Calcio
Violenza nel calcio? Niente polizia, ci pensa la… mamma
La mamma è sempre la mamma. E questo vale anche in Brasile, dove l’escalation di violenza nel mondo del calcio (fenomeno tristemente noto anche in Europa) ha costretto il Recife a una trovata alquanto singolare: per gestire la sicurezza nel derby, considerato ad altissimo rischio, contro il Nautico, non ha ingaggiato né polizia né i soliti steward ma direttamente le madri di alcuni ultrà.
Il club del Pernambuco, a Nord-Est del Brasile, ha così reclutato una trentina di mamme nell’inedita operazione chiamata appunto “Segurança Mae” (Mamme della sicurezza): le donne indossavano il tradizionale gilet arancione utilizzato dagli addetti alla sicurezza, e – assicura la società – sono state formate come qualsiasi altro volontario.
“L’idea era quella di sensibilizzare la parte della tifoseria più calda – ha commentato Aricio Fortes, vicepresidente dell’agenzia pubblicitaria Ogilvy, che ha gestito l’organizzazione – e riportare la pace negli stadi”. Operazione riuscita: nel tiratissimo derby, vinto per 1-0 dalla squadra di casa, non c’è stato neanche l’accenno di uno scontro.
Nessun rinforzo di polizia, dunque, e neanche – alla Tsipras-maniera – la strategia della demilitarizzazione: per sedare la follia ultrà è bastata la presenza di “mammà”, oltretutto meno dispendiosa per la comunità visto che il servizio è stato svolto volontariamente. Una bella opportunità per il calcio brasiliano, negli ultimi anni troppe volte funestato da episodi di violenza e di morte.
Proprio all’Arruda Stadium, a Recife, aveva infatti perso la vita un tifoso in occasione del derby, disputato a maggio 2014 (a ridosso dei Mondiali), tra la squadra locale del Santa Cruz e il Paranà. Quello fu soltanto uno dei tanti episodi dell’anno solare: uno degli ultimi, lo scorso ottobre, ha visto un’altra vittima negli scontri del derby di San Paolo tra Palmeiras e Santos. Chissà se lo avrebbero fatto anche davanti agli occhi della mamma.
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