Diritti
Bielorussia: il silenzio della disperazione
La bandiera bianca e rossa non sventola più. Le città della Bielorussia sono piene di nuove bandiere rosso-verdi – simbolo di un “nuovo” vecchio Governo. Le proteste si sono calmate con l’arrivo dell’inverno, ma basta un nonnulla per farle nuovamente esplodere. Il bilancio è raccapricciante: in sei mesi di protesta sono state arrestate più di 30mila persone, più di 220 di queste sono stati condannati per motivi politici[1] per cui ora, al 17 Luglio, sono in gabbia 561 prigionieri politici, di cui 68 donne[2].
Il 29 Giugno 2020, Amnesty International chiede il rilascio di Viktor Babaryko, Sergey Tikhanovskiy ed altre 8 persone, detenuti solo per aver esercitato pacificamente i loro diritti umani[3]. Ma non basta. A maggio, in occasione di alcune dimostrazioni di piazza a sostegno dei condannati nei processi politici, uomini armati e in borghese hanno pestato ed arrestato oltre 200 persone, e tra il 19 ed il 21 giugno, data del processo contro Viktor Babaryko, sono finite in prigione altre 360 persone[4]. Al processo, il 6 Luglio, l’ex capo della Belgazprombank è stato condannato a 14 anni di lavori forzati[5]. Dmitriy Laevskiy, l’avvocato di Babaryko, è stato radiato dall’albo, “perché ha giustificato l’innocenza di altri imputati nel caso di Viktor Babaryko e chiesto la loro assoluzione durante i dibattiti in tribunale del 22 e 23 giugno”[6].
Sergey Tikhanovskiy (il marito di Svetlana Tikhanovskaya) è sempre in prigione, arrestato il 29 Maggio 2020 ed ancora in attesa di processo con l’accusa di grave violazione dell’ordine pubblico e incitamento all’ostilità sociale – rischia fino a 15 anni di prigione[7]. Le “prove” della sua colpevolezza: Tikhanovskiy, autore e conduttore dei canali YouTube e Telegram “Country for Life”[8] (ancora attivo), creati nel marzo 2019 per raccontare di problemi sociali e della corruzione, forniva i contenuti delle interviste ai politici dell’opposizione e criticava il lavoro dei funzionari statali, dopodiché ha azzardardato di candidarsi e infine ha sostenuto sua moglie nel tentativo di cambiare il destino del paese.
Lui tiene duro e non ha rimpianti: “Se il popolo, la gente sarà persistente, le cose non dureranno a lungo. Resterò in prigione finché il popolo lo permetterà, perché il potere appartiene al popolo”[9]. Il suo processo si terrà a porte chiuse nel centro di detenzione preventiva di Gomel – questa è la decisione del tribunale[10]. Il governo federale tedesco ha invano chiesto il rilascio di Tikhanovsky e di altri prigionieri politici[11], i processi vanno avanti.
Il paese, sempre più opprimente, si sta svuotando, la gente scappa, è depressa, ha l’incubo che, in qualunque momento, qualcuno possa bussare alla porta[13]. Chi poteva – è andato via. Inizialmente si pensava che sarebbe stato per un mese o due, ora ognuno deve fare i conti col fatto che, probabilmente, non potrà mai più tornare indietro. Si spera, ovviamente, che cambi il governo e si possa ricostruire il paese[14]. Un atteggiamento popolare fissato nella pellicola del film “MINSK”, che mostra gli eventi dell’anno scorso dal punto di vista di una giovane coppia[15].
Il popolo bielorusso è, per natura, un cavallo che traina il suo carello per tutta la vita senza fare domande. È una cultura razionale e pragmatica, poco emotiva. L’irritazione è nascosta nel profondo di ciascuno, la comunità si regge sull’assistenza reciproca: tu aiuti me, io aiuto te, il lontano possibile dal governo. Un paese stagnante, come l’infinita campagna della Russia. Per ritrovare forza e speranza ci sono i viaggi: per fortuna Polonia, Lituania e Germania sono vicinissimi, oppure in Ucraina, a Mosca o a San Pietroburgo[16].
Il COVID ha messo fine a tutto questo, la gente è stata costretta ad aprire gli occhi e guardare in faccia la dura realtà. Nessun aiuto statale, per nessuno, si va avanti solo con la solidarietà e la cooperazione Il governo non aiutava, tanta gente moriva senza che accadesse nulla. È a questo punto che sono iniziati i movimenti di volontari: i ragazzi cominciano a scambiare oggetti e prestazioni, sostenendosi l’uno con l’altro. Ed è stato subito chiaro che la società è reattiva, empatica, cordiale e che i leader sono fuori dal governo, che è composto solo da burocrati di livello vergognoso. È esplosa la voglia di arte: gallerie, teatri, caffè, associazioni di protezione della natura, e segretamente ha iniziato a nascere una Bielorussia bella e diversa – quello che avrebbe dovuti essere l’inizio della fine del regime[17].
Le sanzioni dell’Unione Europea
Il mondo non resta a guardare: l’atterraggio forzato di un volo Ryanair Atene-Vilnius a Minsk, il 23 Maggio 2021, operato per arrestare il giornalista Roman Protasevich[19], è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. I responsabili del dirottamento – il ministro della difesa, il ministro di trasporti, il capo dell’aviazione e il capo del controllo di traffico aereo, sono stati inseriti nella lista delle sanzioni internazionali[20]. La nuova lista nera dell’UE, adottata il 21 Giugno 2021, accolta con favore dai leader dell’opposizione bielorussa, include 78 persone e 7 organizzazioni[21] (per un totale di 166 persone e 15 entità[22]) inclusi i peggiori mastini del regime, come:
a) Mikhail Gutseriev – un imprenditore russo, sponsor ed amico di lunga data di Lukashenka, presidente del consiglio di Amministrazione del Gruppo Safmar, che è l’unica compagnia petrolifera russa che continuava a fornire il petrolio alle raffinerie bielorusse durante la crisi energetica tra Mosca e Minsk[23] (quando Lukashenka accusava la Russia di adempire ai suoi obblighi solo per il 25%)[24]. Costui, per 2 miliardi di dollari, sta costruendo due nuovi impianti di fertilizzanti (“Slavkali” e “Slavneft”), cosa per cui Lukashenka vuole cambiare il nome di Lyuban in Gutserievsk in suo onore[25];
b) Alexei Oleksin (Aleksin) – uno dei principali imprenditori bielorussi, il cui Bremino Group riceve numerosi vantaggi finanziari e fiscali ed è attivo nel settore petrolifero (Energo-Oil), in quello immobiliare, della logistica, del tabacco (Inter Tabacco), del commercio al dettaglio e della finanza e in altri settori: amico sia di Lukashenka padre che del figlio Viktor. Possiede una proprietà, Alexandria 2, nella regione di Mogilev[26], chiamata “residenza presidenziale”[27]. Dopo l’imposizione delle sanzioni Oleksin ha venduto le proprietà che aveva in Lettonia (biocarburanti e birra), ufficialmente della moglie Inna e del figlio maggiore Dmitrijs, e si è chiuso laggiù[28];
c) Sergei Teterin (Tsiatseryn) – presidente della Federazione bielorussa di tennis, ex assistente di Lukashenka per le questioni sportive, un imprenditore della cerchia ristretta di Lukashenka, con interessi negli alcoolici (Belglobalstart, che ha costruito un centro d’affari multifunzionale di fronte al palazzo prezidenziale), negli alimentari e nella pubblicità televisiva[29]. Anche lui ha una casa ad Alexandria-2 e, nel 2017, ha comprato 21 ettari di terra in un villaggio vicino – Khimy, nella regione di Vitebsk[30];
d) Alexandr Shatrov – Amministratore delegato e il proprietario della LLC Synesis che fornisce alle autorità bielorusse i sistemi di sorveglianza (Kipod, in uso a Mosca, Baku e Astana)[31], che utilizzano software di riconoscimento facciale[32]. Il sistema viene usato per la repressione dell’opposizione;
e) Alexander Zaitsev – co-proprietario di Bremino Group[33] e del Sohra Group (cui è stato concesso il diritto di esportare in Africa e nel Golfo Persico la produzione delle imprese statali come trattori e camion. É anche l’ex-assistente di Viktor Lukashenka per le questioni di sicurezza nazionale[34].
