Diritti
Amnesty International raccoglie firme per la libertà di stampa nel mondo
In vista del 3 maggio in cui si celebrerà come ogni anno la Giornata mondiale per il diritto alla libertà d’espressione e di informazione è partita una maratona di raccolta firme della durata di un mese per quattro giornalisti la cui vita è messa seriamente in pericolo
Amnesty International, in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa che si celebrerà, come ogni anno, il prossimo 3 maggio, ha indetto una maratona della durata di 30 giorni, per raccogliere firme a difesa del diritto di espressione e di informazione di quattro giornalisti la cui vita è stata messa seriamente a repentaglio: Alberto Amaro Jordán (Messico), Maria Ponomarenko (Russia), Nidal al-Waheidi e Haitham Abdelwahed (Israele e Territori palestinesi occupati).
Quattro storie che rappresentano senza alcun dubbio l’emblema della dura ed estenuante lotta per proteggere una libertà fondamentale, strumento potente per la tutela dei diritti umani, la cui violazione è oramai pane quotidiano ai danni di coloro che per mestiere, raccontano lo scorrere degli eventi, esprimendo punti di vista sempre più osteggiati dai governi coinvolti, perché denunciano quali forme di oppressione fisica ed intellettuale si perpetrino di continuo in molte parti del mondo.
Alberto Amaro Jordán , un giornalista di 35 anni originario di Atexcatzingo, est di Città del Messico, direttore della testata digitale “La Prensa de Tlaxcala“, è stato vittima di diverse e gravi minacce e tentativi di delegittimazione posti in essere dalle stesse forze di polizia a seguito delle sue inchieste su mafia, criminalità e corruzione.
Maria Ponomarenko, attivista, blogger e giornalista russa della testata online “RusNews” è stata tratta in arresto Il 23 aprile 2022, condannata a sei anni di reclusione con il divieto di esercitare la propria professione per cinque anni successivi alla scarcerazione. I capi di imputazione si basano sull’aver diffuso “informazioni consapevolmente false sulle forze armate russe“, dopo la pubblicazione di video su Telegram del bombardamento al teatro di Mariupol, in Ucraina.
Nidal al-Waheidi e Haitham Abdelwahed sono due giornalisti di 25 e 31 anni che prestano servizio per due canali indipendenti “Ein Media” e “an-Najah” lungo la Striscia di Gaza occupata. Il loro arresto risale al 7 ottobre per mano delle autorità israeliane, le quali ancora oggi non offrono spiegazioni riguardo il luogo della reclusione e le motivazioni che la giustificano, avvalorando la tesi di una sparizione commissionata.
Dunque, la libertà di stampa del nostro tempo è falcidiata da attentati subdoli e gravissimi che con l’avvento e la diffusione della comunicazione digitale si trasformano poi in una disinformazione polarizzata, fatta di intimidazioni ed uccisioni barbare come quelle registrate negli ultimi anni.
Lo scorso marzo gli eurodeputati hanno approvato una nuova legge europea volta a proteggere i giornalisti e i media dell’UE dalle costanti interferenze politiche o economiche. L’ Atto sulla Libertà dei Media obbliga gli stati membri a tutelare l’indipendenza dei media e vietare qualsiasi intervento nelle decisioni editoriali, nonché di esercitare pressioni su giornalisti o redattori al fine di risalire alle fonti. Per ricorrere allo strumento dello spyware sui giornalisti, sarà necessario che questi stiano indagando su reati gravi per i quali dovrà essere richiesta l’autorizzazione preventiva ad un tribunale.
Ancora, disposizioni aggiuntive sono state introdotte per proteggere i media indipendenti da decisioni di grandi piattaforme social in grado di limitarne l’accesso o cancellarne i contenuti. E tutti gli organi di informazione saranno tenuti a rendere pubbliche le informazioni sui loro proprietari.
La libertà di espressione, la libertà dei media e il pluralismo sono sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, però, vi sono stati attacchi ai giornalisti in tutta l’UE, come nell’aprile 2021, quando George Karaivaz è stato ucciso a colpi di arma da fuoco ad Atene o il giornalista investigativo olandese Peter R. de Vries , ucciso ad Amsterdam nel luglio 2021. E con lo scoppio di nuovi conflitti, il pericolo cresce esponenzialmente. Infatti, secondo il rapporto dell’ONU, oltre 122 giornalisti e addetti ai lavori dei media sono stati assassinati nella Striscia di Gaza, con numerosi altri feriti, solo nei primi quattro mesi del conflitto scaturito dagli attacchi terroristici di Hamas il 7 ottobre 2023. Infine, i dati del Consiglio d’Europa del febbraio 2024, mettono in evidenza come, almeno 14 giornalisti, siano stati uccisi dall’inizio del conflitto in Ucraina.
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