Criminalità

Roma e la mossa Kansas City

21 Agosto 2015

A vederla negli ultimi mesi, sembra che Roma stia vivendo uno dei periodi più bui della sua storia. Onestamente, con parsimonia di senno e ponderatezza, ritengo ci sia un lieve accenno di accanimento tutt’altro che terapeutico.

Re-tweet, post su facebook, le migliori penne di questo paese ed i singoli cittadini – ormai socializzati e poco socialmente civili – mostrano dal profondo del loro intestino crasso lo sdegno per i funerali di Vittorio Casamonica. Quale che sia la ragione è facilmente intuibile però, anche questa volta, c’è qualcosa che non mi torna.
Ora, tenendo ben salda la mia volontà di non risultare verboso e ripetitivo, che vi siano dei problemi è cosa nota. Cosa allora infastidisce più del problema stesso? Il giro di vite e di buonismo che, dannazione, arriva sempre dopo. Però in Italia si fa così e noi tutti ci adeguiamo.

1. Il feretro del boss Casamonica viene trascinato dalla carrozza per le strade della capitale, un elicottero lancia petali rossi su di una che applaude e lancia grida di commiato verso la bara del defunto. Possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Una città – la Città – tappezzata di ogni tipo di manifesti e striscioni e nessuno si pone il dubbio che possa scoppiare il bubbone? Quantomeno per quel briciolo di criterio e assennatezza che mi aspetterei dai rappresentanti politici ed amministrativi del mio paese.

2. Ha in parte ragione Roberto Saviano quando sottolinea che, a ragion del vero, non dovrebbero esistere cittadini di serie A o serie B anche dinnanzi all’ultimo saluto mortale di un uomo. Soffermarsi, però, solo ed esclusivamente sul ruolo dell’attuale parroco o di come la chiesa ponga in essere la sua dottrina è, forse sbaglio, aleatorio. O meglio: è il passo successivo della polemica e della riflessione. Avrebbe senso in un paese che, non definisco neppure normale, ma dove ci sia un limite a tutto.

3. Ora a questa magra figura escrementizia, a reti unificate, come pareggiamo? Come ci comportiamo? Sorseggiamo il solito caffè in tazza calda ripetendoci, sino alla nausea, che “mondo è stato e mondo sarà”?

Personalmente, solo per una volta, mi aspetterei che qualcuno si faccia carico delle proprie responsabilità. Come si esplica questa pratica? Chiedere scusa, forse, sarebbe già un bel passo avanti. Quantomeno perché, anche questa volta, non c’è niente di più stupido che assistere alla stupida amputazione del senso di Stato dei cittadini e la legittimazione dell’illegalità.

Le mie, lo so bene, resteranno parole su di uno schermo di un anonimo giorno plumbeo di Agosto. La macchina della semi-informazione all’Italia è già in moto. Pulsano i cavalli nel motore e corre senza sosta. I social già rimbalzano, in un pericolo gioco di populismo e sciatteria, pensieri e parole. E come ci comporteremo domani? E’ la solita mossa Kansas City, tutti guardano a destra e tu intanto vai a sinistra. E non mi riferisco agli orientamenti politici.

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