Criminalità

Diventare adulti, con l’idea che le mafie possano essere sconfitte

21 Settembre 2015

Ci sono cresciuto con l’idea che impegnarsi in difesa della democrazia e della libertà significasse lottare, ogni giorno, per dire no alle mafie e all’illegalità. Anni nei quali la notizia dell’omicidio di Giancarlo Siani, nel 1985, a Napoli, un giornalista di 26 anni impegnato in inchieste sulla camorra, colpì la mia sensibilità. Ucciso, sotto casa, mentre tornata a bordo della mehari.

Poi, nel 1990, l’uccisione di Rosario Livatino, il magistrato ragazzino, come lo definì in modo cinico Cossiga, per indicare la debolezza dello Stato e la forza del sistema criminale.

ANGELO VASSALLOInfine, nel 2010, fu ucciso Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica, un comune piccolo, nel parco nazionale del Cilento. Tre uomini uccisi, da soli, senza scorta, con le loro utilitarie piccole e modeste di fronte allo spadroneggiare della criminalità organizzata.

Sono diventato adulto, conservando dentro di me l’idea che fosse necessario impegnarsi per ricordare e rinnovare la memoria di persone normali, un giornalista, un magistrato, un sindaco, che lavoravano, ciascuno nel proprio territorio, con passione e coraggio, per difendere il bene comune e la legalità.

Anni nei quali leggere i libri “Un eroe borghese” e “Il giudice ragazzino” significava far crescere la consapevolezza di quanto fosse necessario che ciascuno facesse la propria parte nella società civile per affermare i valori che fondano l’idea stessa di comunità.

Sono trascorsi decenni eppure sembra ancora viva l’idea che la battaglia non si è conclusa: corruzione e criminalità continuano a essere un freno e un fardello inevitabile. La speranza di vedere l’Italia libera da questa poltiglia, dove la cattiva politica diventa terreno fertile per gli affari criminali, è sempre quella di un tempo e ricordare chi, come Siani, Livatino, Vassallo e molti altri sono morti per affermare questi principi, è qualcosa che non può finire nel cassetto.

Sarò un idealista, un’anima bella, ma voglio continuare a pensare che fare qualcosa, ogni giorno, per difendere l’ambiente abbia a che fare con una battaglia di democrazia e di progresso. Ci sono diventato grande con queste idee e non smetto di ricordare.

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