Costume
Leggi ingiuste giustamente violate
Ci sono leggi ingiuste che impongono proibizioni stupide, e queste sono le leggi più facilmente violate.
Il divieto di scegliere liberamente come morire o di aiutare una persona che, pur avendo scelto, è fisicamente impedita dal provvedere da sé. Dj Fabo, ad esempio.
Erigere obbligatoriamente un muro di separazione tra il bagno cieco e la stanza in un monolocale.
Il divieto di andare a spasso al parco col cane libero e l’obbligo di mettergli la museruola sui mezzi pubblici.
Il divieto di piantare in terra un seme di cannabis e coltivare a casa piante per consumo personale, sebbene sia permessa la facoltà di acquistarla dai pusher sul mercato illegale.
Proseguite pure nell’elenco.
Gli obblighi burocratici, i divieti corporativi, le proibizioni ideologiche sono disseminate ovunque nel corpus normativo italiano – il più corposo, con le sue 110.000 leggi, di tutti gli ordinamenti della terra emersa. Nell’esperienza di ciascun italiano – dal commerciante al professionista al disoccupato al malato allo scienziato – c’è una qualche forma di disobbedienza alle proibizioni e agli obblighi ingiusti imposti per legge, una violazione di necessità per l’esercizio della professione, la serenità della vita domestica, la sovranità sui propri comportamenti personali. Si va al parco col cane libero e se arrivano le guardie si lega. Si ristruttura il monolocale come ragione vuole, sebbene legge non voglia. E via così.
Non si fa generalmente una battaglia civile per affermare la ragione sul torto. Non ci si incatena alla porta del bagno finché l’assurdo obbligo di erigere un muro e togliere spazio a una superficie limitata non sarà rimosso. Si fa di nascosto e basta.
La disobbedienza civile è invece un atto politico e come tale è se è un atto pubblico. Un atto che nasce pubblico, non che lo diventa quando si viene sgamati. Non aspetto la multa da 120 Euro per il cane sguinzagliato per invocare la disobbedienza a una legge ingiusta. Avrei dovuto fare una campagna pubblica per dire: io disobbedisco a questo divieto di libertà per il cane, ne faccio una battaglia civile assumendomi il rischio di essere multata. Avrei avuto la ragione e la popolarità dalla mia, ma se non l’ho fatto non posso dire ora alla guardia: sì, ma io stavo disobbedendo. Una volta beccata sono una che viola la legge, non una che disobbedisce.
Nel caso del Sindaco di Riace, Mimmo Lucano, un personaggio pubblico, un politico, è invece proprio questo che, dopo l’arresto, in molti invocano in difesa: aver disobbedito a una legge. Una tra le decine di migliaia di leggi ingiuste che ogni giorno più o meno tutti giustamente e silenziosamente violiamo. E a questo punto possiamo dirlo anche noi: non è violazione, è disobbedienza.
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