Criminalità

Abusi, violenze e uccisioni di minori in UK, scoperta gigantesca rete pedofila

29 Maggio 2015

Che la Gran Bretagna da noi sia famosa per calcio, rock ‘n roll, sposalizi e vicissitudini di corone, è cosa nota. Che sia sovente impietoso e inefficace metro di paragone con le nostre sorti, è cosa altrettanto nota. Troppo spesso dati, tabelle e numeri vengono presi per valutarne la assiomatica superiorità, quasi ontologica. Questa volta i numeri, impietosi messaggeri, ci raccontano di 1433 presunti colpevoli, un elenco indefinito di vittime, una distesa imprecisata di scomparsi. Un’onda di orrore cieco a correre lungo la spina dorsale d’Albione, un’oscura nube a coprire ogni ramo dell’alta società, dalla politica allo spettacolo, dalla Chiesa all’alta imprenditoria.

 

Anticipo che quest’anno ci sarà una stima attorno ai 116.000 casi di abusi sessuali su minori, cioè un aumento del 71% dal 2012, in modo tale da darvi l’idea delle dimensioni della questione.

 

Queste le parole del commissario capo Simon Baley, il coordinatore della cosiddetta Operation Hydrant, un’indagine della polizia inglese atta a scandagliare in lungo e in largo l’isola di Sua Maestà, alla ricerca degli implicati nell’abnorme rete di pedofilia e violenze sui minori il cui squarcio si aprì nel 2012. Il 5 novembre scorso l’allora ministro degli Interni Theresa May aveva richiesto alla National Agency Crime un approfondimento su come la Polizia avesse gestito i casi di 40 bambini abusati a cavallo tra gli anni 70 e gli anni 80 in North Wales. Secondo quanto emerso infatti pare che le indagini all’epoca non siano state condotte in maniera ortodossa, coperte e offuscate da interventi “calati dall’alto”. Allora l’onorevole May ammise che la Gran Bretagna ha un “vergognoso record” in materia di sparizioni e violenze di ogni genere su minori, definendolo “un crimine odioso, ripugnante e disgustoso”.

Dopo due anni e mezzo di indagine -denominata Operation Fairbank– si accertarono reati di violenza sessuale perpetrati all’interno dell’Elm Guest House Rocks Lane, a sud-ovest di Londra, durante gli anni ’70-’80. Secondo molte testimonianze di presunte vittime all’interno di quella struttura si organizzavano controversi “festini” a cui prendevano parte membri del Parlamento, pop-star, magistrati, alte cariche militari, e persone dai legami di vario genere con l’universo di Buckingham Palace. A questo filone si sovrappose quello specifico, chiamato “Operation Midland”, partito nel novembre scorso per approfondire i casi di tre omicidi avvenuti durante questi “eventi”. Una presunta vittima ha dichiarato di aver visto un deputato conservatore uccidere un ragazzino di 12 anni, mentre altri due ragazzi sono stati assassinati in circostanze simili.

Il terremoto che ha aperto diverse faglie ha visto far salire alla ribalta la vicenda di un collaboratore di Margaret Thatcher, l’onorevole Cyril Smith, accusato in diverse occasioni -una ventina, circa- di molestie su minori, “diluite” dal 1960 al 1987 e concentrate alla Cambridge House e alla Knowl View school di Rochdale. La scoperta ha fatto risalire l’odore malsano prodotto dal fortissimo sospetto che le indagini sull’onorevole Smith da parte della polizia siano state interrotte e strozzate. Tutto questo fino al 2012, proprio due anni dopo la morte dello stesso Smith -2010-, a cui è stata risparmiata la vergogna.

 

Cyril Smith, deputato conservatore accusato di abuso sui minori, morto nel 2010
Cyril Smith, deputato ex collaboratore della Thatcher accusato di abuso sui minori, morto nel 2010

 

Se l’inchiesta però riguardasse soltanto Smith, probabilmente saremmo qui a parlare di un classico esempio di quella che a noi piace chiamare “deviazione”. La realtà racconta invece come il caso del deputato Smith sia solo un piccolo angolo di scoglio che affiora, estrema punta di un continente sommerso che a fatica riesce a farsi “rivelare” dalle autorità preposte e -in teoria- competenti. Il concetto demoniaco secondo cui Scotland Yard sia stata costretta ad indagare su se stessa, d’altronde, può dare una parziale indicativa sulla questione.

