Diritti
Gianna, prigioniera (dell’amore)
Anziani dimenticati. Il fallimento dell’assistenza e il peso di una vita di sacrifici
In Angola, quando la Croce Rossa Internazionale ha liberato i prigionieri politici, molti non volevano lasciare le celle. Alcuni, dopo essere usciti, sono tornati davanti alle mura, incapaci di affrontare la libertà.
“È troppo grande là fuori, non ha più senso che io esca. Ho vissuto qui dentro, fuori è un’altra vita ed io oramai non ho più tempo.”
Gianna ha passato vent’anni chiusa in casa, accanto a un marito distrutto dall’alcol, paralizzato, senza più l’uso della parola. Anno dopo anno, sempre più grave, sempre più dipendente da lei, che non lo ha mai lasciato solo. Nessuno l’ha aiutata davvero. Solo qualche vicino per le commissioni e la figlia che portava la spesa senza fermarsi. E quando finalmente quel ciclo si è chiuso, Gianna si è resa conto che fuori non c’era più nulla per lei. Non ha mai chiesto aiuto. Nessuno glielo ha offerto.
Gianna vive da sola, badando a sé stessa e alla sua dimora. Sul mobile accanto alla televisione c’è una sua foto da giovane. Capelli neri lunghi sulle spalle, occhi grandi e pelle bianca, perfetta. Una ragazza bellissima, con tutta la vita davanti. Eppure, il suo passato è stato un susseguirsi di sacrifici. La guerra, la fame, le responsabilità. Un marito che lavorava e poi andava a ubriacarsi, una suocera malata da accudire, una figlia cresciuta praticamente da sola. Sempre al servizio degli altri, senza un grazie, senza un gesto d’affetto.
Oggi Gianna cammina a fatica, si appoggia ai mobili per muoversi in casa. Ma la sua pelle è ancora liscia, il volto sereno. È l’unica cosa rimasta intatta in una vita consumata dal dovere.
Nel nostro Paese, sono sempre di più gli anziani che restano soli. Vedove, vedovi, persone senza figli o con famiglie lontane. La retorica dell’”assistenza domiciliare” racconta di servizi che non esistono o che funzionano a macchia di leopardo. Nella realtà, la vecchiaia è spesso un isolamento senza via d’uscita, dove la casa diventa prigione e il mondo esterno un territorio sconosciuto.
Gianna è stata una prigioniera. Non di una dittatura, ma dell’amore. E ora che la gabbia è aperta, non sa più dove andare.
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