un equo processo, spettante ad Andreas Georgiou, esortando i magistrati di Cassazione, a riaprire il caso giudiziario dell’ex capo dell’Elstat, laddove ve ne fosse richiesta.

La norma sulla responsabilità esclusiva dei direttori degli uffici di statistica prevista nella Ue “è di fondamentale e cruciale importanza per l’affidabilità delle statistiche ufficiali dei Paesi Ue e la loro protezione da ogni tipo di intervento politico e governativo, proprio la patologia che ha portato al fenomeno delle statistiche greche. Per queste ragioni, la decisione della Corte, con il riconoscimento che la mia condanna è stata ingiusta, è particolarmente gratificante“, dichiara Georgiou attraverso una nota ufficiale, che specifica come, sebbene questo orrore giudiziario abbia “avuto pesanti ripercussioni personali”, ha scelto di non chiedere alcun risarcimento economico, ma di incentrare la sua battaglia sulla difesa dell’indipendenza della statistica ufficiale, un importantissimo strumento di informazione che sposta di molto l’ago della bilancia, rispetto allo stato di salute dei conti dei Paesi europei.

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