I contorni della vicenda hanno delle tinte talmente fosche da risultare accecanti nel loro orrore. Scrivono così sul The Guardian Sandra Laville e Josh Hallyday, lo scorso 19 novembre:

Vishambar Mehrotra ha detto al Guardian che se la polizia avesse coperto i legami tra il rapimento l’uccisione di suo figlio nel 1981, e le attività di pedofili in una guest house nel sud-ovest di Londra che è ora al centro di una nuova inchiesta di polizia in omicidi dei bambini, i poliziotti dovrebbero lavorare ancora di più per portare gli assassini alla giustizia oggi. Il figlio di Mehrotra, Vishal, è scomparso nel luglio 1981 a Putney, a meno di un miglio dalla Elm House Guest House a Rock Lane, Barnes, mentre si stava recando a casa con i suoi famigliari a guardare il matrimonio del principe di Galles e Diana Spencer. Stava camminando leggermente più avanti del resto della famiglia per le strade affollate dove si stava festeggiando. Sette mesi più tardi la sua parte superiore del busto è stata trovata sepolta in un bosco nella West Sussex

All’epoca le indagini portarono all’arresto di Sidney Cooke, pedofilo accusato dell’uccisione di 20 bambini, tuttavia nonostante si fosse accertato che Cooke appartenesse a una rete molto più vasta, non si riuscì a squarciare più di un velo sulla vicenda.

D’altronde qualcuno di voi ricorderà Jimmy Savile, il celebre DJ e intrattenitore britannico morto nel 2011:

«Era il re del pop in tv. L’ex disc jockey pirata che aveva portato il rock fin dentro la televisione di Sua Maestà – così Alessio Schiesari su La Stampa del 10 ottobre 2012 – Una vera icona per tre generazioni di inglesi. Negli ultimi anni della sua straordinaria carriera era stato nominato baronetto dalla regina Elisabetta e cavaliere dell’ordine di San Gregorio magno dal papa. Faceva beneficenza. Tantissima. Forse aveva bisogno di ripulirsi la coscienza. Perché Jimmy Savile, morto il 29 ottobre scorso, era in realtà uno spietato stupratore e pedofilo che avrebbe violentato oltre un centinaio di ragazzine dai tredici ai sedici anni. Lo scandalo di Sir Jimmy rischia ora di devastare la credibilità della tv britannica. Da quanto emerge infatti dalle indagini della polizia, la Bbc sarebbe stata complice – più o meno silente – degli abusi. Scotland Yard ha già individuato trenta presunte vittime, “ma le linee d’indagine sono molte di più, al momento centoventi”, come dichiarato da Peter Splinder, l’investigatore che sta guidando il caso.»

Le linee d’indagine nel frattempo da 120 sono diventate 1433, e includono 76 politici, 43 personaggi dell’industria discografica, 135 rappresentanti del mondo della TV, del cinema, della radio.

 

in senso orario da sinistra in alto: Fred Talbot (presentatore televisivo), Gary Glitter (musicista rock), Jimmy Savile (speaker radiofonico), Rolf Harris (conduttore televisivo), Stuart Hall (sociologo), Max Clifford (giornalista e autore)    (fonte The Guardian)
in senso orario da sinistra in alto: Fred Talbot (presentatore televisivo), Gary Glitter (musicista rock), Jimmy Savile (speaker radiofonico), Rolf Harris (conduttore televisivo), Stuart Hall (conduttore tv), Max Clifford (giornalista e autore) (fonte The Guardian)

 

 

Parallelamente, a Belfast è scattata un’indagine specifica sugli ambienti ecclesiastici per sondare le mostruose attività di padre Brendan Smyth, stavolta con la “y”, uno degli abusatori seriali più noti in Gran Bretagna durante gli anni ’60, ’70 e ’80. Impressionante anche la rassegna dei teatri dell’orrore ove le oscenità avevano luogo: 154 scuole, 75 orfanotrofi, 40 istituti religiosi, 14 strutture mediche, 11 comunità di riabilitazione, 9 tra carceri e riformatori, 9 impianti sportivi e altre 28 ubicazioni diverse, tra cui strutture militari.

Anche questo può facilmente portare a tentare di quantificare la portata di un raccapriccio colossale e pandemico: «Il governo ha stanziato milioni di sterline per fornire sostegno supplementare – ha dichiarato il commissario capo Baley – ma non sono sicuro che possa essere sufficiente. Stiamo parlando di centinaia di migliaia di vittime».

Qui per ora chiudiamo, con consueta riflessione sulla stampa locale: sarebbe infatti lecito chiedersi se sia davvero così equilibrato montare uno psicodramma collettivo per il pre-parto, il travaglio di Kate e la nascita del Royal Baby o seguire con palpitazione i risultati elettorali della destra di Cameron con relative dichiarazioni sui matrimoni gay, per poi ignorare questo tema. A occhio e croce, appare uno squilibrio. Sì, squilibrio: “squilibrio” è forse la parola più adatta, in questo caso.

 

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