Diritti
I diritti sono diritti di tutti, intervista con Monica Cirinnà
Termina con oggi un week end fitto di eventi e argomenti per la comunità LGBT*. Ieri l’onda dello Human Pride è atterrata a Milano, Bologna, Torino, Perugia e Cagliari, dove la parata ha concluso il percorso alla festa di Emergency.
A Milano, gli organizzatori parlano di 150.000 partecipanti, che hanno concluso la parata in Piazza Oberdan dove dal palco il Sindaco Pisapia ha rilanciato al Parlamento la sfida e la provocazione nel muoversi a fare una legge.
Nella stessa location due giorni prima, sempre all’interno della Pride Week, insieme a Pisapia sono intervenuti vari esponenti PD, tra cui Micaela Campana, responsabile welfare e diritti PD e Monica Cirinnà, relatrice del disegno di legge sulle unioni civili in discussione al Senato.
Nelle stesse ore in cui Campana e Cirinnà parlavano a Milano, giungeva dagli Stati Uniti la notizia che la Corte Suprema Americana decideva per la completa estensione del matrimonio egualitario in tutti gli Stati del Paese. Una notizia storica, che aggiunta al referendum irlandese di un mese fa, getta l’Italia ancora di più nell’imbarazzo di un passato medioevale ormai ingiustificabile e imbarazzante a livello internazionale.
Micaela Campana, donna di segreteria PD, ha rassicurato che il partito procederà spedito con il testo attuale per una veloce approvazione, senza compromessi e senza concessione di alcuna scelta etica, perché si parla ormai di diritti umani.
Se tutto va bene quindi arriverà un testo già vecchio e obsoleto rispetto agli standard internazionali dei Paesi più avanti di noi.
Per comprendere meglio la situazione attuale ne ho parlato con Monica Cirinnà, a ridosso della sua partecipazione alla vigilia del Pride.
Senatrice Cirinnà, siamo arrivati in un momento importante del disegno di legge a cui lavora da mesi, quello che riguarda le unioni civili e le convivenze di fatto. In che fase siamo adesso? Che settimane, mesi ci aspettano?
Ci aspetta la fase cruciale della discussione in commissione. Dopo i miei pareri, sulle modificazioni che ho recepito ci saranno i subemendamenti dei colleghi senatori sui quali sarò chiamata nuovamente a dare un parere. Poi le votazioni: dopo le dichiarazioni di inammissibilità del presidente Palma le proposte di modifica sono diventate meno della metà rispetto alle oltre 4.000 depositate a inizio maggio. Il lavoro sarà lungo e faticoso perché proprio in questa fase l’iter rischia di tornare ad essere bersaglio degli ostruzionisti che potrebbero diluire i tempi sfruttando la possibilità di illustrare le loro proposte emendative. Molto dipende anche dalla cadenza e dalla durata delle sedute di commissione. Il nostro obiettivo realistico resta quello di portare in aula il testo licenziato prima della pausa estiva.
L’unione civile del suo testo è equiparabile al matrimonio? Il suo testo prevede qualcosa circa le possibilità di fecondazione non naturale?
No. Se il matrimonio è un istituto basato sull’articolo 29 della Costituzione, l’unione civile tra persone dello stesso sesso mira a garantire il diritto alla vita familiare alla luce dei principi sanciti dall’articolo 2 della nostra Carta. Le parti di un’unione civile potranno godere di tutti i diritti sociali del matrimonio senza però toccare il capitolo della procreazione medicalmente assistita e dell’adozione legittimante. L’omogenitorialità, in compenso, sarà riconosciuta attraverso l’estensione di una parte della disciplina delle adozioni speciali che permetterà a una persona unita civilmente di adottare il figlio biologico o adottivo del o della partner.
Circa il parere sui numerosi emendamenti che sono stati presentati, il Governo ha deciso di rimettersi al suo parere. Come interpreta questo atteggiamento?
E’ prima di tutto un segno di rispetto nei confronti del popolo italiano. Parliamo di un dibattito troppo importante per molte persone, dal quale le dinamiche degli equilibri di Governo devono tenersi alla larga. Accadde la stessa cosa per la legge sul divorzio: adesso sta alle forze politiche in Parlamento confrontarsi e trovare un consenso ampio per consegnare agli italiani una legge che si è fatta aspettare da troppi anni.
Gli oppositori ribattono prevalentemente su due temi: reversibilità della pensione e adozione del figlio biologico del partner. Due recenti ricerche, una indipendente (lavoce.info/archives/33871/pensione-di-reversibilita-alle-coppie-gay-non-costa-quasi-nulla/) e una ufficiale dell’INPS (www.articolo29.it/2015/studio-inps-reversibilita-per-i-gay-non-incide-bilancio-nel-2016-costera-appena-100-000-euro/) confermano la piena sostenibilità economica circa la reversibilità della pensione. Pensa che questi due elementi possano essere sufficienti a tenere ferma questa salvaguardia anche per le coppie dello stesso sesso?
