Criminalità
Il Cuore Nero Della Città, Federico Gervasoni racconta il neofascismo bresciano
Forse diamo troppo per scontato che il fascismo sia un qualcosa di storicamente finito. A dirlo sono gli stessi fascisti, quello di oggi è un nuovo calarsi nelle fauci dell’ultra destra nazionalista, fatta di associazionismo, sport, musica e beneficienza. Ma cosa cambia davvero? E come dobbiamo porci davanti all’esplodere di reminescenze “nere” del ventennio di un secolo fa?
Ad aiutarci a capirlo c’è un interessante libro di Federico Gervasoni, che ho avuto il piacere di presentare dal vivo la scorsa settimana a Pontremoli (MS), in cui si fa il punto sulla riemersione, sul tornare a battere del cuore nero di un passato che alla fine non ci ha mai abbandonato del tutto.
Gervasoni parla di come la sua città, Brescia, abbia visto coltivare negli anni il necessario per la ricrescita di un sottobosco fedele in tutto e per tutto all’ideologia fascista che proprio un secolo fa nasceva nel nostro Paese culminando nell’esperienza mussoliniana di tragica memoria.
Gervasoni, che ha svolto un’attenta e accurata indagine sul riemergere di tali movimenti, parte dall’episodio simbolo che ha visto Brescia marchiata a fuoco dall’episodio di piazza della Loggia in cui il terrorismo nero spezzò vite e il cuore di una città. C’è uno strano modo in cui oggi si tende a sdoganare atteggiamenti una volta considerati antisociali, al di là di tutto ciò che accade nel mondo politico odierno, è il riemergere di Avanguardia Nazionale – effettivamente sciolta nel 1976 – tornata 4 anni fa con riunioni e libretto politico fresco di stampa a segnare il fatto che certa simbologia, certe idee e certe pratiche, alla fine, non sono mai veramente passate di moda.
Sdoganamento che è stato fatto, ad esempio con la stretta amicizia di Laura Castagna, ex candidata sindaco della città lombarda, con gli ambienti di Avanguardia Nazionale, ovviamente, e puntualmente, smentiti dalla stessa.
Insomma, tra cene, pomeriggi passati allo stadio e serate di concerti “nazirock”, il mondo neofascista sta rialzando la testa, lo fa tra i giovani, presentandosi come baluardo difensivo ad argomenti attuali come la multiculturalità, l’immigrazione, il lavoro, la sicurezza, mascherando ronde cittadine con passeggiate per la legalità, mettendosi in bocca idee e pensieri che a volte sconfinano persino nella religione o nelle simbologie tanto care a schieramenti di estrema destra.
Gervasoni racconta di come sia difficile per lui anche solo presentare il suo libro in tante piccole realtà comunali. “Mi hanno chiesto di presentare il mio libro sul neofascismo solo di fronte ad un contraddittorio”, racconta il giovane giornalista, “mi hanno negato l’uso di biblioteche e ovviamente mi hanno minacciato o si sono iscritti in massa (i fascisti) ad eventi solo per mettermi paura”. Anche per questo le forze dell’ordine erano presenti davanti alle stanze del teatro della Rosa, per garantire la sicurezza ad un giornalista scomodo che in molti vorrebbero tacesse un po’ di più su quello di cui è stato testimone. Lui però preferisce essere in prima linea, “un vero giornalista deve raccontare quello che gli accade di persona”, e non fa mistero di aver partecipato alla vita politica di Casa Pound per chiarirsi meglio le idee, per vedere come funzionano le cose e per studiarne le principali derive.
Il libro è un racconto dettagliato con nomi, date, luoghi che hanno caratterizzato la cronaca degli ultimi anni, azioni, pestaggi, ma anche opere dolose, come l’incendio al centro sociale Magazzino 47 di Brescia di due anni fa. E poi lo stadio, i capi ultrà che diventano utili in campagna elettorale, e gli spalti su cui si cercano di consolidare i primi rapporti con adolescenti e semplici tifosi che dalla sciarpa della squadra del cuore passano alle cinghie e ai manganelli.
In mezzo a tutto questo si può sentire anche il silenzio delle istituzioni, delle scuole, di tutti coloro che accettano, non vedono, tollerano che in Italia, l’Italia antifascista per Costituzione, sia ancora possibile permettere che il fascismo cammini sulle proprie gambe, che si rialzi, che corra verso il futuro, assieme a tutte le altre derive di estrema destra dell’Europa e non solo. È per questo che è utile leggere il libro di Federico Gervasoni, per farsi un’idea, scalabile, della realtà, che coinvolge Brescia così come tutte le altre regioni d’Italia.
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