Diritti
Dalla strage di Sharpeville alla risoluzione Onu del 2005
21 marzo, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale
Era il 21 marzo 1960 quando, durante una manifestazione pacifica contro le leggi dell’apartheid, la polizia sudafricana aprì il fuoco uccidendo 69 persone, tra cui 8 donne e 10 bambini, e ferendone 180.
La manifestazione di Sharpeville, cui parteciparono oltre 5.000 persone, era stata organizzata dal Pan Africanist Congress (PAC) per protestare contro il decreto governativo dello Urban Areas Act, informalmente chiamato “pass law”. Questa legge prevedeva che i cittadini sudafricani neri dovessero esibire uno speciale permesso se fossero stati fermati dalla polizia in un’area riservata ai bianchi. Per avere il pass, i neri dovevano avere un impiego regolare nell’area in questione. Il massacro vero e proprio fu l’inizio di una repressione molto più ampia del movimento anti-apartheid. La notizia dell’accaduto fece scoppiare disordini in molte altre township, che vennero duramente repressi. Il governo sudafricano dichiarò immediatamente lo stato di emergenza, sulla base del quale vennero arrestati almeno 11.000 attivisti. Questi fatti di sangue ebbero anche una vasta risonanza sulla stampa internazionale, richiamando in modo scioccante l’attenzione dell’opinione pubblica estera sulla situazione sudafricana.
Dal 1994, in Sud Africa, il 21 marzo si commemora la Giornata dei Diritti Umani in Sud Africa. Nel 1998, il TCR, la Truth and Reconciliation Commission, commissione nata con lo scopo di indagare sui crimini commessi durante l’Apartheid, censurò le azioni della polizia del 21 marzo 1960, sostenendo che erano state perpetrate gravi violazioni dei diritti umani e che era stata inutilmente utilizzata una forza eccessiva per fermare un raduno di persone disarmate.
Nel 2005, l’Onu dichiarò il 21 marzo Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. Dopo il massacro di Sharpeville niente fu come prima. Esso segnò una netta linea di demarcazione nella storia del Sud Africa, che ebbe come conseguenza, come si è visto, l’isolamento internazionale del governo del Partito Nazionale, la comminazione di una serie di sanzioni internazionali e favorì allo stesso tempo, verso la fine del secolo, il progressivo superamento dell’Apartheid e l’elezione a presidente di Nelson Mandela, che aveva scontato ben 27 anni di carcere per l’attivismo antisegregazionista.
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