Gli oppositori forse non hanno compreso gli importanti studi che lei ha citato, e forse fanno finta di non conoscere la legge: a pieno regime il metodo contributivo per il calcolo delle pensioni assicura la totale sostenibilità del sistema pensionistico, è dimostrato. Indipendentemente dalla cornice scientifica e giuridica la giurisprudenza europea non ammetterebbe nessuna distinzione di trattamento sul reddito per ragioni legate all’orientamento sessuale: la pensione di reversibilità quindi non si può toccare. Stepchild adoption? Non siamo stati chiamati a decidere chi merita la patente di genitore e chi no: il fenomeno dell’omogenitorialità nel nostro paese non è una novità, dobbiamo urgentemente garantire il benessere dei minori. Anche qui la giurisprudenza ha fatto passi da gigante con la trascrizione degli atti di nascita dei figli delle famiglie arcobaleno nati all’estero, non ci è rimasto che portare in dottrina tutto questo bagaglio di pronunciamenti.
Sul tema della estensione della responsabilità genitoriale al genitore non biologico alcuni membri del PD hanno però presentato emendamenti che alleggeriscono questo ruolo, equiparandolo all’affido, mentre altri membri, come il senatore Lo Giudice, hanno presentato emendamenti volti a rafforzare questa misura di tutela dei minori. Quale sarà la sintesi del PD fra queste due posizioni?
La mediazione è per definizione il testo base. Il PD, da grande partito qual è, approfondirà il dibattito interno sulla questione e credo che convergerà su questa posizione. Non dimentichiamo che la stepchild adoption e il ‘modello tedesco’ facevano parte del programma elettorale per le politiche del 2013 oltre che delle ultime primarie per la segreteria del partito.
Questa sembra essere la prima riforma importante di questa legislatura che potrebbe passare tramite l’iter parlamentare e non a seguito di scelte politiche del Governo. Se aggiungiamo a questo che il testo base è stato approvato in Senato anche con i voti di SEL e M5S, questo lascia pensare che sul suo testo ci potrebbe essere una maggioranza trasversale, che non corrisponde a quella di governo. Questo è nelle sue aspettative? E il suo partito, il PD, che posizione ha?
Le maggioranze ampie devono essere cercate in tutte le riforme che trasformano così profondamente il modo in cui un Paese si presenta davanti al resto del mondo. La scelta del Governo di rimettersi ai pareri della relatrice è un segnale a tutte le forze politiche che vogliono collaborare in maniera costruttiva a svestirsi dei propri colori per fare insieme una buona legge.
Sabato scorso a Piazza San Giovanni a Roma c’è stato il family day, promosso da chi osteggia il suo ddl. Che messaggio vuole mandare a quella piazza?
Chiedo di prestare orecchio e di mettere da parte le riserve mentali e le posizioni ideologiche : basta ascoltare le testimonianze delle famiglie arcobaleno per guardare tutto da una diversa prospettiva. Sono sempre aperta al confronto; in questi mesi viaggio molto per dibattiti e conferenze, ma devo dire di non essere mai stata invitata, ad esempio, dalle associazioni promotrici del family day. Mi piacerebbe interagire con quel tipo di platea per motivare le scelte che ho fatto per la stesura del testo base.
Questo è il mese dell’Onda Pride in Italia. Tutte le città ospiteranno una festa che però ha un significato profondo, nella richiesta di diritti e doveri che alla comunità LGBTI italiana ancora non vengono riconosciuti. Lei senatrice si sta impegnando in aula, ma anche sul territorio. Che società incontra quotidianamente? Cosa raccoglie come risposta nei territori?
Come ho detto ricevo molti inviti ad iniziative legate ai pride, ho deciso di non sottrarmi alle opportunità di scambio di punti di vista e idee. E’ la prima volta che entro in contatto con le tematiche LGBTI da così vicino, e devo dire che sto imparando moltissimo. In queste occasioni ricevo molte dimostrazioni di stima e sostegno, ma incasso anche le critiche di chi legittimamente chiede il matrimonio egualitario e guarda con sospetto il mio testo. Nel complesso però vedo negli occhi di molti la speranza di cambiamento, è un ottimo segno per l’Italia.
Perché una riforma del genere secondo lei non è più procrastinabile?
Perché basta fare una conta per essere consapevoli della generale apertura di tutti i Paesi civili sul tema dei diritti. L’Italia rischia di cadere nel calderone di chi un giorno sarà considerato dalla parte sbagliata della storia, e una buona parte della politica sembra essersene accorta.
La candidata democratica alle primarie americane Hilary Clinton dice che i diritti Lgbt, sono diritti umani. Lei cosa ne pensa?
Sono d’accordo. I diritti – anche se solo di una parte della popolazione – sono diritti di tutti. Si deve guardare con la massima attenzione ad ogni minima violazione: il rispetto per gli altri e la libertà sono alla base della cultura e del senso di cittadinanza che la nostra Costituzione dovrebbe ispirare. Ogni attacco a questi principi è un attacco a ciò che ci rende uniti nel nostro bene più prezioso.
Mentre concludiamo la chiacchierata arriva la notizia storica della Corte Suprema USA, il mondo dei social sembra impazzire e la senatrice Cirinnà chiosa: “E’ una decisione storica e, dopo l’esito del referendum irlandese, un’ulteriore spinta affinchè tutti i Paesi europei, compresa l’Italia, adeguino la loro legislazione sui diritti civili. Mi auguro che ora, su questa linea giurisprudenziale, il testo sulle unioni civili possa essere licenziato in tempi brevi e con serenità, pur nelle legittime differenze di opinioni. E’ evidente, infatti, che si tratta di una questione civile e di diritti umani e non di etica”.
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