La lista include il figlio del presidente– Dmitriy Lukashenka (che controlla alcune aziende tramite l’associazione pubblica Club Sportivo del Presidente) e la moglie del suo altro figlio Viktor, Liliya (coinvolta in diversi casi di corruzione con le società Dana Holdings, Dana Astra, il gruppo Belkhudozhpromysly e Eastleigh Trading[36]. Oltre a questa lista di proscrizione, il 4 giugno il Consiglio Europeo ha introdotto un divieto di sorvolo dello spazio aereo dell’UE ai vettori bielorussi[37]. Svetlana Tikhanovskaya ha accolto con favore la mossa, spera che sia “un segnale potente” che “influenzerà il regime a dover cercare il dialogo con la società civile”. “Le sanzioni sono più potenti quando sono unitarie”, ha aggiunto, dopo che il Canada (che ha decretato sanzioni contro 17 persone e 5 società bielorusse)[38], il Regno Unito (contro altre due società e 11 persone)[39] e gli Stati Uniti hanno imposto misure simili[40].
Le nuove restrizioni non riguardano solo le entità e le persone: nuove misure vietano di esportare in Bielorussia tecnologie di monitoraggio delle comunicazioni. Stop al commercio di prodotti petroliferi, materie prime e attrezzature per la produzione di tabacco e prodotti del tabacco. L’accesso ai mercati finanziari dell’UE viene molto limitato alla Bielorussia. L’importazione, l’acquisto, il trasferimento nell’UE di potassio dalla Bielorussia è vietato dal 25 giugno.[41] Un colpo durissimo per BelarusKaliy OAO Soligorsk[42] che è uno dei maggiori produttori mondiali (20% del export mondiale[43]). Il divieto di vendita di sigarette colpisce il presidente personalmente: “Il contrabbando di sigarette non è un’attività di tipo mafioso in Bielorussia – i vertici dell’amministrazione presidenziale si siedono con i boss del contrabbando per dividere il bottino”, ha detto una fonte UE[44].
La Banca europea per gli investimenti ha interrotto i contratti di cooperazione[45], e l’Unione Europea non ha escluso anche un ulteriore ampliamento della lista di sanzioni: l’ex candidata presidenziale Svetlana Tikhanovskaya ha presentato le sue proposte per le nuove misure restrittive ai ministri degli esteri dell’UE a Lussemburgo[46]. Anatoly Kotov, un altro attivista famoso, che ora vive a Varsavia, ha raccontato che le sanzioni sono state progettate per danneggiare il reddito della nomenklatura di Lukashenka visto che il denaro di contrabbando va direttamente nei conti bancari segreti del Presidente[47].
Ma Natalia Koliada, direttrice strategica della ONG Creative Politics Hub, in esilio a Londra, crede che la lista nera degli oligarchi sia troppo breve: ci sarebbero almeno altri 20 portaborse del regime che meriterebbero le sanzioni – loro ed i loro familiari[48]. Koliada ha anche criticato le sanzioni del Regno Unito e degli Stati Uniti: si crede che Lukashenka tenga la maggior parte del denaro ad Abu Dhabi, Koliada ha detto che gli Stati Uniti hanno il potere di fare pressione sugli Emirati per sequestrare il suo “bottino”. Ha chiamato la lista britannica “un’ipocrisia senza precedenti” e un “disastro” perché non contiene Gutseriev e il suo clan – il più importante tra gli sponsor finanziari di Lukashenka[49].
Lukashenka, da parte sua, pensa che i politici occidentali siano “squilibrati” ed abbiano “perso il senso della realtà”, e chiede a Russia ed Ucraina di aiutarlo a sistemare la questione. Ha assicurato che i bielorussi difenderanno la loro terra (sì, ma da lui…), e sottolinea che il mondo non si limita all’Unione Europea – ci sono “abbastanza paesi responsabili” con cui la Bielorussia continua a cooperare strettamente[50]. Sicuramente intende la Russia e Vladimir Vladimirovich Putin.
Le complicità russe e cinesi
L’Europa è stata chiara. Il ministro degli esteri lussemburghese Jean Asselborn ha detto di contare sul processo internazionale per scalzare Alyaksandr Lukashenka: “L’Unione Europea ha dimostrato che può farlo quando vuole. Qualsiasi altra cosa sarebbe disastrosa, naturalmente. Stiamo dimostrando che lo stalinismo e il terrorismo di stato non hanno posto nel 21° secolo”[52]. Secondo lui, le nuove sanzioni sono “dolorose e, speriamo, così dolorose da mettere in ginocchio il regime”. Ed ha aggiunto: “Il mio desiderio è – non possiamo deciderlo – che Lukashenka un giorno risponda davanti a un tribunale internazionale per le sofferenze che ha inflitto al suo popolo”[53]. L’Unione ha persino ottenuto che l’Austria, le cui banche sono molto attive in Bielorussia ed aveva inizialmente posto il veto sul divieto di nuovi prestiti bancari. Ma il suo governo ha ora ceduto alle pressioni degli altri 26 stati membri[54].
