Diritti

No all’avvocato di Contrada negli incontri in cui si parla di legalità

2 Agosto 2022

Non ci sarà l’avvocato Stefano Giordano al “Premio Onofrio Zappalà” che si terrà oggi, 2 agosto, nel 42° anniversario della Strage alla stazione di Bologna. L’associazione “Amici di Onofrio Zappalà”, organizzatrice dell’incontro al quale avrebbero dovuto partecipare Marina Orlandi, la vedova di Marco Biagi, Giovanni Paparcuri, l’autista di Rocco Chinnici scampato alla strage del 1983 e collaboratore di Falcone e Borsellino che proprio ieri ha annunciato che non parteciperà per motivi di salute, oltre a Salvatore Borsellino, fondatore delle “Agende Rosse”, e le associazioni “Libera” e “Agende Rosse” ha escluso la partecipazione dell’avvocato Giordano.

La motivazione ufficiale, sulla base di quanto riporta Sikilynews.it, è la presunta incompatibilità tra la presenza dell’avvocato Giordano e quella di Salvatore Borsellino a causa della stessa attività di avvocato. La “colpa” di Giordano è quella di essere il legale del dottor Bruno Contrada «ufficiale di Polizia, funzionario e agente dei Sisde, associato a presunti rapporti tra Servizi segreti e criminalità, culminati proprio nella strage di via D’Amelio dove mori il giudice Paolo Borsellino» scrive Sikilynews.it.

Giordano era stato invitato perché figlio del giudice Alfonso Giordano, colui che fu giudice e presidente del maxi-processo, in una serata a lui dedicata. Ma, più che mai in questo caso, sono definite “colpe” le scelte professionali, infangando così un professionista e violando il concetto del diritto di difesa che, negli ordinamenti giuridici moderni, è uno dei principali diritti riconosciuti all’imputato all’indagato nel diritto processuale, soprattutto penale.

Da quel pulpito viene la predica”, mi verrebbe da dire. Chi dispensa, e a che titolo, i “certificati di purezza antimafiosa”? Hanno forse previsto un corso, e se lo hanno fatto quanto costa, per poter essere autorizzati a esibire la propria “purezza”? C’erano forse, tra i partecipanti a questi corsi, l’ex padrino dell’antimafia Antonello Montante o la dottoressa Silvana Saguto, le cui vidende processuali sono note a tutti? C’era forse, tra questi, anche Salvatore Borsellino che, va ricordato, ha sponsorizzato e legittimato l’ex pentito Vincenzo Calcara, nonostante fosse stato giudicato inattendibile da quasi venti anni, e con il quale non ha mai avuto difficoltà a partecipare a eventi pubblici e, ancor più grave, a incontri nelle scuole il cui argomento era la legalità senza mai prenderne le distanze, neppure dopo le più recenti sentenze relative al processo nei confronti di Matteo Messina Denaro che lo hanno definito “inquinatore di pozzi” e “pentito eterodiretto” proprio per le stragi in cui è morto suo fratello e che ha sdoganato, attività che ama moltissimo, la figlia del boss mafioso Luigi Ilardo portandola sul palco delle commemorazioni del 19 luglio come se fosse parente di “vittima innocente di mafia“?

La replica dell’avvocato Giordano non è fatta attendere:

«Con riferimento all’articolo pubblicato in data odierna sulla testata online Sikily News e intitolato “Premio Zappalà, salta la presenza di Giordano per evitare ‘incidenti’ con Borsellino”, rilevo quanto segue» ha dichiarato l’avvocato Giordano.

«In primo luogo, la mia mancata partecipazione alla manifestazione del 2 agosto prossimo non è stata frutto di un’esclusione da parte degli organizzatori, bensì il risultato di una mia scelta personale, non appena ho appreso che alla manifestazione avrebbe preso parte il Sig. Salvatore Borsellino, con il quale – per molteplici ragioni – non ho mai inteso e non intendo condividere alcuna occasione d’incontro.

Tanto premesso, sono poi costretto a censurare che – nell’articolo in commento – viene sostanzialmente rappresentata come una colpa o comunque come una “deminutio” del mio ruolo professionale la circostanza che io sia il difensore del Dott. Bruno Contrada.

Non solo le allusioni e le affermazioni riferite al mio assistito sono radicalmente false (il Dott. Contrada non è affatto “imputato per mafia”) o comunque destituite di qualsiasi evidenza probatoria (i “presunti” rapporti tra i Servizi segreti e la mafia che coinvolgerebbero il Dott. Contrada).

Ma – per quanto qui m’interessa – quella che costituisce una funzione garantita dalla Costituzione (l’esercizio del diritto di difesa) viene svilita e anzi considerata come una “macchia” che deturpa la mia persona e la mia professionalità, rendendomi indegno – nella sostanza – di rappresentare mio padre Alfonso Giordano in una serata a lui dedicata.

Peraltro riducendo alla sola difesa del Dott. Bruno Contrada i miei oltre venticinque anni di attività professionale, di esperienza e di competenza acquisite nei più vari ambiti del diritto penale e non solo.

Inutile dire che, a questo punto, escludo qualsivoglia mia futura partecipazione a eventi organizzati dalle associazioni “Amici di Onofrio Zappalà” e “I Marinoti”, per ricordare mio padre o per qualsiasi altra finalità. Mentre riservo di meglio valutare eventuali profili diffamatori che l’articolo in commento possa presentare».

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