Criminalità

Vienna, non solo terrorismo: chiesa devastata da giovani islamisti

3 Novembre 2020

In meno di una settimana, Vienna è passata dal vandalismo al terrorismo e la fama di città sicura inizia a vacillare, specialmente per i cittadini cristiani ed ebrei. Così, una notizia passata in sordina potrebbe avere ora un significato più forte.

Restano ancora aperte le indagini sull’assalto di giovedì sera alla chiesa di Sant’Antonio (quartiere Favoriten), eseguito da un gruppo formato dai 30 ai 50 giovani di origine straniera, i quali hanno fatto irruzione per prendere a calci le panche e i confessionali al grido di “Allah è grande”. Fortunatamente, non ci sono stati feriti, né danni ingenti alla struttura e al mobilio. Gli inquirenti austriaci hanno a disposizione le registrazioni provenienti dalla telecamera di sorveglianza della chiesa e la preziosa testimonianza del parroco che ha richiesto l’intervento della polizia.

Domenica sera, nei pressi della Reumannplatz, sono stati fermati alcuni giovani siriani ed afghani che cantavano slogan religiosi e facevano esplodere petardi. “Non possiamo dire se dal video sia possibile vedere persone della Reumannplatz”, ammette il portavoce della polizia viennese. Tuttavia, secondo quanto riportato dal quotidiano locale Kurier (il primo a dare la notizia), la pista seguita dagli investigatori porterebbe a giovani turchi organizzati attraverso i social media.

RITORNANO PAURA E DIFFIDENZA

Nella capitale, gli atti di vandalismo sono in aumento: proprio sabato scorso, un venticinquenne di origini afgane, al quale è stato imposto un ricovero psichiatrico, è entrato nella centralissima cattedrale di Santo Stefano gridando slogan islamisti, mentre sulle mura esterne di Sant’Antonio, come in altre zone della periferia viennese, risultano ancora visibili tracce di graffiti, firmati con nomi arabi, che incitano alla guerra di religione.

Cosa c’è dietro questi atti vandalici? Non solo radicalismo islamico: c’è chi punta il dito su altri fattori, cercando di acquietare gli animi. Secondo il custode della chiesa (intervistato da Der Standard) è possibile che nel gruppo che ha fatto irruzione non ci siano solo mussulmani, poiché nel quartiere è presente da tempo una banda di giovani teppisti di periferia composta da ragazzi di ogni provenienza. Come se non bastasse, la pandemia ha prodotto una grave recessione anche nella ricca Austria e questo non fa che acuire ulteriormente i problemi socio-economici della periferia viennese. A pagare il conto più salato di questa crisi, sarebbero proprio i più giovani.

Di animo diverso è stato il Cancelliere Kurz (capo del governo e leader di ÖVP), che ha ripreso la notizia lanciando un messaggio di sostegno alla comunità cristiana nazionale e un ammonimento agli islamisti:

“Tutti i cristiani austriaci devono poter esercitare la loro fede liberamente e in sicurezza! Continueremo risolutamente la lotta contro l’Islam politico e non mostreremo falsa tolleranza qui. Grazie a tutti gli agenti di polizia per il loro impegno!”

Questo, come altri tweet, potrebbe innescare – o aver innescato – una reazione da parte fondamentalisti islamici.

FIORI DALLA COMUNITÀ ISLAMICA

I cristiani del Favoriten hanno vissuto una festa di Ognissanti diversa dalle altre: com’era prevedibile, c’è stata molta più gente del solito, venuta per dare conforto spirituale e sostegno economico alla parrocchia.

Secondo quanto riportato da Der Standard, i rappresentanti della comunità di fede islamica, sabato sera, hanno tenuto una veglia di fronte alla chiesa e, domenica, hanno depositato rose gialle in segno di pace davanti all’altare. È apparsa anche una rappresentanza di Muslim Youth Austria per parlare con il pastore e offrirgli ogni forma di aiuto possibile.

Questi segnali, purtroppo, non sono sufficienti a placare tutti gli animi. Se confermata, la matrice islamista dell’attentato a Vienna potrebbe avere un effetto tragico sulla convivenza interreligiosa in Austria, soprattutto alla luce delle nuove tensioni geopolitiche riaccese dal presidente turco Erdogan contro la Francia di Macron e chiunque sostenga politiche liberali e laiciste in contrasto con la fede islamica.

 

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