La ONG svizzero-tedesca “Libereco Partnership for Human Rights”[55] raccoglie donazioni e organizza cure mediche e psicologiche, anche in Germania, per coloro che sono fuggiti dalla Bielorussia: “D’altra parte, stiamo cercando di fare pressione sugli stati europei per estendere le sanzioni contro il regime di Lukashenka e allo stesso tempo sostenere più comuni bielorussi”[56]. Anche la Chiesa evangelica tedesca (Ekd), nel dicembre del 2020, ha lanciato una campagna insieme a un’organizzazione bielorussa per i diritti umani a Viasna (Primavera), e alla Deutsche Gesellschaft für Ostereuropakunde (Dgo), società tedesca per gli studi sull’Europa orientale.[57]
Secondo il Ministro degli Esteri bielorusso, Vladimir Makei[58]: “L’Occidente ha scatenato una guerra finanziaria ed economica contro di noi, ma la Bielorussia può contare su partner strategici: Russia e Cina”[59]. E ha ragione. Nonostante tutto, Putin ha tenuto aperto lo spazio aereo (proponendo persino nuovi voli di Belavia verso le città russe)[60] ed ha minacciato ritorsioni contro l’Unione Europea[61]. Putin, naturalmente, non ama Lukashenka, ma è ingolosito dai beni industriali di Minsk[62], da Belaruskali[63] alla fabbrica di trattori Minski Traktarny Zavod[64]. Nel maggio del 2021, Putin e Lukashenka hanno negoziato un prestito da 1,5 miliardi di dollari[65]. Alla faccia delle sanzioni europee.
Le relazioni diplomatiche tra la Bielorussia e la Cina, invece, hanno una storia lunga, iniziate nel gennaio del 1992 e consolidate nel settembre del 2016, quando i leader dei due paesi hanno firmato una dichiarazione congiunta per un partenariato strategico globale[66]. Lukashenka ha iniziato a corteggiare la Cina già negli anni ’90, non appena ha capito che il suo progetto di integrazione con la Russia era fallito[67]. Da quando, nel 2013, Pechino ha lanciato la Cintura Economica della Via della Seta, la Bielorussia è divenuta un paese strategico per i cinesi nelle trattative con l’Unione Europea[68]. Il risultato: dal 2009 esiste una linea di credito di 15 miliardi di dollari a favore di Minsk[69]. I prestiti sono emessi con la condizione che almeno la metà dei fondi sarà usata per pagare appaltatori cinesi e comprare attrezzature cinesi[70]. In cambio, ora che Lukashenka traballa, Pechino lo sostiene, sia a parole[71], sia con i missili di produzione cinese[72].
I due paesi collaborano anche in altre aree, come l’educazione. La sola università statale bielorussa (BSU) ha mille studenti cinesi (lo stesso numero degli studenti russi), e nel 2019 in tutta la Bielorussia c’erano più di 3000 studenti cinesi[73]. Ogni anno, il numero di candidati dalla Cina continua a crescere, e gli studenti bielorussi, come lingua straniera, preferiscono studiare la lingua cinese[74].
Il principale progetto congiunto tra i due paesi è il parco industriale Velikiy Kamen. È un complesso di 112 km2 vicino a Minsk. Non è solo una concentrazione di impianti di produzione, ma anche una zona economica con un regime speciale. Ai residenti vengono offerte condizioni allettanti: l’esenzione dall’IVA sulle importazioni, sulle tasse fondiarie e immobiliari per 50 anni, e benefici sull’imposta sul reddito. Non sono solo le aziende cinesi ad essere interessate: Velikiy Kamen attira uomini d’affari dalla UE, dalla Russia e dalla stessa Bielorussia[76], tanto che gli esperti ritengono che questa Free Zone diventerà presto l’hub principale per l’entrata delle merci cinesi nell’Unione Europea[77].
Un altro frutto dell’alleanza cino-bielorussa è l’impianto di assemblaggio di automobili Belji per le auto cinesi Geely, inaugurato nel 2011[78]. La Export-Import Bank of China ha stanziato 158,7 milioni di dollari per questo progetto, garantito dal Ministero delle Finanze bielorusso; altri 90 milioni di dollari sono stati dati dalla stessa Geely[79]. La quota di controllo della società (59.19%) è in mano a BelAZ, il 39.64% è in mano cinesi, il restante 1.15% della JSC Borisov Automotive Equipment Plant[80]. Ma il progetto comune più importante, per Pechino, è la fabbrica di sistemi di missili balistici intercontinentali mobili[81].
La repressione della stampa
Il regime di Lukashenka ha perseguitato i giornalisti e la stampa indipendente durante tutti i suoi 27 anni di potere[83]. Secondo il rapporto della ONG Reporters sans Frontières (2020), la Bielorussia è al 158° posto su 180 nella classifica mondiale della libertà di stampa. Rispetto al 2019, Minsk è scesa di cinque punti[84]. All’inizio di luglio 2021, il capo del Consiglio di Sicurezza russo, Nikolay Patrushev, ha visitato Minsk e in Bielorussia è iniziata l’eliminazione sistematica dei media indipendenti. Il 13 Luglio, Lukashenka è volato a vedere Putin – e il giorno dopo le forze di sicurezza hanno attaccato gli attivisti dei diritti umani con arresti e perquisizioni[85].
Lukashenka farebbe di tutto per mantenere il potere nelle sue mani, sorvegliando le folle dei protestanti e giornalisti dall’alto, dal suo elicottero, con un fucile in mano[86]. Ma questo non è l’unico problema che i media bielorussi hanno affrontato negli ultimi due anni: l’accesso a Internet è stato bloccato, ai giornalisti che lavorano per i mass media stranieri è stato ritirato l’accreditamento, a un certo numero di giornali non statali è stata negata la possibilità di pubblicare in Bielorussia e sono stati esclusi dal sistema statale di abbonamento e distribuzione. Tut.by, la pubblicazione online bielorussa più popolare, con oltre il 60% del pubblico di Internet, è stata privata del suo status di media[87].
In primavera, il parlamento ha approvato diverse leggi che minacciano il normale funzionamento dei media in Bielorussia. Ora le trasmissioni in diretta dalle proteste sono vietate, e gli agenti di polizia potranno vietare ai giornalisti di fare foto e video. Anche la nozione di estremismo e terrorismo è stata notevolmente ampliata[88]. Nel mese di luglio la Bielorussia ha promulgato una serie di leggi contro la pubblicazione di contenuti “illegali”, sicché ora basta pochissimo per essere tacciati di estremismo. Tanti canali e chat in Telegram sono stati dichiarati estremisti,[89] e i loro partecipanti hanno ricevuto condanne da 5 a 9 anni di prigione[90]. Per questo tanti siti dei giornali online impediscono i commenti sotto gli articoli: per non mettere in pericolo i loro lettori (come ha fatto “Onliner”)[91]. Tutte le interviste o opinioni pubblicate sono inserite con nomi inventati, per non mettere in pericolo gli autori[92].
