Diritti
Fecondazione assistita, i malati: “Rimuovete i divieti che tolgono speranza”
Ieri 15 febbraio, alla Camera dei Deputati, si è tenuta una conferenza stampa sul ventennale della Legge 40 sulla Fecondazione assistita. L’Associazione Luca Coscioni ha fatto il punto sui divieti ancora in vigore e sulle azioni che, insieme alle persone, intende portare avanti per rimuoverli.
Il Ministro Schillaci intervenga sulle criticità della legge.
Con queste parole, dopo i successi nei tribunali che consentono ogni anno la nascita di circa 14.000 bambini, Filomena Gallo (Segretaria Nazionale) e Marco Cappato (Tesoriere) annunciano nuove azioni anche legali per rimuovere gli ultimi divieti.
Le testimonianze dei malati e delle persone discriminate dalla legge
A 20 anni dalla sua approvazione, la legge 40 sulla Fecondazione assistita presenta ancora molti divieti discriminatori che vanno contro il diritto alla salute e alcune libertà fondamentali sancite dalla nostra Costituzione.
Gli ultimi divieti ancora in vigore sono:
- quello che non consente di donare alla ricerca gli embrioni non idonei per una gravidanza;
- quello che impedisce di accedere alla procreazione medicalmente assistita (PMA) alle persone single e alle coppie dello stesso sesso;
- quello di accedere alla gravidanza per altri (GPA).
Ecco alcune testimonianze delle persone discriminate e le azioni intraprese per ogni divieto.
Maurizio Fravili, 68 anni, affetto da patologia degenerativa incurabile, ha inviato una lettera al Ministro della Salute e alla Ministra della Ricerca per chiedere di rimuovere il divieto di donazione alla ricerca scientifica degli embrioni non idonei per una gravidanza.
Questo divieto toglie la speranza di trovare una cura definitiva per tutte quelle patologie oggi incurabili come il Parkinson.
Sempre con riferimento al divieto di utilizzare gli embrioni non idonei a una gravidanza per i fini della ricerca scientifica, l’Associazione sta promuovendo diversi ricorsi giudiziari, a sostegno delle coppie che hanno embrioni crioconservati non idonei a una gravidanza, affinché il tribunale li autorizzi a donarli ai centri di ricerca italiani.
Ludovica Zelli è stata costretta ad andare all’estero con la sua compagna per accedere alle tecniche di fecondazione assistita, dal momento che in Italia la legge 40 vieta alle persone single e alle coppie dello stesso sesso di accedere alla PMA . Per questo, è ricorsa in tribunale per ottenere il riconoscimento della genitorialità nei confronti di suo figlio.
Sempre per superare il divieto di accesso alla fecondazione assistita ai danni delle persone singole, l’Associazione sta assistendo una donna nella richiesta per ottenere l’autorizzazione del tribunale ad accedere alla PMA.
Maria Sole Giardini, affetta dalla sindrome di Rokitansky (nata senza utero ma fertile in quanto produce ovociti, e quindi di fatto impossibilitata a portare avanti una gravidanza) e Christian De Florio e Carlo Tumino (“Papà per scelta”), genitori grazie alla gravidanza per altri negli Stati Uniti, hanno parlato delle loro storie, quindi del divieto di accedere alla gravidanza per altri.
L’Associazione Luca Coscioni ha elaborato con altre associazioni, giuristi e esperti, una proposta di legge per la regolamentazione della Gravidanza per altri Solidale, depositata presso il Senato della Repubblica dal Sen. Ivan Scalfarotto e alla Camera dei Deputati dall’On. Riccardo Magi e altri.
La lettera al Ministro della Salute
Filomena Gallo e Marco Cappato hanno scritto al Ministro Schillaci. Ecco il testo integrale della lettera:
Illustre Ministro Orazio Schillaci,
sono trascorsi vent’anni dall’entrata in vigore della legge 40 del 2004 in materia di procreazione medicalmente assistita e Le scriviamo per segnalare alcune criticità che Lei, nelle sue funzioni, di fatto può risolvere senza l’intervento del Parlamento.I Livelli Essenziali di Assistenza emanati nel 2017 non prevedono a carico del Servizio Sanitario Nazionale le tecniche di indagine clinica diagnostica sull’embrione, nonostante siano lecite e previste dalla legge 40. Inoltre nel nostro paese per l’applicazione delle tecniche eterologhe i centri di fecondazione autorizzati sono costretti a importare dall’estero i gameti.
Si segnala altresì che ogni anno le Relazioni al Parlamento ci forniscono in modo parziale le informazioni sulle tecniche eseguite perché i dati sono aggregati, e mancano anche un censimento aggiornato degli embrioni crioconservati non idonei per una gravidanza e il numero degli embrioni che, in virtù del DM del 4 Agosto 2004 dell’allora Ministro Sirchia, risultano abbandonati.
La modalità di raccolta attuale dei dati determina una carenza di informazioni a livello scientifico e non rende possibile conoscere per i pazienti la reale portata in termini di successi e criticità di queste tecniche.
Siamo quindi, nel rispetto e in conformità del Suo ruolo istituzionale e di rappresentanza dei cittadini, a
CHIEDERE
1. Che siano aggiornati i LEA con anche l’inserimento delle indagini diagnostiche sull’embrione e che sia previsto un rimborso spese per le donne che con un atto di solidarietà sono disponibili a donare i propri gameti, esattamente come avviene nei paesi da cui i centri italiani importano gli ovociti che sono utilizzati per le tecniche eterologhe nel rispetto del divieto assoluto di commercializzazione, vigente in tutta Europa e non solo in Italia.
2. Di modificare il Decreto che governa la raccolta dati del Registro Nazionale PMA per fornire dati aggiornati e disaggregati per ciclo di PMA. Al fine di poter seguire ogni trattamento di ogni singola coppia che affronta il percorso di PMA deve esserci un controllo dei dati inviati almeno ogni due anni a turno da parte del Registro nazionale PMA dell’Istituto Superiore di Sanità.
3. Che vi sia un censimento del numero degli “embrioni non idonei a una gravidanza” e attualmente crioconservati presso i Centri di procreazione medicalmente assistita.
4. Di conoscere il destino degli embrioni crioconservati e che risultano in stato di abbandono in virtù di DM 4 agosto 2004.
Restiamo in attesa di riscontro per conoscere le modalità con cui si intende intervenire, disponibili fin d’ora anche a un incontro.
Distinti saluti,
Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria e Tesoriere
dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS.
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