Diritti
10 giugno law and order
Vittorio Vidotto, uno dei maggiori storici italiani, disse che senza la radio non sarebbero stati possibili i regimi totalitari del ‘900.
Pensavo a come sarà storicizzato il fenomeno dei regimi populisti di oggi senza tenere in considerazione l’avvento, nei primi anni 2000, dei social. Dispositivi di soggettivazione, come direbbero Foucault-Deleuze-Agamben, che creano il milieu per l’agire di coloro che senza di essi resterebbero solo guitti d’avanspettacolo, ma che invece dominano la scena attuale in maniera tragicomica.
All’inizio di questo annus terribilis 2020, un tweet del presidente Usa annunciava l’uccisione del capo dell’esercito iraniano. Da giorni va berciando di law and order a fronte di un sommovimento epocale per l’assassinio di un afroamericano che sta invadendo piazze – non solo in Usa – ma un po’ in tutto il mondo.
La tecnica non è solo uno strumento, è un dispositivo: crea i suoi servi e i suoi padroni.
E probabilmente oggi, 10 giugno, nel 1940, Mussolini non avrebbe parlato dal Balcone, ma con un Tweet:«Vincere! E vinceremo!, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo» (Sic).
Forse ci salverà prendere e scendere in strada con una bandiera, una mascherina, un abbraccio e un bambino per mano.
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