I giornalisti vengono perseguitati, le loro case devastate, i loro computer sequestrati, vengono arrestati per una parola sbagliata, una critica al regime, per aver esposto la bandiera alla finestra – com’è successo al giornalista di “Tribuna” Aleksandr Ivulin, accusato in base all’articolo 342 del codice penale (organizzazione e preparazione di azioni che violano gravemente l’ordine pubblico) e rischia fino a quattro anni di prigione[93]. Il 9 Luglio, il caporedattore del giornale “Nasha Niva”, Egor Martynovych, è stato picchiato dai secondini (è in prigione da 10 giorni senza accuse[94]) fino a ferirgli la testa: è arrivata un’ambulanza ed è stato portato al Comitato Investigativo, dove viene interrogato, mentre il sito del giornale è bloccato[95]. Ma la lista dei giornalisti perseguitati è infinita…[96]
Un esempio: la giornalista Katya Borisevich è uscita di prigione il 19 maggio 2021 dopo un anno e mezzo di reclusione, ottenuto per un articolo sul fatto che non c’era l’alcol nel sangue di Roman Bondarenko, un manifestante picchiato a morte per strada, con l’accusa di aver rivelato segreti medici che hanno causato gravi conseguenze[97]. Dal punto di vista delle autorità bielorusse, l’articolo ha causato “un aumento della tensione nella società, creato un’atmosfera di sfiducia verso gli organi statali competenti, incitato i cittadini ad aggressioni e azioni illegali”[98]. In altre parole, la “tensione nella società” è stata causata non dal fatto della morte violenta di Roman Bondarenko o dal fatto che i suoi assassini sono impuniti, ma dall’articolo che dice che l’uomo picchiato a morte dalla polizia fosse sobrio…
Ci sono almeno 18 giornalisti dietro le sbarre (le cifre cambiano ogni giorno)[100], come in Vietnam (18), peggio che in Siria (14), in Turchia (11), in Israele (11), in Iran (14), in Russia (7) e in Iraq (5)[101]. Secondo Iryna Khalip, il corrispondente della Novaya Gazeta a Minsk, “i giornalisti bielorussi sono sempre stati impotenti e indifesi. Non abbiamo a che fare con un potere improvvisamente risvegliato che ha deciso di distruggere il giornalismo. Abbiamo a che fare con il solito atteggiamento delle autorità verso i giornalisti e la libertà di parola”[102]. Più il regime si sente sicuro, più forte è il suo potere, più basso è il livello di repressione – e viceversa.
Le aggressioni, iniziate a metà luglio, hanno colpito l’intera società civile, dai gruppi che si battono per i diritti dei prigionieri politici a quelli che fanno crowdfunding per le cure mediche e hanno aiutato i medici nella lotta contro il coronavirus. Sono state liquidate più di 40 organizzazioni[103]. Lukashenka ha giurato che i raid contro le ONG continueranno, perché per lui sono “banditi e agenti stranieri”. “È in corso un’operazione di rastrellamento”, ha detto Lukashenka. “Pensate che sia facile? Ci sono migliaia di persone che lavorano per costoro, e i loro cervelli sono distorti e sottoposti a lavaggio del cervello dal denaro straniero”.[104]
Nell’ottobre del 2020, Alyaksandr Lukashenka e Mikhail Gutseriev sono comparsi all’inaugurazione di una chiesa ortodossa patrocinata da Gutseriev. Secondo le notizie diffuse dai media, quando nell’agosto 2020 sono stati licenziati i dipendenti in sciopero dei media bielorussi di proprietà statale, alcuni giornalisti russi che simpatizzano con il regime sono stati portati in aereo a Minsk da Gutseriev e sono stati alloggiati nel suo Hotel Minsk Renaissance[105]. Ma i giornalisti russi che non simpatizzano restano fuori, hanno la proibizione di entrare in Bielorussia[106].
Inoltre, Pavel Legkiy (Vice Ministro dell’informazione bielorussa fino al dicembre 2020, nominato poi Ministro Consigliere presso l’Ambasciata della Bielorussia a Mosca[107]) e i suoi colleghi cercano di imporre ai media russi come raccontare correttamente gli eventi in Bielorussia: da anni, i funzionari dell’ambasciata chiamano le redazioni e chiedono categoricamente la rimozione di articoli “scorretti” o minacciano di ritorsioni[108].
Cosa fanno le “tre ragazze”
Scrivendo, un anno fa, abbiamo lasciato Svetlana Tikhanovskaya fiduciosa, piena di idee e iniziative, in procinto di incontrare i leader politici mondiali[110]. Dopo le proteste dell’estate scorsa, lei e il suo gruppo sono riusciti a raggiungere risultati importanti: il consigliere per gli affari internazionali di Tikhanovskaya, Franak Vyachorka, racconta che sono state imposte sanzioni contro più di 200 persone legate al regime bielorusso; sono state ospedalizzate molte persone picchiate e mutilate dalla polizia di Lukashenka; è stato cancellato il Campionato di hockey, ma anche tutti i programmi di aiuto e sostegno che finanziavano la dittatura[111]. Proprio in questi giorni Svetlana Tikhanovskaya è negli Stati Uniti, su invito del Dipartimento di Stato, per incontrare i leader del Congresso. Gli Stati Uniti svolgeranno – spera – un ruolo di mediazione nei negoziati tra le autorità di Minsk e l’opposizione[112]. Svetlana sta per incontrare anche il presidente Joe Biden, e questo ha un grande valore simbolico per i bielorussi[113].
Veronika Tsepkalo ha lasciato il paese, con il marito e i due figli, e vive a Riga, dove Valeriy ha fondato il Forum Democratico Bielorusso[114] e Veronika la Fondazione per il sostegno delle donne bielorusse (Belarus Women’s Foundation)[115]. Maria Kolesnikova, il capo del quartier generale elettorale di Viktor Babaryko prima e di Svetlana Tikhanovskaya poi, è stata arrestata nel settembre del 2020 e nel febbraio del 2021 ha ricevuto il premio tedesco per i diritti umani della Gerhart & Renate Baum-Stiftung (10mila euro)[116], e prima ancora il Premio per la pace di Stoccarda 2021, la città in cui aveva vissuto per 12 anni[117]. Gerhart Baum ha paragonato Kolesnikova all’oppositore russo Alexei Navalny: entrambi hanno cercato di cambiare la situazione nel loro paese e sono finiti in prigione come “vittime dell’arbitrio statale”[118].
