Commercio
Saldi: occhio alla trasparenza sui prezzi. Il vademecum degli esperti
L’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” dispensa suggerimenti utili per gli acquirenti in cerca dell’occasione migliore fino al 31 agosto
Sono partiti i saldi estivi e come di consueto, anche quest’anno, gli acquirenti dovranno fare i conti con le insidie che si celano in questo periodo. L’ Associazione Nazionale “Dalla Parte Del Consumatore”, nella persona del suo vicepresidente Massimo Bomba, indica come vigilare ed evitare di rimanere danneggiati.
Fare attenzione ai saldi superiori al 50%: potrebbero nascondere bufale, come ad esempio la vendita di merce dell’anno precedente (che ovviamente potrebbe essere ugualmente un buon affare purché il negoziante informi il cliente). Le svendite, infatti, devono essere realmente di fine stagione e non riguardare tutti i beni depositati presso il commerciante. Fare attenzione, quindi, a quelle attività che avevano gli scaffali semi vuoti prima dei saldi e che si sono riempiti con il partire degli sconti. La merce in saldo deve essere tenuta separata nettamente da quella venduta a prezzo pieno. Obbligatorio è, esporre sul cartellino il vecchio prezzo, la percentuale di sconto ed il prezzo scontato, nonché il prezzo più basso applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni
precedenti. Diffidare dai capi di abbigliamento che possono essere solo visionati e non provati.
È vero che è rimesso alla discrezionalità del negoziante il far provare o meno i capi di abbigliamento, ma il negare tale possibilità è bene che costituisca un campanello di allarme per il consumatore. I negozianti sono obbligati ad accettare il pagamento con carte di credito anche con i saldi. In caso di rifiuto non comprate e segnalate il caso per iscritto alla società Servizi Interbancari e ad
un’associazione di consumatori. Conservare lo scontrino, perché costituisce prova di acquisto che obbliga il negoziante a sostituire
e/o riparare la merce difettosa o ‘non conforme’, anche in presenza di cartelli con la dicitura che i capi in svendita non si possono cambiare. Non è vero, infatti, che i capi in svendita non si possano cambiare (in caso di difetto e non conformità). Se non è possibile effettuare il cambio perché, ad esempio, non vi è più la disponibilità del prodotto, si ha diritto alla restituzione del denaro corrisposto.
La garanzia per vizi occulti e per assenza di qualità promessa è dovuta dal venditore anche nelle vendite a saldo ed è di due anni dalla vendita, secondo il Codice del Consumo. Fare attenzione all’‘effetto sforamento’: spesso, infatti, spendiamo più di quanto crediamo di stare risparmiando. Utile sarebbe fare una lista degli acquisti in anticipo, e tenerla sempre sott’occhio nel fare compere. Valutare bene l’acquisto. È una buona regola quella, nei giorni precedenti i saldi, di valutare le proposte di più negozi, annotando il prezzo. Si può così porre in essere un acquisto “a colpo sicuro” ed evitare giri e file alla partenza dei saldi. Anche acquistare nel periodo dei saldi in negozi di fiducia o acquistare beni dei quali si conosce
già il prezzo e la qualità è una buona prassi.
“I saldi estivi presentano delle importanti novità a tutela del consumatore – sostiene Massimo Bomba, Vicepresidente Nazionale dell’Associazione ‘Dalla Parte del Consumatore‘ – alla luce anche delle recenti disposizioni introdotte dal decreto legge n. 26 del 7 marzo 2023, in attuazione della direttiva europea Omnibus. Per i “furbetti del cartellino” che non rispettano la regola del prezzo precedente, la sanzione prevista va da 516 a 3.098 euro. Queste cifre potrebbero spaventare i commercianti scorretti se ci fossero i controlli effettivi. Noi – come associazione “Dalla Parte del Consumatore – chiediamo ai Sindaci di vigilare inviando controlli della polizia municipale per verificare che venga applicata la norma del prezzo precedente. Previste sanzioni più incisive per violazioni delle norme sulle pratiche commerciali scorrette, clausole vessatorie e sui diritti dei consumatori. Il massimo edittale delle sanzioni applicate per le pratiche commerciali scorrette, passa da 5 milioni di euro a 10 milioni di euro. I consumatori sono tutelati e, l’enforcement – nei casi specifici – è affidato all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, l’AGCM”.
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