Criminalità
Arrestato il probabile venditore della pistola usata nella sparatoria di Monaco
A Marburgo nell’Assia un’unità speciale della polizia doganale ha arrestato una coppia di 31enni tedeschi che avrebbe fornito l’arma a David Ali Sonboly, il 18enne tedesco con genitori iraniani che il 22 luglio scorso ha ucciso 9 persone, 8 delle quali in età comprese tra i 14 ed i 21 anni, e ferito altre 36 fuori dal centro commerciale olimpico di Monaco di Baviera. La donna è stata però successivamente rimessa in libertà pur permanendo indagata. Lo ha indicato oggi in una conferenza stampa la Procura Generale di Francoforte e lo riportano media nazionali tedeschi.
I due sarebbero caduti in una trappola tesa loro dagli inquirenti, una transazione esca nell’ambito della quale -secondo quanto rivelato dalla Procura di Monaco- l’uomo si sarebbe vantato di avere fornito la pistola Glock 17 a Sonboly.
La Polizia criminale bavarese ha ricostruito che Sonboly sarebbe andato due volte in autobus a Marburgo: in maggio per comprare l’arma ed il 18 luglio -4 giorni prima di seminare la morte a Monaco- per ritirarvi 350 munizioni, e che avrebbe pagato il suo fornitore 4.350 euro.
Gli inquirenti sono arrivati all’uomo arrestato seguendo la pista di altri due suoi clienti, un contabile di 62anni del Nord Reno Vestfalia ed uno studente di 17 anni anch’egli dell’Assia. Il 31enne disoccupato che ha negato agli inquirenti di mantenersi col commercio di armi, al momento dell’arresto ad una fermata dell’autobus martedì era armato, ma non ha opposto resistenza. Nel corso dei primi interrogatori ha rivelato agli inquirenti l’esistenza di un deposito d’armi in una cassa sepolta a Colonia dove sono state rinvenute una pistola automatica, quattro semiautomatiche e diverse munizioni.
La polizia ha nel frattempo ricostruito i movimenti di David Ali Sonboly nelle circa due ore successive alla sparatoria e che avrebbe potuto fare altre vittime, riporta la tedesca ZdF. Il ragazzo esplose 17 colpi contro un auto in sosta nel piano intermedio del parcheggio del centro commerciale, prima di salire sul tetto ed avere un alterco con un abitante di una casa prospiciente. Due poliziotti poco dopo lo intercettarono, uno sparò nelle sua direzione un colpo che non andò a segno. In un vagare errabondo il 18enne è poi entrato in un giardino e quindi in un caseggiato dove ha incontrato diverse persone. Non aveva più l’arma in mano, evidentemente non voleva più fare altri morti, ed ha tenuto una normale comunicazione con loro. Si è nascosto a lungo nel garage del complesso prima di tornare in strada, incontrando però diversi agenti si suicidò di fronte a loro.
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