Cronaca
Ergastolo a Filippo Turetta per l’omicidio di Giulia Cecchettin
L’omicidio è avvenuto la notte tra l’11 e il 12 novembre 2023. Filippo Turetta ha ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin in un parcheggio di Vigonovo, nascondendo il cadavere nei boschi di Barcis e fuggendo poi verso la Germania
Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Non è stata considerata l’aggravante della crudeltà. Per le motivazioni bisognerà attendere novanta giorni. «Nessuno mi ridarà indietro Giulia. È stata fatta giustizia. La violenza di genere si combatte con la prevenzione, non con le pene. Come essere umano mi sento sconfitto, come papà non è cambiato nulla. Non entro nel merito della pena», ha dichiarato all’uscita dall’aula Gino Cecchettin.
Il processo contro Filippo Turetta, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, è stato segnato da una procedura rapida e da decisioni giudiziarie che hanno escluso numerose parti civili, limitandole ai familiari stretti della vittima. Come parti civili ci sono la sorella Elena, il padre Gino e la nonna Carla Gatto. I loro legali hanno avanzato la richiesta di 2.150.000 euro complessivi come risarcimento. Il dibattimento si è svolto in un clima di grande attenzione mediatica e pubblica.
Oggi, l’avvocato di Turetta, Giovanni Caruso, ha stretto la mano a Gino Cecchettin, padre della vittima, sottolineando la comprensione umana ma anche la difficoltà del suo ruolo. Gino Cecchettin aveva dichiarato come le parole della difesa di Turetta avevano umiliato la memoria di Giulia. «La difesa di un imputato è un diritto inviolabile – aveva scritto Cecchettin – ma credo sia importante mantenersi entro un limite che è dettato dal buon senso e dal rispetto umano. Travalicare questo limite rischia di aumentare il dolore dei familiari della vittima, e di suscitare indignazione in chi assiste».
Andrea Camerotto, zio di Giulia, in un post su Facebook ieri sera ha scritto: «Ricordatevi che domani non vincerà nessuno, una sentenza non è il risultato di una partita di calcio. Noi abbiamo perso fisicamente Giulia per sempre e Filippo ha perduto la sua vita serena per sempre portandoci tutti ad una vita di sopravvivenza. Noi porteremo una croce eterna sulle spalle lui il peso di essere un assassino…per sempre».
Filippo Turetta è stato giudicato dalla Corte d’assise
La richiesta dell’accusa: ergastolo per Turetta
L’accusa ha evidenziato l’efferratezza dell’omicidio e le sue dinamiche premeditate. Il 25 novembre, dopo due ore e venti minuti di requisitoria, il pm Andrea Petroni ha chiesto l’ergastolo per Filippo Turetta, di omicidio volontario con premeditazione, aggravato dalla crudeltà e dalla violenza con cui ha ucciso la sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin. «Ci sono state ferite anche in posizioni inaccettabili per far morire una persona, per esempio il sopracciglio o l’orecchio – ha detto rivolto ai giudici della Corte d’assise – C’è stata insensibilità all’altrui patimento. La pressione sulla bocca, 25 tagli sulle mani, le urla, potete solo provare a immaginare. Questa è la crudeltà». Petroni ha posto l’attenzione anche sulla preparazione dell’omicidio, che diventa premeditazione. La famosa lista delle cose da fare scritta da Turetta il 7 novembre – quattro giorni prima del delitto – quando Giulia non voleva più parlare con lui, poi aggiornata giorno per giorno con gli acquisti dallo scotch per legarla, un calzino per tapparle la bocca, i sacchi neri, i coltelli, la provvista di denaro contante e il pieno di benzina all’auto. E poi le ricerche su come occultare il cadavere e fuggire.
La difesa di Turetta: «Non è El Chapo. Giulia non aveva paura di Filippo»
La difesa ha puntato su un atteggiamento collaborativo da parte dell’imputato, ma ha scelto di non richiedere perizie psichiatriche. Il procuratore ha sottolineato l’importanza di mantenere il focus sul caso specifico e non trasformare il processo in un simbolo generico contro il femminicidio. Il 26 novembre, davanti alla Corte d’assise di Venezia hanno parlato i legali del 22enne. «Filippo Turetta sa che dovrà fare molti anni di galera, ma non è el Chapo, non è Pablo Escobar» ha detto nell’arringa Giovanni Caruso. L’avvocato ha provato anche a rivalutare il rapporto di Filippo con Giulia, contestando l’accusa di stalking e le relative aggravanti. «Giulia Cecchettin non aveva paura di Filippo Turetta – ha detto Caruso – Voleva lasciarlo ed aveva scritto una lista che elencava i motivi per interrompere quel rapporto. Giulia andava da uno psicologo, ma non ci risulta che fosse per la relazione con Filippo». «Nessuno dubita che Filippo fosse ossessionato da Giulia – ha proseguito – ma i tanti messaggi da “relazione tossica” non possono essere relativi alla loro relazione prima dell’ottobre 2023».
L’interrogatorio di Filippo Turetta
Il 24 ottobre 2024, Filippo Turetta è stato interrogato dal PM Andrea Petroni, durante un’udienza in cui ha alternato momenti di pausa e ammissioni. Di fronte a Gino Cecchettin, padre di Giulia, e al sostituto procuratore, Turetta ha confermato le dichiarazioni rilasciate precedentemente, spiegando di aver mentito inizialmente per paura di essere abbandonato dalla sua famiglia. Interrogato sul motivo dell’omicidio, l’imputato ha ammesso che la sua rabbia nasceva dal fatto che Giulia non voleva più stare con lui, il che lo aveva spinto a concepire un atto estremo. Turetta ha anche rivelato di aver scritto una nota sul suo cellulare, pochi giorni prima dell’omicidio, in cui immaginava di rapire Giulia per trascorrere del tempo con lei e poi ucciderla, un dettaglio che ha sottolineato la premeditazione del delitto. Durante l’interrogatorio, solo una volta ha mostrato segni di emozione, con le lacrime visibili mentre rispondeva alla domanda dell’avvocato Gentile che rappresenta Elena Cecchettin, sorella di Giulia.
L’omicidio di Giulia Cecchettin
Giulia Cecchettin, 22 anni, è stata brutalmente uccisa nel novembre del 2023 dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta, che non accettava la fine della loro relazione. Giulia aveva cercato di liberarsi dal controllo ossessivo di Turetta, che da tempo la perseguitava con comportamenti di stalking.
L’omicidio è avvenuto dopo una serie di violenze fisiche e psicologiche da parte di Turetta. Il 11 novembre 2023, durante un incontro apparentemente sereno, dopo una giornata di shopping al centro commerciale insieme, Turetta ha colpito Giulia con oltre 70 coltellate in un’area isolata di Fossò, mentre cercava di fuggire dall’auto. Il suo corpo è stato ritrovato pochi giorni dopo in una scarpata tra Piancavallo e Barcis, e Turetta è stato arrestato il 19 novembre 2023 mentre cercava di fuggire in Germania.
L’omicidio è stato il culmine di una relazione malata, segnata da un controllo ossessivo e da una persistente gelosia da parte di Turetta. Il caso ha sollevato un ampio dibattito sul femminicidio e sulla violenza di genere in Italia.
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