Criminalità
Il Codice San Luca, ovvero spirito e crimine
Non è il titolo di un ipotetico nuovo romanzo di Dan Brown, no. E neppure un Vangelo apocrifo scoperto or ora. Nulla di tutto ciò. Il Codice San Luca altro non è che il documento rinvenuto dalla DdA nei giorni scorsi a Roma durante l’operazione antimafia che ha portato all’arresto di 31 ‘ndranghetisti e il sequestro di 600 chilogrammi di cocaina e hashish, oltre ad armi in quantità.
Un libro, questo Codice San Luca, nel cui interno vi si ritrovano i riti di affiliazione alle ‘ndrine; una sorta di prontuario da consultazione. Sono, in pratica, appunti riguardanti gli antichi meccanismi che stanno dietro al rito di affiliazione alla ‘ndrangheta. Una scoperta di enorme peso perché apre uno squarcio importante su ciò che fino ad oggi era visto come un qualcosa di arcaico, quasi mistico. A dire il vero nei mesi scorsi era emerso un video diffuso dalla GdF in cui – stavolta nella provincia milanese – gli affiliati praticavano questa sorta di iniziazione, dandosi totalmente alla causa.
Ora, tuttavia, questo Codice San Luca riverbera con una forza ancor maggiore: espressione tangibile – e scritta – delle regole e i dettami della mafia calabrese, espressione di una disciplina e di un rigore “sacro” che inquietano e pongono domande importanti sulla radicalizzazione (mentale e spirituale ancor prima che criminale) della ‘ndrangheta.
@giulio_serra
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