Criminalità
MAFIA CAPITALE: UN’ALTRA STORIA TROPPO ITALIANA
In questi giorni meditavo sul mio prossimo post in materia di turismo e territorio. Pensavo di scrivere un articolo di approfondimento tra due diverse realtà e destinazioni: il Cammino di Santiago in Spagna e la Via Francigena in Italia. Nel confronto tra le due mi interessava approfondire come la riqualificazione di antiche vie di pellegrinaggio come itinerari turistici fosse legata non solo ad una certa visione di sviluppo locale e valorizzazione del territorio ma anche alle capacità politico amministrative per realizzarle. Pensavo poi di ancorare l’articolo al tema delle continue occasioni perse dal Bel Paese in merito al suo patrimonio umano, storico-culturale e ambientale.
La notizia di Mafia Capitale mi ha completamente bloccato. Forse perché nelle ultime settimane sono stata varie volte a Roma e tutte le volte me ne sono tornata con un senso d’immobilismo e degrado che sembra incombere sulla Città Eterna e sul suo territorio. Forse perché mi sono ricordata il senso di disagio provato nel Maggio 2008 atterrando a Roma di rientro da Berlino, in concomitanza all’elezione di Alemanno Sindaco di Roma. Molte delle persone romane sull’aereo – accendendo i telefonini e scoprendo la vittoria di Alemanno – iniziarono ad esultare grossolanamente scambiandosi saluti romani. Forse perché in questi ultimi mesi trovo divertente “Pupazzo Criminale” la azzeccatissima mini serie di Lillo & Greg sulla criminalità in sapor di banda della Magliana. Forse perché – sarà anche facile fare gli esterofili – ma l’immagine dell’Italia (e di Roma) continua ad essere troppo legata ad associazioni mafiose e malavitose, ad uno scarso senso civico, ad una classe politica discutibile, alla mancata meritocrazia, ai cervelli in fuga, ad appalti truccati, a disservizi e mancanze. Tutto questo, ancora una volta, ha il sapore amaro di una storia troppo italiana.
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