Maria scrive: non si abbatte, sta bene, scrive e legge tanto e, dall’angustia della sua cella, sta cercando di ottenere un’indagine penale sul suo rapimento e l’arresto[119]. É sicura che sarà libera e che potrà occuparsi di politica in una nuova Bielorussia libera e democratica[120]. All’inizio di luglio 2021, il caso contro Maria Kolesnikova e Maksim Znak (un altro membro del Consiglio di coordinamento) è stato portato al tribunale regionale di Minsk[121]: entrambi sono accusati di aver tentato di prendere il potere e di gestire un’organizzazione estremista[122]. Entrambi rischiano fino a 12 anni di prigione[123]. Così, anche se le “tre ragazze” sono divise, ognuna sta facendo ciò che può per la causa. Svetlana Tikhanovskaya e Veronika Tsepkalo restano in contatto, ma Maria purtroppo non riceve nemmeno le loro lettere.[124] Divise, ma unite.
La strategia della “Hybrid Aggression”
Secondo i dati ufficiali pubblicati dal governo della Lituania, dall’inizio del 2021 ad oggi sono stati fermati, al confine con la Bielorussia, 2603 migranti, tra cui iracheni, congolesi, iraniani e profughi di altri paesi[126]. Il 2 luglio le autorità lituane hanno dichiarato lo stato di emergenza: il numero di persone che cercano di attraversare illegalmente il confine lituano dalla Bielorussia è aumentato di quasi 20 volte in un anno[127]. In confronto, erano state 74 nel 2020 e solo 37 nel 2019[128]. È la risposta di Lukashenka che, rispondendo alle sanzioni UE, aveva annunciato che la Bielorussia non avrebbe più aiutato l’UE nella lotta contro l’immigrazione illegale[129].
Il 7 Luglio 2021, il primo ministro lituano Ingrida Szymonte ha accusato le autorità bielorusse di praticare una strategia di “Hybrid Aggression”[130], ovvero di combattere la Lituania creandole problemi di natura interna, senza l’uso di armi[131] – ed ha annunciato l’intenzione della Lituania di costruire una recinzione al confine con la Bielorussia lunga circa 30 chilometri[132]. L’Estonia ha inviato 100 km di filo spinato alla Lituania per sostenere questo progetto[133]. Il danno c’è comunque: l’intera faccenda costa alle casse di Vilnius 42 milioni di euro all’anno[134]. L’Agenzia europea per le frontiere (Frontex) ha deciso di lanciare un’operazione di emergenza sul confine bielorusso: guardie di frontiera aggiuntive, elicotteri, auto di pattuglia e agenti speciali sono stati inviati in Lituania “per rafforzare il confine esterno dell’UE”[135].
Emanuelis Zingeris[136], membro del partito Seimas Homeland Union-Lithuanian Christian Democrats, propone di perseguire nei tribunali internazionali l’azione del governo bielorusso: “I migranti provenienti dal Medio Oriente, soprattutto dall’Iraq e dall’Africa, diretti di proposito al confine con la Lituania dal regime bielorusso, sono tentati dalle promesse che ci sia un modo facile per entrare in Europa occidentale, e pagano agli organizzatori migliaia di dollari per questo viaggio. Anche le autorità bielorusse prendono parte a questo mercimonio: i migranti dell’agenzia turistica statale bielorussa “Centrkurort” comprano pacchetti di viaggio che includono biglietti aerei, alloggio a Minsk e accompagnamento al confine con la Lituania. Gli iracheni e i siriani che acquistano i biglietti attraverso questa agenzia ricevono automaticamente i visti bielorussi” [137].
Prosegue Zingeris: “Molti migranti illegali che attraversano il confine con la Lituania non hanno documenti d’identità – vengono cacciati fuori dalla Bielorussia e consegnati ai contrabbandieri. In Bielorussia, quasi tutto è controllato dal governo, in particolare da Alyaksandr Lukashenka, e queste cose, compreso il coinvolgimento dell’agenzia statale del turismo, non sarebbero potute accadere senza la benedizione del signor Lukashenka. Non è solo una strategia statale di migrazione illegale, ma anche un vero e proprio traffico di esseri umani sostenuto dallo stato”[138].
Dal 15 luglio 2021, Bielorussia ha permesso di entrare nel paese senza visto ai popoli di 73 paesi extraeuropei, ufficialmente per vaccinarsi contro il coronavirus[139]. La compagnia turistica statale bielorussa ha un accordo con l’Iraq[140]: ogni acquirente di un viaggio deve lasciare un deposito di 4mila dollari in Iraq in caso di non ritorno. Se il viaggiatore non torna, ma oltrepassa la frontiera EU, il deposito viene trasferito al consolato bielorusso a Baghdad: siccome ci sono già quasi 900 migranti illegali dall’Iraq in Lituania, il regime bielorusso, con questo giochetto, ha già incassato almeno 2 milioni di euro[141].
Gli annunci del governo lituano cadono nel vuoto: non venite, sarete riportati in patria. Siete coinvolti in un crimine, non riceverete asilo, ne vi sarà riconosciuto lo statuto di rifugiato. Avrete perso i soldi dati all’agenzia di viaggi, e sarà stato inutile. La realtà è diversa: i migranti vengono chiusi nei centri per rifugiati, sono sottoposti ad una quarantena di 2 settimane, dopodiché arriva un’auto (promessa dalla Bielorussia), e li porta via dalla Lituania, verso Ovest… Il costo di un viaggio dal Kurdistan, con una fermata di 3-4 giorni a Minsk, passando dalla Lituania e arrivando in Germania, costa dai 6’000 ai 15’000 dollari[142]. Solo da pochi giorni (dal 1° agosto 2021), Frontex ha iniziato ad attuare la decisione del ministro dell’Interno Agne Bilotaite: i migranti illegali vengono rimandati in Bielorussia[143].
Le tendopoli sono comunque strapiene, e la Lituania ha chiesto aiuto all’Unione Europea[144], Spagna[145] e Polonia[146] si sono offerte di rilevare alcune quote di clandestini, anche perché, accanto a quelli extraeuropei, tra l’agosto ed il dicembre del 2020 161’000 sono scappati dal loro paese e pesano sulle organizzazioni di accoglienza degli altri paesi dell’Unione dell’Ucraina[147]. Il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis ha proposto ai suoi della UE di imporre un quinto pacchetto di sanzioni alla Bielorussia per l’incitamento alla crisi migratoria – questo pacchetto riguarderebbe sia le aziende turistiche, sia le compagnie aeree, sia le organizzazioni che controllano i flussi migratori[148].
Cosa può accadere adesso?
