Cronaca
Dissacrante, utile e originale come nessun contemporaneo della cultura
La fotografia, quella autentica, ritrae qualcosa che viene tratta dalla veridicità dell’obiettivo inquadrato, sia esso uno scorcio di natura o la posa di una figura umana. Lui andava oltre la realtà apparente delle cose e delle persone, dei sentimenti e delle paure, dei luoghi comuni e delle mode, anche, o soprattutto, quando scattava per una campagna pubblicitaria. Oliviero Toscani pescava nella realtà meno superficiale, indagando in cuor suo quello che alla fine rifletteva dall’immagine fissata. La sua capacità di esprimere un’idea ben solida, ferma e audace, con la macchina fotografica, era fuori dall’ordinario e superava in eloquenza ogni concetto scritto o parlato. Il suo talento seguiva la linea della sua cifra morale, il gusto per la giustezza di un pensiero efficace e costruttivo e, in ultima analisi, il metodo lineare di una persona semplicemente a modo, sincera, spontanea, non artefatta. Era un artista raro, come rara è la malattia che lo ha spento, evidenziandone un’eccezionalità che, allo stesso modo, lo ha riguardato in vita.
Un’esistenza spesa all’insegna di un’arte intelligente e di notevole spessore sociale, con una cifra estetica altrettanto rilevante, a conformare la magnificenza di un messaggio di solidarietà e di speranza, talvolta affidato al culto della fine e utile provocazione. Toscani era tutto ciò che si chiede a un artista contemporaneo, non avulso dall’attualità del suo tempo e originale osservatore delle contraddizioni della società in cui si muoveva e dava luogo alla propria attività. Anche nelle sue interviste, dove esprimeva, insieme a un certo disagio, l’idea di un uomo in perenne conflitto con il mainstream dominante della comunicazione, appariva come un artista alla ricerca di un elemento di opposizione nei confronti di modelli precostituiti e formali, dove la ripetitività assurge a unico modello concettuale, come se il pensiero dovesse essere, per forza maggiore, lo specchio dei tempi, riproponendone ogni sorta di schifezza. Ecco, Oliviero Toscani era quanto di più idoneamente dissacrante l’arte e la cultura italiana hanno proposto negli ultimi quarant’anni! Ha fotografato ciò che in tanti non hanno saputo scrivere e dire, offrendolo ai nostri occhi come un biglietto d’invito per un ensemble collettivo di ribellione.
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