Criminalità
«Creare un vuoto attorno alla mafia che vive del consenso dei cittadini»
Sono queste le parole del Generale di Divisione Rosario Castello, comandante della Legione Sicilia che , lo scorso 24 marzo, ha aperto le porte della caserma “Carlo Alberto dalla Chiesa” per accogliere alcune scolaresche di una scuola elementare. È stata l’occasione per parlare con lui dell’educazione alla legalità nelle scuole.
Generale, l’odierna iniziativa s’inserisce nel quadro di quella che possiamo definire “polizia di prossimità”?
«Assolutamente. Questa iniziativa, oltre ad essere parte di quel concetto che esprime il compito di stabilire un contatto diretto con i cittadini, è la cifra distintiva della nostra istituzione, la nostra vocazione. È la prossimità ai cittadini, che vuol dire soccorso, aiuto e vicinanza. È una funzione che l’Arma svolge quotidianamente, in silenzio, con molta umiltà e che è svolta da tutti i comandanti di stazione e di tenenza in ogni parte della nostra nazione attraverso quei piccoli presidi che sono le stazioni dei Carabinieri presenti ovunque. È fondamentale creare un rapporto di fiducia tra la comunità e Istituzioni, e questo rapporto passa attraverso la figura del Comandante di stazione».
Quanto è importante il rapporto con i più giovani e la necessità di intercettarli all’interno delle istituzioni scolastiche?
«Direi che è fondamentale coinvolgere i giovani, gli studenti, in questo percorso di legalità. Lo faceva già il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, che diresse questo Comando Legione, che andava nelle scuole per parlare proprio con i più giovani perché è importante scuotere le coscienze proprio partendo da loro, spiegando loro che cos’è la mafia, che cos’è Cosa nostra per riuscire a creare un vuoto attorno a questa forma di malaffare e malavita che vive del consenso dei cittadini. Questo collegamento va interrotto facendo capire che queste organizzazioni perseguono il fine dell’arricchimento illecito».
Ancora oggi la criminalità organizzata sfrutta la fascia più fragile della popolazione offrendo lavoro illegale ai fini del loro mantenimento. Possiamo fare qualcosa di più per annullare quello che potremmo definire un ossimoro?
«Per vincere questa battaglia è necessario che tutte le istituzioni debbano essere coinvolte. Questa mattina c’è stata la dimostrazione di una forte sinergia tra l’Arma dei carabinieri e le istituzioni scolastiche. Si tratta di un rapporto che ha preso il via sin dall’inizio dell’anno scolastico. Bisogna togliere il consenso alla criminalità organizzata. Durante il lockdown abbiamo visto un capomafia che andava a portare viveri alle persone del quartiere per avere il consenso da parte di quella comunità. È nostro compito non solo bloccare questi tentativi, ma dirottare il consenso nei confronti dello Stato facendo capire che è necessario aver fiducia nelle Istituzioni.
La cattura del latitante Matteo Messina Denaro – avvenuta lo scorso 16 gennaio, ndr – è il prosieguo di una attenta attività di indagine svolta da tutte le Istituzioni, dalla forze di polizia e dalla magistratura. Sono attività che mirano a debellare questo fenomeno. C’è però bisogno di una forte collaborazione non solo delle forze di polizia, che già lavorano assieme, ma anche di quelle strutture sociali che possono affiancarle in questo percorso. La delinquenza organizzata si combatte se le Istituzioni la contrastano in maniera compatta».
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