L’Unione Europea agisce sul filo del rasoio. Un passo falso, e la Bielorussia potrebbe rientrare a far parte della Russia, come vorrebbe Putin[150] – potrebbe non esserci altra scelta. Lo dimostra il recente caso dell’atleta bielorussa Kristina Timanovskaja, cui è stato ordinato il rimpatrio prima della gara (solo per aver raccontato la situazione del suo paese), è stato trattato da Minsk come un caso clinico: la ragazza sarebbe in “condizioni psicologiche poco stabili”[151], anche se non è stata visitata da alcun medico[152]. Sul Canale TV Belarus-1, Grigory Azarenok ha suggerito di inviare la ragazza in un “campo profughi” occupato da “duecento uomini forti dal Medio Oriente”[153]. Sappiamo che è propaganda, ma capiamo il suo terrore: per fortuna la fine Polonia le ha dato asilo politico[154]. Ma l’hanno salvata solo perché era fuori dalla Bielorussia e sotto gli occhi di tutto il mondo. Suo marito è stato costretto a lasciare il paese precipitosamente, ma nessuno avrebbe potuto aiutarlo[155].
Secondo Valeriy Tsepkalo e la sua moglie Veronica “i bielorussi sono delusi che la leadership russa stia aiutando Lukashenko. L’opinione pubblica russa era molto solidale con la Bielorussia e con quello che stava succedendo nel paese. Speravamo che la Russia avrebbe avuto un ruolo nella democratizzazione della Bielorussia. Lukashenka ha dimostrato molte volte che sta con la Russia solo finché è in difficoltà. Non è proprio un alleato affidabile, politicamente parlando. Naturalmente, i bielorussi capiscono anche che da un lato c’è una politica ufficiale del Cremlino, e dall’altra c’è la simpatia dell’opinione pubblica russa”[156].
Lukashenka non ha più carte da giocare, se non quella di ricattare il mondo intero tenendo la popolazione in ostaggio e aumentando, se necessario, il grado di violenza. Non c’è più nessuna politica economica, tutti gli aiuti che la Bielorussia riceve vanno a pagare l’apparato militare, ed è ovvio che l’Unione Europea non possa entrare con i carri armati a Minsk. L’opposizione cerca di raggiungere gli accordi quante più organizzazioni internazionali possibili, ma queste sono purtroppo molto burocratiche, ed è per questo che, in Bielorussia, si sono formati tanti fondi di sostegno civile finanziati dai privati.
Dopo oltre un anno, Lukashenka non può più sperare che la marea di protesta smetta di esistere. Ma il suo carattere gli dice che esista una sola via: avanti così, costi quello che costi. La gente per strada spera che tutto finisca prima di Natale: è un fatto unico, nella storia recente, che al comando ci sia una persona odiata veramente da tutti, considerata tossica persino dai propri alleati, senza nessuna strategia, senza nessuna credibilità, con l’unico potere di scagliare truppe contro la gente inerme, e nessuna idea sul domani. Il suo Parlamento, a giugno, ha annunciato una revisione della Costituzione[157], ma si tratta di pira maculatura e, infatti, né Lukashenka, né il popolo hanno dedicato più di un minuto a quel pezzo di carta. La rottura è stata nell’estate del 2020, quando il popolo ha votato contro Lukashenka e lui non se ne è andato.
L’opzione di un successore (come è accaduto in circostanze simili in Kazakistan) si insinua nelle menti dei potenti – anche in Bielorussia. Non sarebbe un problema garantire al dittatore una vecchiaia serena in qualche posto in Russia. Ma lui non si fida di nessuno e pensa di poter restare vivo solo finché ha in mano la vita di nove milioni e mezzo di cittadini. Non sappiamo nemmeno se, all’interno dell’esercito, ci siano forze che si stiano stancando di questa situazione e sarebbero pronte a rivoltarsi. Le opzioni sono poche: o Putin annette la Bielorussia; oppure c’è un colpo di Stato da parte di attori di cui, attualmente, non si conosce né il nome né il volto; oppure la comunità internazionale riesce a convincere il vecchio pazzo ad arrendersi – ed è chiaro che speriamo tutti in quest’ultima possibilità. Quel che è certo è che non può andare avanti così all’infinito.
[1] 09.02.2021 Six months of protests in Belarus: Lukashenko hasn’t gone, people are tired, what next? DW News, see more: https://www.youtube.com/watch?v=p1se2ZgsRJU
[2] https://www.belaruswomen.org/en/ ; https://www.belaruswomen.org/en/political-prisoners
[3] 29.06.2020 Belarus: Growing crackdown on human rights ahead of presidential election, Amnesty International Public statement; see more: https://www.amnesty.org/download/Documents/EUR4926202020ENGLISH.pdf
[4] 29.06.2020 Belarus: Growing crackdown on human rights ahead of presidential election, Amnesty International Public statement; see more: https://www.amnesty.org/download/Documents/EUR4926202020ENGLISH.pdf
[5] https://www.dw.com/ru/ne-tolko-babariko-kakie-eshhe-gromkie-sudebnye-processy-zhdut-v-belarusi/a-58209206
[6] https://euroradio.fm/ru/zashchitnik-babariko-zayavil-chto-ne-znaet-gde-nahoditsya-eks-bankir
[7] https://belaruspartisan.by/politic/486205/ ; https://www.bbc.com/russian/features-57593640
[8] YouTube channel of Sergey Tikhanovskiy: https://www.youtube.com/c/%D0%A1%D1%82%D1%80%D0%B0%D0%BD%D0%B0%D0%B4%D0%BB%D1%8F%D0%B6%D0%B8%D0%B7%D0%BD%D0%B8/featured
[9] https://www.dw.com/ru/tihanovskij-spustja-god-aresta-budu-sidet-stolko-skolko-pozvolit-narod/a-57691479
[10] https://www.dw.com/ru/v-zakrytom-rezhime-pod-kamery-gossmi-za-chto-v-belarusi-sudjat-tihanovskogo/a-58030375
