Criminalità
FBI sulla Fifa: sette Mondiali corrotti
Le indagini dell’FBI sull’ormai nota vicenda della corruzione dilagante nella Fifa, il massimo organo dirigenziale e decisionale del calcio mondiale, hanno aperto uno squarcio sull’operato di Blatter & co. che parte dal 1998 e riguarda ogni Mondiale fino a quello, ancora da giocare, del 2022 in Qatar.
Andando con ordine, il primo Mondiale sotto esame è quello di Francia 1998: in questo caso l’uomo chiave fu Chuck Blazer, dirigente Fifa dal 1993 al 2013 e che nel periodo dell’assegnazione del Mondiale in questione gestiva le finanze della Concacaf, la Confederazione calcistica del Nord, Centro America e Caraibi, e che fu incaricato di raccogliere adesioni per la candidatura del Marocco. Nonostante le laute mazzette gestite e distribuite, la Francia ha la meglio nella votazione decisiva ottenendo 12 voti contro i 7 del Marocco stesso, forse per via del cambiamento degli equilibri geopolitici o forse perchè qualcun altro ha oliato i meccanismi in modo più efficiente. Blazer attualmente risulta come collaboratore dell’FBI dopo che la stessa agenzia americana gli congelò i conti correnti nel 2013.
Dopo Francia’98 è il turno del Mondiale di Corea e Giappone del 2002, forse l’edizione meno toccata dallo scandalo. L’assegnazione rispondeva ad una logica di rotazione, ma i movimenti verso il voto hanno cambiato gli schieramenti verso un modo che già allora destò qualche sospetto. Al momento le indagini non hanno un insider,tuttavia una candidatura congiunta non si era mai vista: Corea e Giappone, che dovevano sfidarsi un attimo prima del voto, hanno scelto (forse influenzati da pressioni della stessa Fifa) di presentarsi insieme, dando vita, poi, ad uno dei Mondiali peggio organizzati della storia, come se i due ospiti non fossero convinti di stare insieme e fossero impegnati più a boicottarsi a vicenda.
Anche il Mondiale più caro a noi italiani, Germania 2006, non viene trascurato dalle indagini. Addirittura si passerebbe dalle bustarelle ai favori su vasta scala. Secondo il settimanale tedesco Die Zeit il governo tedesco, con l’allora Cancelliere Schroeder, avrebbe inviato all’Arabia Saudita un carico di armi per aggiudicarsi il voto del Medio Oriente, utilissimo vista la risicata vittoria finale sul Sudafrica per un solo voto. Inoltre si ventila l’ipotesi di una raccolta di voti in Asia con Volkswagen e Bayer che aumentarono gli investimenti in Thailandia. La Germania, oggi tra i più agguerriti critici verso Blatter, ha chiesto la documentazione per aprire un’indagine ufficiale.
Ma l’edizione più discussa e che potrebbe collegare Blatter allo scandalo corruzione è quella del 2010 in Sudafrica. In questo caso si avrebbero le prove di un bonifico da 10 milioni di Euro emesso dalla Fifa in favore della Concacaf, successivo all’assegnazione del Mondiale e ufficialmente destinati alla costruzione di stadi ed infrastrutture. Ci sono però diverse mail compromettenti, inviate da Jerome Valcke, braccio destro di Blatter, in cui si spiega che lo stesso Blatter e Thabo Mbeki, allora Presidente del Sudafrica, fossero d’accordo sull’operazione al fine di dirottare importanti voti verso il Sudafrica invece che sul Marocco, che perse per 4 voti.
Lo stesso Valcke fu supervisore per il Mondiale del 2014 in Brasile, e ogni sospetto su quell’edizione lo riguarda. Il Brasile era il candidato unico, ma la mancanza di competitor non fu una coincidenza: contratti pompai e prepagati, milioni legati alla concessionaria che gestiva i diritti tv. Il Brasile investì troppo e nessuno osò candidarsi contro, vedi la Colombia che si ritirò in extremis.
Si arriva così alla prossima edizione, prevista per il 2018 in Russia. Qui le indagini riguardano gli ingenti pagamenti degli oligarchi russi, forzati da Putin, per ingraziarsi specialmente il Qatar e l’area del Medio Oriente. Inoltre l’intelligence inglese trovò alcune microspie nel quartier generale di Wembley, dove si lavorava per sostenere la candidatura dell’Inghilterra uscita poi al primo turno di votazioni. Un ex agente dei servizi segreti di sua maestà ha rivelato di come l’agenzia fosse in possesso di informazioni sensibili sullo scambio di favori tra Russia e Qatar, relativa all’accordo che i due paesi firmarono sull’estrazione di petrolio nella penisola siberiana dello Yamal.
Lo scandalo sembra dunque allargarsi a vista d’occhio, considerando anche che l’edizione assegnata al Qatar nel 2022 è stata messa sotto inchiesta dalla stessa Fifa che ha riconosciuto e condannato la truffa inerente alla corruzione di alcuni membri dell’esecutivo che avrebbero dovuto propendere verso lo stesso Qatar. Domenico Scala, attuale reggente Fifa, ha dichiarato che nel prossimo congresso straordinario verrà introdotto un limite temporale di 12 anni per la carica di Presidente. Viene da chiedersi, non è forse troppo tardi?
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