Criminalità

Conte avvocato combatterà gli scafisti. E il Conte presidente del consiglio?

20 Gennaio 2019

Faccio i soldi soddisfacendo una domanda del pubblico. Se io violo una legge, i miei clienti, che sono centinaia tra la migliore gente di Chicago, sono colpevoli anch’essi. L’unica differenza tra di noi è che io vendo e loro comprano. Tutti dicono che sono un uomo del racket, io mi definisco un uomo d’affari. Quando vendo liquore è contrabbando. Quando chi sta sopra di me lo serve su un vassoio d’argento in Lakeshore Drive, è ospitalità    (Al Capone)

La conta ne ha aggiunti oggi 170.

Morti in mare nel tentativo di attraversare il Mediterraneo.

Al telegiornale ho visto un presidente del consiglio in evidente imbarazzo.

Stretto tra la morsa del solito ringhio del suo ministro degli interni e un’accorata e mesta dichiarazione di partecipazione al dolore del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Come presidente del Consiglio — ha spiegato — non avrò pace fino a quando questi trafficanti, uno a uno non saranno assicurati alla Corte penale internazionale perchè sono crimini contro l’umanità. E quando avrò smesso questo mio mandato di servizio per il popolo italiano, io sono un avvocato e ho fatto sempre diritto civile, diritto commerciale, diritto amministrativo nell’ultimo periodo, mi dedicherò al diritto penale per perseguirli e assicurarli alla Corte penale internazionale”.

Dunque la colpa è tutta degli scafisti, dei trafficanti. Uomini orribili per i quali lui non avrà scampo né ora né mai.

L’imbarazzo appare evidente in queste parole finali con l’annuncio di una mission che si assume per il prossimo futuro persino mutando il suo curriculum professionale.

Una reincarnazione di Simon Wiesenthal sempre al servizio permanente dell’umanità.

Neanche una parola sull’illusione del suo governo, a trazione leghista, che sia possibile proibire, fermare, cancellare l’immigrazione.

E che tutto questo a null’altro serva se non ad incrementare ciò che gli esperti chiamano trafficking, il commercio di corpi umani operato da potenti organizzazioni criminali che alimenta oggi l’immigrazione.

“Immaginiamo di chiudere da domani l’importazione legale di liquori stranieri: l’aspettativa ingenua è quella di fermarne l’arrivo; quella realistica è che si aprirebbe un nuovo ampio settore di contrabbando, di economia illegale, come accadde non a caso negli anni Venti del secolo scorso. E’ esattamente quello che è successo con le migrazioni: bloccando gli ingressi regolari abbiamo regalato un intero settore merceologico, assai redditizio, alle mafie transnazionali, che hanno avuto cura di incrementarlo, con procacciatori di affari sguinzagliati nei villaggi dell’Africa a vendere il sogno europeo” (Stefano Allievi, 5 cose che tutti dovremmo sapere sull’immigrazione (e una da fare), Laterza).

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