Cronaca

Il fascismo di Trump

9 Marzo 2025

Ascolto Cacciari che commenta le conclusioni del vertice europeo a Bruxelles sul riarmo dell’Unione europea. “L’aumento delle spese militari di ogni singolo Paese non avrà alcun effetto positivo. Anzi, ci saranno meno soldi per le spese sociali – dalle pensioni ai servizi al cittadino, dai disabili fino alle scuole e alla sanità – in tutte le Nazioni dell’Unione”. Il rischio dei dazi, le spese per la difesa, le pressioni su Zelensky a chiudere in fretta la guerra.

Sarà in grado l’Europa di sopravvivere a Trump? Di dare prova  di quella passione politica e civile e di appartenenza? Quante volte utilizziamo parole senza neppure riflettere sul loro senso ? Credo che il verbo appartare non abbia nulla a che fare con l’essere appartati, stare chiusi nel proprio appartamento e guardare il mondo da uno spioncino, questo mi dà più l’idea di un film di Pierino che guardava di soppiatto l’insegnante. Appartenenza ha a che fare col partager, condivisione. L’Europa condivide valori fondamentali come la libertà, la democrazia, l’uguaglianza e lo stato di diritto.

Quando i sovietici chiamavano i loro nemici “fascisti”, trasformavano la parola in un insulto senza senso. La Russia putinista ha conservato questa abitudine: un “fascista” è chiunque si opponga ai desideri di un dittatore russo. Quindi gli ucraini che difendono il loro Paese dagli invasori russi sono “fascisti”. Trump come Putin si riferiscono ai propri nemici come “fascisti”, senza alcun significato ideologico. È semplicemente un termine dispregiativo.

Putin e Trump sono entrambi, di fatto, fascisti. E il loro uso della parola, sebbene inteso a confondere, ci ricorda una delle caratteristiche essenziali del fascismo: un fascista non si preoccupa della connessione tra parole e significati. Non è lui a servire la lingua; è la lingua a servire lui. Quando un fascista chiama un liberale “fascista”, il termine inizia ad avere una funzione differente, diventa servitore di una persona in particolare, piuttosto che un portatore di significato.

Essere fascisti e chiamare qualcun altro fascista richiede un’astuzia che è naturale per Trump. E nell’apostrofare così il nemico, per quanto in modo assurdo, vediamo il secondo elemento principale del fascismo.

Le parole non si collegano ai significati, le storie non devono essere coerenti. Non devono essere in accordo con la realtà esterna. Un narratore fascista deve solo trovare un ritmo e tenerlo. Questo si può fare provando meticolosamente, come con Hitler, o andando per tentativi, come con Trump.

Per il fascismo, nel periodo della persecuzione dei diritti, la questione antiebraica doveva e poteva essere risolta con l’eliminazione degli ebrei, italiani e stranieri, dal territorio italiano e dalla società italiana. Per loro furono decise misure persecutorie all’interno della penisola: internamento di quelli giudicati maggiormente pericolosi.

 

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.