[11] https://www.dw.com/ru/v-mid-germanii-prokommentirovali-nachalo-suda-nad-tihanovskim/a-58024824
[12] https://lithuaniatribune.com/belarus-hesitant-about-facilitated-border-crossing-with-lithuania/
[13] https://kyky.org/hero/pora-zanimat-mesta-v-pervom-ryadu-shraybman-dal-pervoe-intervyu-o-lichnom-i-o-tom-kak-lyudi-iz-rezhima-gotovyatsya-provozhat-lukashenko
[14] https://euroradio.fm/ru/dumal-eto-na-mesyac-belorusy-kotorye-uehali-i-nadeyalis-skoro-vernutsya
[15] https://www.youtube.com/watch?v=NxqziFKy61M
[16] https://meduza.io/feature/2021/05/19/my-tak-mnogo-sdelali-i-ne-smogli-pobedit
[17] https://meduza.io/feature/2021/05/19/my-tak-mnogo-sdelali-i-ne-smogli-pobedit
[18] https://www.flightradar24.com/blog/ryanair-flight-4978-to-vilnius-forcibly-diverted-to-minsk/
[19] https://www.ilpost.it/2021/06/25/roman-protasevich-sofia-sapega-arresti-domiciliari-bielorussia/ ; https://www.bbc.com/news/world-europe-57607580
[20] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=OJ:L:2021:219I:FULL&from=EN
[21] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=OJ:L:2021:219I:FULL&from=EN
[22] https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2021/06/21/belarus-fourth-package-of-eu-sanctions-over-enduring-repression-and-the-forced-landing-of-a-ryanair-flight/
[23] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=OJ:L:2021:219I:FULL&from=EN
[24] https://www.rbc.ru/economics/06/02/2020/5e3be6489a7947af0b4334fc
[25] https://www.forbes.ru/profile/mihail-gutseriev ; https://www.rbc.ru/technology_and_media/23/06/2021/60d1db5a9a7947d54e4625a7 ; https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=OJ:L:2021:219I:FULL&from=EN
[26] https://mogilev.online/2020/04/16/138256.html
[27] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=OJ:L:2021:219I:FULL&from=EN
[28] https://euroradio.fm/ru/semya-oligarha-oleksina-prodala-svoi-evropeyskie-biznesy
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[31] https://dev.by/news/kipod-by
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[38] https://ria.ru/20210622/lukashenko-1738156364.html?in=t
[39] https://ria.ru/20210622/lukashenko-1738156364.html?in=t
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[82] https://www.dw.com/ru/konvejer-repressij-v-belarusi-chto-govorjat-v-germanii/a-58294257
[83] https://www.golosameriki.com/a/belarus-press-freedom/5871377.html
[84] https://rsf.org/fr/belarus
[85] https://euroradio.fm/ru/soyuznoe-negosudarstvo-zachem-lukashenko-letal-k-putinu-strim-v-1300 ; https://www.youtube.com/watch?v=cvhAljT6Nmg
[86] https://foreignpolicy.com/2021/06/21/putin-lukashenko-belarus-sanctions/
[87] https://www.dw.com/ru/chto-proishodit-s-tutby-i-drugimi-media-v-belarusi-vzgljad-iznutri/a-57552373
[88] https://www.dw.com/ru/chto-proishodit-s-tutby-i-drugimi-media-v-belarusi-vzgljad-iznutri/a-57552373
[89] https://tech.onliner.by/2021/07/12/eshhe-10-chatov-i-kanalov-telegram-obyavleny-ekstremistskimi
[90] https://reform.by/242278-10-uchastnikov-radikalnyh-chatov-poluchili-ot-5-do-9-let-kolonii
[91] https://tech.onliner.by/2021/07/12/onliner-otklyuchaet-kommentarii
[92] https://meduza.io/feature/2021/05/19/my-tak-mnogo-sdelali-i-ne-smogli-pobedit
[93] https://t.me/tribuna_by/20689
[94] https://t.me/nashaniva/30819
[95] https://t.me/nashaniva/30496 ; https://novayagazeta.ru/articles/2021/07/09/nasha-niva-glavreda-izdaniia-egora-martinovicha-izbili-pri-zaderzhanii
[96] https://www.dw.com/ru/konvejer-repressij-v-belarusi-chto-govorjat-v-germanii/a-58294257 ; https://reform.by/242279-v-redakciju-regionalnoj-gazety-v-molodechno-prishli-siloviki
[97] https://www.dw.com/ru/chto-proishodit-s-tutby-i-drugimi-media-v-belarusi-vzgljad-iznutri/a-57552373
[98] https://www.dw.com/ru/chto-proishodit-s-tutby-i-drugimi-media-v-belarusi-vzgljad-iznutri/a-57552373
[99] https://www.faz.net/aktuell/politik/ausland/junger-mann-in-belarus-nach-pruegel-gestorben-17051187.html
[100] https://www.bbc.com/russian/media-57289898
[101] https://www.reporter-ohne-grenzen.de/barometer/2021/journalisten-in-haft
[102] https://www.golosameriki.com/a/belarus-press-freedom/5871377.html
[103] https://t.me/viasna96/6303
[104] https://www.theguardian.com/world/2021/jul/23/belarus-ngos-condemn-government-crackdown-after-black-week-of-raids
[105] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=OJ:L:2021:219I:FULL&from=EN
[106] https://kyky.org/hero/mne-pishut-chto-otrezhut-golovu-lichnyy-vrag-lukashenko-dmitriy-bolkunets-o-zachistkah-neugodnyh-i-epohe-posle-diktatora
[107] https://tomin.by/news/cult/21744-pavel-legkij ; https://marketing.by/novosti-rynka/pavel-legkiy-osvobozhden-ot-dolzhnosti-pervogo-zamestitelya-ministra-informatsii/
[108] https://kyky.org/hero/mne-pishut-chto-otrezhut-golovu-lichnyy-vrag-lukashenko-dmitriy-bolkunets-o-zachistkah-neugodnyh-i-epohe-posle-diktatora
[109] https://kyky.org/hero/ya-absolyutno-tochno-budu-politikom-kyky-zadal-kolesnikovoy-tihanovskoy-i-tsepkalo-odinakovye-voprosy-vot-chto-oni-govoryat
[110] https://www.glistatigenerali.com/diritti-umani/come-tre-ragazze-potrebbero-salvare-la-bielorussia/ ; https://www.glistatigenerali.com/diritti-umani_partiti-politici/lo-strazio-degli-abbandonati-la-bielorussia-non-si-arrende-al-tiranno/
[111] 09.02.2021 Six months of protests in Belarus: Lukashenko hasn’t gone, people are tired, what next? DW News, see more: https://www.youtube.com/watch?v=p1se2ZgsRJU ; https://www.svoboda.org/a/svetlana-tihanovskaya-nahoditsya-s-vizitom-v-ssha/31365775.html
