Diritti

Senza questi diritti non possiamo vivere come essere umani

10 Dicembre 2015

Oggi 10 dicembre è l’anniversario della proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani da parte dell’ONU: un documento di portata storica per l’umanità. La Dichiarazione universale, insistendo sulla dignità della persona, afferma i diritti fondamentali senza i quali non possiamo vivere come esseri umani.

La nascita della Dichiarazione universale

  • La Dichiarazione Universale dei diritti umani prende spunto dallo Statuto dell’Onu, steso nel 1945, dopo la fine della seconda guerra mondiale, il cui preambolo indicava come obiettivo quello di salvare le futura generazioni dal flagello della guerra, e riaffermava la fede nei diritti fondamentali della persona umana, nell’uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni.
  • La convinzione che il legame tra rispetto dei diritti umani e sopravvivenza dell’umanità sia indissolubile è alla base della Dichiarazione.
  • La Dichiarazione fu approvata il 10 dicembre del 1948 dall’Assemblea ONU. Con i suoi 30 articoli, essa doveva costituire “un comune livello, che tutte le nazioni dovevano raggiungere”. Per la prima volta la comunità internazionale si assumeva la responsabilità della tutela e della promozione di specifici diritti posti alla base di ogni convivenza.
  • Fu il primo passo verso la realizzazione della Carta internazionale dei diritti umani attraverso i due accordi internazionali adottati dall’ONU il 16 dicembre del 1966: il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e il Patto internazionale sui diritti civili.
  • L’universalità della Dichiarazione consiste nella sua capacità di riflettere istanze fondamentali, riscontrabili in ogni cultura del mondo e nella grandi tradizioni religiose, d’Oriente e d’Occidente, istanze riconducibili all’esigenza di un rispetto e di uno sviluppo integrale della persona.

La struttura della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo 

  • La Dichiarazione universale dei diritti umani riconosce due tipi di diritti: i diritti civili e politici, e i diritti economici, sociali e culturali. I due tipi di diritti sono interdipendenti e indivisibili.
  • La Dichiarazione si compone di un preambolo e di 30 articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona.
DUDU
(amnesty.it)
  • Il preambolo collega il mancato rispetto dei diritti umani agli “atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità” con chiaro riferimento a quanto successo nella seconda guerra mondiale, e indica il rispetto di tali diritti, fissati in una concezione comune di “ideale da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le nazioni” come unica via per un futuro di pace e di libertà.
  • Gli artt. 1-2 stabiliscono, come principio fondamentale, che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”.
  • Gli artt. 3-11 fissano i diritti e le libertà individuali.
  • Gli artt. 12-17 stabiliscono i diritti dell’individuo nei confronti della comunità in
    cui egli vive (diritti civili).
  • Gli artt. 18-21 sanciscono la libertà di pensiero e di associazione (diritti politici).
  • Gli artt. 22-27 enunciano i diritti economici, sociali e culturali.
  • Gli artt. 28, 29 e 30 danno delle disposizioni che riguardano la realizzazione di
    questi diritti: l’art. 28 stabilisce che “ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale
    e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione
    possano essere pienamente realizzati”; l’art.29 prevede invece che possano
    esistere delle limitazioni nell’esercizio dei diritti e delle libertà per assicurare i
    diritti degli altri, per soddisfare le esigenze della morale, dell’ordine pubblico
    e del benessere della comunità democratica. Queste limitazioni sono regolate
    secondo la legge dei singoli Stati. I termini citati dall’art. 29 sono piuttosto vaghi
    e scelte così decisive vengono demandate alle legislazioni dei singoli Stati. Per
    finire, l’art. 29 stabilisce che l’esercizio delle libertà non deve essere contrario ai
    fini dell’Onu. L’art. 30 ribadisce questo ultimo concetto: l’esercizio dei diritti non
    può essere utilizzato per distruggere i diritti e le libertà sanciti dalla Dichiarazione.
    Ciò vuol dire che non si può esercitare la libertà di pensiero o di associazione per
    svolgere delle attività che mirino all’instaurazione di un regime liberticida.

Nella Dichiarazione vi è una predominanza di diritti civili e politici rispetto a quelli economici, sociali e culturali. Tuttavia questi diritti sono egualmente importanti e indispensabili.

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