Diritti

Gli Scout insieme ai Rom, oltre i pregiudizi

19 Febbraio 2019

Sapreste dire quanti rom vivono in Italia e da quanto tempo? Ed è vero che la maggior parte dei rom abita nei campi e lo fa per scelta, che rubano i bambini e sono nomadi? Le risposte giuste sono che nel nostro Paese ci sono circa 200mila rom, che vivono qui da più di 500 anni, solo una minoranza di loro risiede nei campi e non certo per scelta ma perché i Comuni spesso non sono interessati veramente a trovare loro una sistemazione. Inoltre, sono più di 20 anni che nessun rom è accusato di rapimento di bambini e non è vero che sono nomadi.

Quante risposte esatte avete dato? Molto probabilmente ne avete sbagliata qualcuna, perché i rom nell’immaginario collettivo sono un insieme di pregiudizi. Per smontarli, il Noviziato del gruppo scout Agesci Roma 8, formato da 15-16enni guidati dai capi Gaia Cerquetelli e Marco Parisi, è partito una ricerca sul campo del proprio quartiere, il Della Vittoria, conducendo un sondaggio su un campione di 350 abitanti, e ha poi studiato per mesi per scoprire la vera storia e cultura di questo popolo. Che è profondamente italiano ed europeo.

Il risultato di questo lungo lavoro, coadiuvato da docenti universitari come Antonio Ciniero dell’Università del Salento, è un video intitolato “Oltre i pregiudizi: alla scoperta dei rom”, che sarà pubblicato su YouTube, con il quale gli adolescenti spiegano in modo chiaro e breve quello che hanno imparato sulla storia e la cultura di queste persone, anche con interviste ad alcuni rom. Tale progetto è stato scelto dagli stessi ragazzi ed è molto coraggioso, perché appena si nominano i rom in Italia scoppia inevitabilmente la polemica più infuocata. Questo lavoro di ricerca è una goccia nel mare della lotta al pregiudizio, come hanno sottolineato gli stessi scout. Ma il mare non è forse fatto di gocce?

Il video, fresco ed efficace come solo degli adolescenti nativi digitali potevano realizzarlo, è stato presentato ufficialmente presso il teatro Verde a Roma lo scorso 15 febbraio, una data non scelta a caso, collocata tra la Settimana della Memoria delle vittime dello sterminio nazifascista e la Giornata mondiale della Giustizia sociale.

All’evento hanno preso la parola, dopo i ragazzi, il presidente dell’associazione 21 luglio Carlo Stasolla, che da decenni si batte per i diritti civili dei rom, la presidente del I Municipio di Roma ed esponente Pd Sabrina Alfonsi, il professore di Antropologia sociale all’Università di Tor Vergata Piero Vereni, la giornalista Rai Carmen Vogani e l’educatore rom Nedzad “Pio” Husovic.

Particolarmente doloroso è stato il grido lanciato da Stasolla: “Il razzismo contro i rom è trasversale e transclassista, cioè riguarda tutti, ricchi e poveri, di destra e di sinistra. Non dimentichiamo, ad esempio, che le violazioni dei diritti umani nei confronti dei rom a Roma non si sono registrate solo sotto la Giunta a guida Alemanno. I primi campi sono stati creati proprio dal centro sinistra, quando i rom arrivarono in massa in Italia per fuggire dalla guerra nella ex Jugoslavia. La Giunta Raggi si sta rivelando particolarmente dura contro i rom: negli ultimi 30 giorni, sono stati ben 12 gli sgomberi forzati. Un vero record!”. Il presidente dell’associazione 21 luglio li ha definiti “sgomberi puliti”, perché non c’è violenza fisica sulle persone, che invece vengono minacciate di vedersi sottratti i figli. Le famiglie così scappano per precauzione e quando tornano trovano le loro baracche, cioè le loro case, completamente distrutte, con tutti i loro ricordi e oggetti personali andati perduti.

“E allora chiedo – ha dichiarato Stasolla – chi è che ruba i bambini? I rom o chi li allontana minacciandoli di togliergli i figli? La sindaca Raggi ha pubblicato persino un video di uno di questo sgomberi con della musica in sottofondo. Tra le famiglie sgomberate ci sono persone come i nonni della piccola Cerasela”. Cerasela è la bimba rom di 15 mesi che rischia di rimanere paralizzata perché colpita da un proiettile mentre passeggiava per strada con la mamma. Il colpo sarebbe stato sparato “per sbaglio” da un ex dipendente del Senato in pensione. Per la piccola Cerasela, dunque, al suo calvario ospedaliero si aggiunge che i nonni ora sono costretti a dormire sulle panchine di un parco, in mezzo ai topi. Secondo Stasolla serve un cambio di mentalità da parte di tutti.

“Quando si parla di rom si parla solo dei campi – ha affermato la presidente Alfonsi –, perché si vuole fare una dimostrazione di forza invece di risolvere il problema tenendo conto del contesto. I rom sono nostri concittadini costretti in condizione di isolamento. Serve aiuto alla scolarizzazione e all’inserimento lavorativo”.

Ma dare una casa ai rom che non ce l’hanno non è per niente facile, come ha sottolineato nel suo intervento l’antropologo culturale Vereni, perché ogni volta ci sono proteste basate sul razzismo: “Da padre ringrazio i ragazzi che si sono impegnati tanto per realizzare questo video contro i pregiudizi: è un segnale di speranza per il futuro del nostro Paese”.

Altrettanto concreto è stato l’intervento della giornalista Vogani: “Per sconfiggere il razzismo occorre ribaltare la comunicazione e dare la parola ai rom, in modo che parlino di se stessi per abbattere i pregiudizi come hanno fatto questi scout intervistandoli nel loro video. Dobbiamo lavorare insieme per La giustizia sociale”.

Ma l’intervento più applaudito in assoluto è stato quello dell’educatore rom Nedzad “Pio” Husovic: “Questi ragazzi sono dei supereroi che hanno fatto un grandissimo lavoro per togliere il prosciutto sugli occhi alle persone. Il mio popolo è in Italia da centinaia di anni e siamo esseri umani anche noi. Lavoro con i bambini e i genitori si fidano di me perché mi conoscono e sanno andare oltre al pregiudizio”. A chi gli chiede del “Capitano”, come è chiamato il leader della Lega Matteo Salvini, e delle sue posizioni contro i rom, Husovic risponde senza indugio: “Per me il Capitano è Totti e basta”. E dalla platea del teatro Verde parte un boato di applausi: Nedzad “Pio”, uno di noi.

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