[112] https://reform.by/242030-svetlana-tihanovskaja-pribyla-v-ssha ;
[113] https://www.dw.com/ru/vstrecha-bajdena-c-tihanovskoj-bolshe-chem-simvolism/a-58696745
[114] https://www.dw.com/ru/valerij-i-veronika-cepkalo-lukashenko-vedet-sebja-kak-terrorist/a-56475900 ; https://web.archive.org/web/20210429195217/https://rebenok.by/articles/together/psychology/29118-chetyre-mesyatsa-ne-razbirala-chemodany-veronika-tsepkalo-o-pereezde-v-rigu-i-vospitany-synovei.html
[115] https://www.belaruswomen.org/en/
[116] https://www.dw.com/ru/marii-kolesnikovoj-vruchena-nemeckaja-premija-v-oblasti-prav-cheloveka/a-56489939
[117] https://www.dw.com/ru/marii-kolesnikovoj-prisuzhdena-shtutgartskaja-premija-mira/a-58250614
[118] https://www.dw.com/ru/marii-kolesnikovoj-vruchena-nemeckaja-premija-v-oblasti-prav-cheloveka/a-56489939
[119] 09.02.2021 Six months of protests in Belarus: Lukashenko hasn’t gone, people are tired, what next? DW News, see more: https://www.youtube.com/watch?v=p1se2ZgsRJU
[120] https://kyky.org/hero/ya-absolyutno-tochno-budu-politikom-kyky-zadal-kolesnikovoy-tihanovskoy-i-tsepkalo-odinakovye-voprosy-vot-chto-oni-govoryat
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[124] https://kyky.org/hero/ya-absolyutno-tochno-budu-politikom-kyky-zadal-kolesnikovoy-tihanovskoy-i-tsepkalo-odinakovye-voprosy-vot-chto-oni-govoryat
[125] https://www.lrt.lt/naujienos/lietuvoje/2/1447941/sakaliene-po-apsilankymo-uzkardoje-is-zmoniu-surenkami-pinigai-suplesomi-dokumentai-ir-nurodoma-kryptis
[126] https://belsat.eu/ru/news/25-07-2021-v-litve-zaderzhali-eshhe-133-migranta-na-granitse-s-belarusyu/
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[128] https://euobserver.com/world/152305
[129] https://rus.delfi.ee/statja/93976779/evrosoyuz-napravit-v-litvu-vertolety-dlya-kontrolya-granicy-s-belarusyu
[130] https://www.lrt.lt/ru/novosti/17/1449984/seim-litvy-priznal-nelegal-nuiu-migratsiiu-iz-belarusi-gibridnoi-agressiei
[131] https://www.asil.org/insights/volume/21/issue/14/hybrid-warfare-aggression-and-coercion-gray-zone
[132] https://www.lrt.lt/ru/novosti/17/1452513/zhivoe-miaso-gibridnoi-voiny-rassledovanie-o-potoke-migrantov-v-litvu
[133] https://novayagazeta.ru/articles/2021/07/24/estoniia-otpravit-v-litvu-100-km-koliuchei-provoloki-dlia-steny-na-granitse-s-belarusiu-v-samoi-litve-ne-khvataet-materialov
[134] https://www.lrt.lt/ru/novosti/17/1448590/ukreplenie-granitsy-s-belarus-iu-oboidetsia-litve-v-42-mln-evro
[135] Migrante illegale sugli aiuti militari bielorussi, Lukashenko e le condizioni in Lituania, DW, Youtube, see more: https://www.youtube.com/watch?v=EYHHpPf2V-4
[136] https://www.lrs.lt/sip/portal.show?p_r=35299&p_k=2&p_a=498&p_asm_id=43
[137] https://www.lrt.lt/naujienos/lietuvoje/2/1449535/tarp-seimo-nariu-siulymu-del-neteisetos-migracijos-problemos-ideja-akcentuoti-rezimo-remiama-prekyba-zmonemis
[138] https://www.lrt.lt/naujienos/lietuvoje/2/1449535/tarp-seimo-nariu-siulymu-del-neteisetos-migracijos-problemos-ideja-akcentuoti-rezimo-remiama-prekyba-zmonemis
[139] Migrante illegale sugli aiuti militari bielorussi, Lukashenko e le condizioni in Lituania, DW, Youtube, see more: https://www.youtube.com/watch?v=EYHHpPf2V-4
[140] Migrante illegale sugli aiuti militari bielorussi, Lukashenko e le condizioni in Lituania, DW, Youtube, see more: https://www.youtube.com/watch?v=EYHHpPf2V-4
[141] https://www.lrt.lt/ru/novosti/17/1452513/zhivoe-miaso-gibridnoi-voiny-rassledovanie-o-potoke-migrantov-v-litvu
[142] https://www.lrt.lt/ru/novosti/17/1452513/zhivoe-miaso-gibridnoi-voiny-rassledovanie-o-potoke-migrantov-v-litvu ; https://news.zerkalo.io/life/348.html?tg
[143] https://news.zerkalo.io/economics/1120.html
[144] https://www.lrt.lt/ru/novosti/17/1452513/zhivoe-miaso-gibridnoi-voiny-rassledovanie-o-potoke-migrantov-v-litvu
[145] https://www.lrt.lt/ru/novosti/17/1447216/prem-er-ispanii-prokommentiroval-problemy-s-litvy-s-migrantami
[146] https://www.lrt.lt/ru/novosti/17/1449131/pol-sha-sobiraetsia-pomoch-litve-s-migratsionnym-krizisom
[147] https://svaboda.azureedge.net/a/31370211.html
[148] https://www.lrt.lt/ru/novosti/17/1449713/anushauskas-canktsii-za-organizatsiiu-potoka-migrantov-mogut-zatronut-i-aviakompanii ; https://www.lrt.lt/ru/novosti/17/1449743/glava-mid-litvy-chleny-es-sklony-odobrit-novye-sanktsii-belarusi
[149] https://www.youtube.com/watch?v=KgwM7U7F654
[150] http://www.asianews.it/notizie-it/Putin-vuole-liberarsi-di-Luka%C5%A1enko-53540.html
[151] https://www.gazzetta.it/olimpiadi/01-08-2021/olimpiadi-bielorussa-timanovskaja-rimpatriata-forza-chiede-aiuto-cio-420101065755.shtml
[152] https://kyky.org/hero/doveli-do-isteriki-muzh-timanovskoy-rasskazal-kak-pokinul-belarus-i-chto-ih-semya-budet-delat-teper
[153] https://news.zerkalo.io/life/1103.html?popular_desktop=
[154] https://kyky.org/hero/doveli-do-isteriki-muzh-timanovskoy-rasskazal-kak-pokinul-belarus-i-chto-ih-semya-budet-delat-teper
[155] https://kyky.org/hero/doveli-do-isteriki-muzh-timanovskoy-rasskazal-kak-pokinul-belarus-i-chto-ih-semya-budet-delat-teper
[156] https://www.dw.com/ru/valerij-i-veronika-cepkalo-lukashenko-vedet-sebja-kak-terrorist/a-56475900
[157] https://ksds.by/wp-content/uploads/2021/06/predlozheniya_po_izmeneniyu_konstituczii.pdf
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